L’ASTA BTP APRE LA SETTIMANA DELLA VERITA’. DALL’ASIA SEGNALI DI FIDUCIA DEI MERCATI
La settimana più importante per le sorti della finanza mondiale si apre con un rialzo di buon auspicio delle Borse asiatiche: Tokyo +0,52%, Hong Kong sopra dell’1,50%. L’euro su dollaro tratta a 1,2291.
Ma la recessione europea produce i suoi effetti anche in Oriente: cala a sorpresa la produzione industriale giapponese (-0,1%), scivola ai minimi l’indice della fiducia in Corea del Sud. A dimostrazione del clima d’incertezza spicca un’altra notizia, pur favorevole: oltre la metà delle aziende quotate nel Topix (l’indice giapponese che comprende 1671 società) ha più soldi in cassa che debiti.
Tesoro, atto terzo. Oggi, l’Italia completa il programma di offerte prima della pausa di agosto con il collocamento di Btp a 5 e 10 anni per un controvalore di 5,5 miliardi di euro. Ma l’appuntamento cruciale sarà l’asta dei Bonos spagnoli a 2,4 e 10 anni di mercoledì. Venerdì il Btp decennale ha chiuso con un rendimento del 5,91% (dal 6,01% del giorno prima). Lo spread con il Bund è sceso a quota 452 (16 punti base in meno).
Fitto il calendario di appuntamenti tra banchieri e politici di qui a giovedì, quando il direttorio della Bce dovrà tradurre in decisioni concrete l’impegno preso da Mario Draghi di salvare l’euro con ogni mezzo. Ma la settimana delle banche centrali comprende anche il vertice della Fed e la riunione della Bank of England.
Tra i più attivi c’è senz’altro Mario Monti. Alla vigilia del tour che lo porterà prima in Finlandia, paese simbolo dei falchi, poi a Madrid, dove cercherà di far digerire a Mariano Rajoy la medicina amara della supervisione europea sui conti di Madrid, condizione necessaria per far scattare gli acquisti di Bonos da parte del Fondo Efsf, il presidente del Consiglio italiano ha avuto un lungo colloquio telefonico con il il Cancelliere Angela Merkel “circa la situazione della zona euro” in cui si è convenuto che “Germania e Italia prenderanno tutte le misure necessarie a proteggere l’eurozona”, come informa una nota di palazzo Chigi.
Non meno fitta l’agenda di impegni di Mario Draghi. Il presidente della Bce riceverà oggi la visita del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner che prima si vedrà con il ministro delle Finanze di Berlino Wolfgang Schaueble. L’incontro più atteso, però, sarà quello con il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann che si terrà prima di giovedì 2 agosto nel tentativo di trovare una linea comune in vista della riunione dell’Eurotower. Il nodo principale riguarda gli acquisti da parte dei fondi europei di salvataggio sul mercato primario e dagli acquisti della Bce sul secondario. La posta in gioco è molto alta: in caso di scelte ritenute deludenti dai mercati, si rischia un agosto devastante per l’euro, lo spread e i listini azionari, dalle conseguenze imprevedibili.
Ma cosa si aspettano gli operatori?
1) Il taglio del tasso di sconto dall’attuale 0,75% allo 0,50%.
2) l’acquisto di titoli di debiti sovrani sul mercato secondario da parte della Bce come già avvenuto un anno fa.
3) Una di licenza a finanziare il fondo “Salva Stati” affinché intervenga sul mercato primario assorbendo parte delle nuove emissioni di titoli a tassi cedenti, per poi ricollocarle presso le banche e gli investitori privati. Una novità che richiede l’autorizzazione dell’Ecofin e della Commissione che potrebbe partire non prima di settembre.
4) Assai meno probabile una nuova Ltro, ovvero il finanziamento del sistema bancario europeo. Come avvenuto tra dicembre e marzo.
Non meno rilevante il ruolo della Federal Reserve. Il board dell’istituto si riunisce domani e mercoledì. Sarà l’occasione per il confronto tra le colombe che premono per nuove misure espansive per aggredire la disoccupazione e i falchi che sostengono come Wall Street, tornata a quota 13 mila, e l’economia, +1,5% il pil (meglio del previsto) non hanno bisogno di nuove iniezioni di capitali pericolose sul fronte inflazione. Ben Bernanke sembra orientato a confermare la politica dei tassi zero fino al 2014. Non sono esclusi nuovi stimoli, magari in sintonia con le decisioni che si accinge a prendere la Bce.
Nell’attesa di una svolta accelera la ritirata dei fondi delle banche tedesche dal sud Europa. Nei primi cinque mesi del 2012, secondo un’indagine di Morgan Stanley, l’ammontare dei prestiti tedeschi all’Italia è sceso del 25%, accentuando la ritirata del 2011 (-7%). Tra gennaio e maggio le banche tedesche hanno ritirato 55 miliardi dal sud Europa sui 241 già investiti.
Venerdì, grazie al conforto della dichiarazione congiunta franco-tedesca pro euro, le Borse europee hanno chiuso al rialzo. A Milano l’indice FtseMib è salito del 2,9%. Londra ha guadagnato lo 0,9%, Parigi +2,2%, Francoforte +1,6%. Madrid è stata la piazza migliore con un rialzo del 3,4%. Il bilancio della settimana di Piazza Affari è un guadagno del 4% che riduce la perdita da inizio anno a -9,8%.
In evidenza le banche e le assicurazioni. Intesa ha guadagnato il 2,1%, Unicredit +4,6%, Mediobanca +4,9%. Positive anche Ubi +2,8% e Banco Popolare +2,6%. Banca Popolare dell’Emilia è salita del 6,2%. Tra le compagnie: Generali +3,7%, Mediolanum +5,2%, Cattolica Assicurazioni +3,5%.
Crollo invece per Fondiaria–Sai, caduta del 58% a 1,40 euro. Unipol ha perso il 10%. Forte rialzo di Pirelli +4,9% dopo i buoni risultati semestrali. Nel pomeriggio hanno accelerato nettamente anche gli altri titoli del settore auto: Fiat, che domani terrà il cda, ha chiuso con un progresso del 4,3%, Fiat Industrial +3,7%. Rialzi anche per le utility: Atlantia +5%, A2A +3,5%, Enel +2,9%, Telecom Italia +2,9%.