È naturale aspettarsi che le obbligazioni tradizionali, cioè a tasso nominale, di lungo termine (con una scadenza lontana nel tempo) di uno Stato con un’alta solidità finanziaria (ad esempio, gli Stati Uniti o la Germania) debbano offrire un tasso di remunerazione maggiore dei bond a più breve periodo.
La differenza, positiva, di rendimento tra le due scadenze è chiamata maturity o term premium. Questa intuizione sembra confermata anche dalla pendenza della curva dei rendimenti, che storicamente, per la maggior parte del tempo, è stata inclinata positivamente (con i tassi dei bond più lunghi maggiori di quelli delle obbligazioni a breve termine). Per la verità, secondo alcuni economisti, non c’è una valida ragione per attendersi un maturity premium positivo, visto che per alcuni investitori le obbligazioni a breve termine possono essere più rischiose di quelle a più lungo periodo, mentre per altri può valere il contrario. Ad esempio, per investitori con un lungo orizzonte temporale e passività di lungo termine, le obbligazioni con una scadenza lontana nel tempo sono l’investimento meno rischioso (si pensi ad un bond zero coupon, cioè senza cedole, che scade proprio quando si ha necessità del denaro investito, realizzando così un perfetto matching tra la strategia di investimento e l’obiettivo da raggiungere).
Per questi investitori, l’investimento in T-Bills (i nostri BOT) per un lungo periodo presenta infatti il cosiddetto rischio di reinvestimento, visto che è incerto il tasso futuro dei bond che si andranno ad acquistare. D’altro canto, per investitori con un orizzonte temporale di breve termine le obbligazioni a lungo termine sono rischiose, dato il rischio di un aumento del tasso di interesse e la conseguente incertezza sul futuro prezzo di vendita.
PER CONTINUARE LA LETTURA VAI SU youinvest