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L’Asia continua nel rally, calano petrolio e oro

L’inflazione americana di base – esclusi alimentari ed energia  – ha visto l’indice dei prezzi in giugno aumentare solo dello 0,1%. Questa tendenza ancora ‘fredda’ dei prezzi segnala meno pericoli di una imminente normalizzazione dei tassi e Wall Street ieri ha reagito positivamente (S&P500 al record storico). L’Asia non è fatta pregare e l’indice regionale MSCI Asia Pacific ha continuato la serie positiva con un aumento dello 0,4% (Tokyo stabile, Shanghai +0,2%, Jakarta +0,5% di seguito alla vittoria di Joko Widodo nelle elezioni presidenziali). Le convulsioni della geopolitica si sono date una pausa – quanto basta per ridurre i prezzi dell’oro (1309 $/oncia) e del petrolio che è sceso (WTI) a 102 $/b, riallargando il differenziale col Brent (a 107,2).

Gli andamenti del mercato immobiliare registrano prezzi delle case ancora crescenti in America (il che è positivo perché riduce il numero di case il cui valore è inferiore al debito di mutuo residuo) e in rallentamento in Cina: è probabile che le banche cinesi offrano sconti sui tassi di mutuo per sostenere un mercato in fase di maggiore cautela.

Lo yen è stabile a 101,4 contro dollaro, mentre l’euro si è nettamente indebolito e quota 134,5. Il dollaro australiano si è rafforzato, di seguito a una inflazione più alta del previsto, ciò che riduce le prospettive di un ribasso dei tassi-guida.  

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