Prada archivia il primo semestre con un balzo del 59,5% dell’utile netto, sostenuto dai consumatori asiatici che hanno continuato a proteggere il gruppo dal rallentamento della crescita sperimentato da società rivali del lusso.
“Pur consapevoli del negativo trend del mercato, ma contando sulla forza dei nostri marchi e sulle nostre capacità di perseguire gli obiettivi prefissati, guardiamo con fiducia al prossimo futuro, senza peraltro modificare la nostra strategia mirata a perseguire obiettivi di crescita nel lungo periodo”, commenta nella nota sui risultati l’ad Patrizio Bertelli.
L’utile dei primi sei mesi dell’esercizio, chiusi al 31 luglio, si è attestato a 286,4 milioni di euro, poco sotto le attese di 290,3 milioni di un sondaggio condotto da Reuters con sei analisti. L’Ebitda, pari a 469,4 milioni, ha raggiunto il 30% dei ricavi, con un incremento del 49% rispetto al primo semestre 2011. I ricavi consolidati, come già annunciato a inizio agosto, sono saliti del 36% a 1,55 miliardi.
La generazione di cassa ha consentito di finanziare gli investimenti del periodo, di erogare dividendi agli azionisti per 126 milioni di euro e di migliorare la posizione finanziaria netta del gruppo che, a fine luglio 2012, era positiva per 82,5 milioni. Tra le 28 aperture del semestre si segnalano quelle nei nuovi mercati, ossia Marocco, Brasile, Messico e Ucraina. Al 31 luglio il network retail contava 414 DOS di cui 263 Prada, 102 Miu Miu, 43 Church’s e 6 Car Shoe.
A livello di canali di distribuzione, in linea con la strategia che il gruppo persegue ormai da alcuni anni, anche in questo semestre lo sviluppo dei ricavi è stato guidato dal canale retail che, a seguito di nuove aperture e crescita organica, ha registrato un incremento pari al 47% (+37% a cambi costanti), raggiungendo l’80,7% delle vendite consolidate. Il canale wholesale si è attestato a 294,7 milioni, segnando un aumento del 4% (+1% a cambi costanti).