Il Def-Con di Las Vegas (9-12 agosto), il più grande evento sulla cybersecurity che riunisce nella capitale del Nevada i migliori ex-hacker del mondo (e qualche hacker in attività), si è da poco chiuso con risultati straordinari, soprattutto per un evento che ha visto 30 ragazzini hackerare in tempi velocissimi siti e macchine elettorali Usa, quelli che avevano assegnato nel 2016 a Trump la “vittoria” delle elezioni contro la Clinton. E che dovrebbero ancora una volta essere al servizio dei boicottatori trumpiani nelle prossime elezioni Midterm. Sotto i nostri occhi il più abile di loro, una undicenne, ha cambiato i risultati elettorali “ufficiali” manipolando voto, nomi di partiti, nomi di candidati e totali dei voti. Ed ha triplicato il numero di voti trovati sul sito web in meno di 15 minuti. Non solo: alcuni di questi genietti hanno trasformato queste macchine elettorali in divertenti jukebox.
I 231 MILIARDI DI DOLLARI IL MERCATO DELLA CYBERSECURITY
lI tutto si è svolto al Def-Con Voting Machine Hacking Village, presso il pacchiano mega hotel-casinò Caesars Palace, che, insieme al Flamingo, aperto nel 1946 dal gangster Bugsy Siegel, è la sede di DEF-CON. Un successo annunciato di anno in anno per questa convention di ex-hacker (molti sono ora consulenti di governi e multinazionali): i visitatori erano 8mila nel 2008, e a questa edizione, la 26a, hanno superato quota 30mila. Niente registrazioni on line (e chi si fida? dicono…), molto caldo fuori (40-45 gradi, nemmeno 20 all’interno) e una serie di rivelazioni che fanno rabbrividire.
Tra un centinaio di conferenze iperspecialistiche, gare di super cervelloni (c’erano anche italiani, bravissimi), incontri riservatissimi e pochissime formalità, è stato dimostrato che i nostri percorsi digitali sono costellati di altissimi rischi. A partire da quelli legati alla casa smart che con i suoi impianti e apparecchi connessi a “nuvole”, siti, centrali di sorveglianza, centri di assistenza e smartphone, è facilmente hackerabile. Ma dietro questo gioco di super cervelli, una realtà vera, di miliardi di dollari: secondo Statista il giro d’affari della cybersecurity supera i 231 miliardi di dollari, con una spesa media per azienda di 1,8 milioni di dollari. E con aumenti sempre a due cifre.
GLI HACKER COLPISCONO ANCHE SENZA INTERNET
I funzionari degli Stati e quelli federali presenti hanno provato ad attaccare l’attività di questi laboratori, dimenticando che l’anno scorso era accaduta la stessa cosa, in tempi ancor più rapidi e da parte di “autorevoli” ex-hackers che con argomenti incontrovertibili avevano messo a tacere ogni critica. Di nuovo hanno dimostrato con una chiarezza estrema non solo che era facile alterare i risultati elettorali ma anche che le falsificazioni erano avvenute e con quali modalità….Abbiamo interpellato uno degli organizzatori riferendo le aspre critiche dei rappresentanti dei diversi stati. Questi hanno accusato gli organizzatori di aver allestito un laboratorio ben lontano dalla realtà. “Non è vero, è esattamente quello che funziona durante e dopo le elezioni”.
Del resto, alcuni di questi funzionari trumpiani hanno obiettato che in realtà le macchine elettorali, per limitare attacchi e violazioni sarebbero “air gap” e cioè mai connesse a Internet. Gli hacker se ne fregano –hanno risposto gli organizzatori di DEF-CON- riescono a violare qualsiasi devices anche non connesso. E infatti, Stuxnet, un virus tremendo è stato in grado di violare il sistema nucleare iraniano nonostante non fosse connesso a Internet. Gli iraniani tenevano infatti le loro centrifughe dentro caveau blindati nel deserto, senza nessuna connessione a Internet.
Fonte: La casa di Paola