Un dipinto che rigenera, solo per i colori caldi utilizzati, tutte le fatiche e i pensieri che ognuno di noi può avere accumulato durante l’anno. Nel dipinto sono raffigurati due contadini, un uomo e una donna, che giacciono distesi su un covone di grano…, probabilmente una pausa durante il lavoro dei campi come è sottolineato dalle roncole abbandonate da un lato. La Sieste o la Méridienne – il titolo – fu dipinta durante il soggiorno di Van Gogh a Saint-Rémy di Provence nel periodo in cui l’artista si trovava ricoverato in ospedale (1889-1890). La composizione trae ispirazione da un disegno che Millet aveva eseguito per la serie Le quattro ore del giorno.
Vincent spiega al fratello il suo modo di procedere con queste parole: “più che altro è come tradurre in un’altra lingua, quella dei colori, le impressioni del chiaroscuro in bianco e nero”. Van Gogh ha imitato in più di un’occasione le opere di Millet da lui ritenuto come “un pittore più moderno di Manet”. Fedele alla composizione originale perfino nei particolari della natura morta in primo piano, Van Gogh riesce a fare completamente sua questa scena di riposo che, nell’opera di Millet, simboleggia la Francia rurale degli anni sessanta del XIX secolo. Questa ritrascrizione personale passa essenzialmente attraverso una sequenza cromatica basata sul contrasto dei colori complementari blu-viola e giallo-arancio. Nonostante il carattere rassicurante del soggetto, in quest’opera ritroviamo l’intensità unica dell’arte di Van Gogh. L’opera è attualmente al Musee d’Orsay di Parigi.
Van Gogh e la paura di perdere il contatto con la realtà
Confinato per lunghi periodi nella sua cella o nel giardino del manicomio, non avendo scelta tra i soggetti e rendendosi conto che la sua ispirazione dipendeva dall’osservazione diretta, van Gogh lottò contro il dover lavorare a memoria. A Saint-Rémy attutisce i colori vividi e assolati dell’estate precedente e cerca di rendere la sua pittura più calma. Mentre reprimeva la sua eccitazione, tuttavia, si coinvolse con maggiore fantasia nella drammaticità degli elementi, sviluppando uno stile basato su forme dinamiche e un uso vigoroso della linea (spesso equiparava la linea al colore).
I migliori dei suoi quadri di Saint-Rémy sono quindi più audaci e visionari di quelli di Arles. Fu un periodo che qualcosa si modificò nel dal suo stile precedente: le forme naturali nei suoi dipinti divennero meno contorte e nella luce del nord adottò tonalità più fresche e fresche. La sua pennellata divenne più ampia ed espressiva e la sua visione della natura più lirica. Tutto in queste immagini sembra muoversi, vivere. Questa fase fu però breve e finì con litigi con Gachet e sensi di colpa per la sua dipendenza finanziaria da Theo (ora sposato e con un figlio) e la sua incapacità di avere successo. Nella disperazione di riuscire a superare la sua solitudine o a guarire, van Gogh si sparò. Non è morto immediatamente. Quando fu trovato ferito nel suo letto, avrebbe detto “Je me suis tiré une balle… J’espère seulement que je ne l’ai pas bâclé“, sottolineando poi alla polizia “Ce que j’ai fait ne regarde personne d’autre. Je suis libre de faire ce que je veux avec mon propre corps“.