Giornata di alti e bassi ma nel complesso stabile in Asia. La chiusura composta di Wall Street (i dati della contabilità nazionale americana rilasciati ieri mostrano un sostanzioso aumento dei profitti societari nel secondo trimestre) e l’annuncio del parere preliminare – negativo – del Parlamento inglese all’azione militare contro la Siria ha rasserenato l’atmosfera e il prezzo del petrolio è sceso a quota 107,6 $/b. Le notizie sull’economia reale in Giappone sono nel complesso positive: il tasso di disoccupazione è sceso al 3,8% e la produzione industriale è aumentata sul mese di oltre il 3%, anche se meno di quanto atteso dagli analisti; è stata così cancellata la caduta di giugno. Ciò che è più importante, l’inflazione aumenta, come auspicato dalla Banca del Giappone e come raccomndato dalla ‘Abenomics’. L’indice dei prezzi al consumo esclusi i cibi freschi si è impennato dello 0,7%, anche se l’aumento dei prezzi è tirato dall’energia: al netto di alimentari ed energia la deflazione continua (-0,1%) pur se a ritmi più bassi.
L’euro si è alquanto indebolito, a 132,4 nel primo pomeriggio dell’Estremo oriente, mentre lo yen si mantiene sopra quota 98. L’arresto (momentaneo) nel rullar dei tamburi di guerra ha indebolito l’oro, che si mantiene tuttavia sopra quota 1400.