L’assemblea di Premafin ha approvato con il si’ dei soci in rappresentanza di ‘oltre il 50%’ del capitale la ripatrimonializzazione per 400 milioni di euro riservata a Unipol. Questo l’esito del voto comunicato dal notaio Piergaetano Marchetti al termine di una giornata drammatica per la famiglia Ligresti che non ha, però, ancora ammainato bandiera bianca. Ma per le banche la partita è chiusa: il piano di ristrutturazione del debito di Premafin “risulta approvato in automatico”, dopo che l’assemblea ha dato il via libera a maggioranza all’aumento di capitale fino a 400 milioni di euro riservato a Unipol. Questa la prima reazione del fronte delle banche creditrici di Premafin, all’esito dell’assemblea della finanziaria cui fa capo Fondiaria Sai.
E’ stata, comunque una giornata ricca di suspense. Solo poco prima delle 18 nella sala assembleare si era materializzato Paolo Ligresti, le cui azioni erano decisive per raggiungere il quorum necessario per votare l’aumento di capitale fino a 400 milioni riservato ad Unipol. Fino a quel momento, infatti, risultava depositato poco più del 46% del capitale, ovvero il 20% di cui è titolare Sinergia, la società su cui pende una richiesta di fallimento da parte della Procura di Milano, affidata a un collegio di liquidatori composto da Claudio Calabi e Salvatore Spiniello, più le quote, ciascuna pari al 10%, di cui sono titolari Jonella e Giulia Ligresti. Poco prima l’assemblea aveva vissuto il suo momento più carico dal punto di vista emotivo: Giulia Ligresti, in qualità di presidente di Premafin, aveva dovuto leggere la nota con cui Unipol affermava che “intende uniformarsi a quanto disposto dalla Consob” precisando che in materia di manleva “l’impegno può essere limitato – e comunque Ugf lo limiterà – nella sua portata ai soli consiglieri e sindaci” che non siano azionisti di Premafin, conformemente alle richieste della Consob.
“Prendo atto del comunicato Ugf”. E’ stato il commento del presidente di Premafin Giulia Ligresti. “Non sono in grado di definirne oggi la portata – ha aggiunto . Verrà valutato dai nostri legali”. Dopo aver pronunciato queste parole Giulia Ligresti ha risposto a una telefonata al cellulare. “Scusatemi, questa è un’assemblea un po’ più movimentata delle precedenti – si è quindi giustificata -. Il momento è un pochino delicato e anche l’argomento è delicato”. La presidente Giulia ha quindi momentaneamente lasciato la lettura della documentazione in assemblea al direttore generale Andrea Novarese, per uscire a confrontarsi velocemente con la sorella Jonella. I volti delle due sorelle erano vicini alle lacrime.
Dopo c’è stata la svolta. I tre Ligresti hanno votato a favore dell’aumento di capitale, evitando così il baratro del fallimento di Premafin. Ma sia il rappresentante di Paolo Ligresti sia quello di Jonella Ligresti nell’annunciare il voto favorevole all’aumento di capitale Premafin hanno invitato il Cda a valutare comunque proposte migliorative. “Come presidente Premafin mi impegno a sottoporre celermente al Cda gli inviti che mi sono stati sottoposti dai due azionisti – ha replicato Giulia Ligresti – e questo essendo l’operazione con Unipol ancora in condizioni sospensive”.
”Guardate a quello che e’ stato fatto in assemblea – ha commentato alla fine Paolo Ligresti –. Ora si dovra’ vedere come valutera’ il Cda la lettera di Unipol Gruppo Finanziario. Se il Cda la ritiene valida si andra’ avanti. Poi si dovra’ esprimere anche la Consob, adesso la parola va a Consob”. Paolo Ligresti si collegava al parere del professor De Nova, letto in assemblea da Giulia Ligresti, che considera “inefficace” la revoca degli accordi di manleva legale che poco prima i legali della Unipol avevano fatto pervenire alla holding. “Nella side letter è esplicitato che la manleva è irrevocabile”, ha spiegato il legale. Si profila il ricorso al Tar contro la decisione della Consob, iniziativa che comunque allungherà i tempi dell’operazione.