Condividi

L’asta dei Bot fa bene a Piazza Affari e allo spread

Il positivo ma costoso esito dell’asta dei Bot piace ai mercati che rilanciano Piazza Affari (+1,6) e i listini europei sulle ali del gran recupero delle banche – Bene anche Wall Street ma l’ondata speculativa contro l’eurozona non è finita – Unicredit, Intesa e Bpm guidano il rialzo delle banche – In tre sedute Rcs guadagna il 36% – Lo spread scende a 375.

L’asta dei Bot fa bene a Piazza Affari e allo spread

NEL FINALE IL TORO RALLENTA. MILANO +1,6%
HSBC: A QUESTI PREZZI LE BANCHE SONO BUY

Il Toro, dopo cinque sedute al ribasso, sale con autorità sul ring di Piazza Affari. L’indice Ftse Mib risale dell’1,6% a quota 14.489 con un netto margine di vantaggio sulle altre Borse europee ma battuta su filo di lana da Madrid +1,72%. Parigi limita i guadagni allo 0,49%, di Francoforte +0,86%, Londra +0,53%.

Nel corso della giornata il rimbazo era arrivato a superare il 3%. Le ragioni del boom sono, in parte, incomprensibili al pari della violentissima discesa di martedì. Sta di fatto che i mercati hanno deciso che il risultato dell’asta dei Bot, assorbita l’intera offerta ma a tassi doppi rispetto a febbraio, andava valutata alla stregua di un bicchiere mezzo pieno.

Il Tesoro ha infatti collocato 3 miliardi di Bot a tre mesi con un rendimento dell’1,249% con una domanda pari a 1,81 volte l’offerta. Lo stesso titolo tratta sul secondario a 1,12%. Nell’ultima asta di marzo, il Tesoro aveva collocato Bot a tre mesi con un rendimento dello 0,49%. Collocati anche 8 miliardi di Bot a un anno con un rendimento del 2,84% sopra al 2,6% del mercato secondari (contro 1,4% di febbraio).

L’esito dell’asta, comunque assai costosa, ha permesso di raffreddare in parte la tensione sul debito sovrano: il Btp decennale è tornato sui livelli di ieri mattina a 5,48% (-18 punti base), lo spread con il Bund si riduce di 24 punti base al 3,69%. L’asta di oggi sui Btp a 3,5 e 15 anni per un importo tra i e i 3 miliardi fa meno paura. 

In forte recupero anche i governativi di Madrid: stamattina il premier Mariano Rajoy ha escluso che la Spagna debba chiedere aiuti dall’esterno.

La ripresa dei listini europei favorisce anche Wall Street che rimbalza dopo il passo all’indietro di ieri: indice Dow Jones +0,6%, indice S&P +0,9%, indice Nasdaq +0,9%. A spingere le quotazioni contribuiscono due fattori:
1) buoni dati macro a partire dall’indice dei prezzi delle importazioni ha registrato in marzo un rialzo dell’1,3%.
2) l’avvio rispante delle trimestrali. Alcoa, che per tradizione inaugura la stagione, ha messo a segno un rialzo del 6% grazie ai buoni risultato, frutto per la verità più di risparmio sui costi che di espansione del business.

Grande impennata delle banche. Non solo per il rimbalzo dei titoli di Stato, comuqnue sempre più presenti nei portafogli, bensì per l’inversione di giudizio di alcuni grandi operatori internazionali, a partire da Hsbc: a questi livelli di prezzo, tanto vale comprare i financial europei. Una bella sorpresa perché è la prima volta che la banca di Sua Maestà dal suo quartier generale di Hong Kong suggerisce un buy sul settore. E così, dopo aver perso quasi un quarto del valore nelle ultime sette sedute, Unicredit sale del 5,46%, meno di Intesa Sanpaolo +5,45%, più di Ubi Banca +2,29% e Banco Popolare +3,9%.

Continua l’altalena in Borsa dei valori interessati alla fusione assicurativa, alla ricerca di un equilibrio nei concambi. Dopo la gelata di martedì sono tornati a respirare sia Premafin +2,84% che Fonsai +1,54%. Unipol chiude a -0,87%.

Tra le utility, si riprendono A2A +1,17% e Snam +1,05%. Eni –0,47%, tra le poche blue chips in terreno negativo. Enel +0,56% nonostante i dati deludenti dei consumi elettrici in Italia scesi del 4,9% a febbraio, rispetto allo stesso periodo del 2011. Riprende parte del terreno perduto Fiat + 1,85%, meglio fa Fiat Industrial che sale del 3,11%. Finmeccanica sale del 1,8% il titolo è stato sospeso per eccesso di rialzo.

Tra le small caps, Maire Tecnimont è in rialzo del 12% dopo aver annunciato la firma di contratti preliminari per lavori da mezzo miliardo di euro per la francese Total.

Montagne russe per Rcs Media Group . Prima aggiorna i massimi dell’anno, poo scende del 2,5% infine chiude a + 2%. In tre sedute il titolo del gruppo che edita Il Corriere della Sera ha guadagnato il 36%.

Commenta