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L’Asia sale e chiude il trimestre con un buon rialzo

Bisogna tornare al 9 giugno 2008, ben prima del fallimento della Lehman Brothers, per trovare un valore più alto dell’indice azionario dell’area asiatica. L’MSCI Asia Pacific Index (sono chiusi per vacanza i mercati a Hong Kong e Bangkok) sta salendo dello 0,4% nel primo pomeriggio dell’Estremo Oriente, supportato dall’inchiesta Tankan che segnala una buona tenuta dell’ottimismo per le grandi e medie imprese giapponesi. Soprattutto, anche all’indomani dell’aumento dell’Iva, che avrebbe dovuto avere un effetto depressivo, i produttori giapponesi segnalano intenzioni di investimento oltre le attese. Il Topix a Tokyo sta salendo dell’1,2% (come il Nikkei), con lo yen a 101,45 (ma ieri si era rafforzato sino a 101,24) . In Cina l’indice PMI ‘ufficiale’ si situa ancora sopra quota 50, salendo dal 50,8 di maggio al 51.0 di giugno (la lettura finale dell’altro PMI, il Markit-HSBC, dà 50,7 contro 49,4 in maggio).

L’oro fa ‘prove di risalita’: le attività del più grosso ETF legato all’oro – lo SPDR – stanno salendo e le quotazioni del metallo giallo hanno raggiunto quota 1327 $/oncia.

L’euro guadagna contro dollaro, a 1,369 e il petrolio è all’incirca stabile: WTI 105,7 $/b. Futures su Wall Street e Londra poco variati.

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