Sulla prudenza sappiamo tutto, ne conosciamo pregi e virtù, ma è l’imprudenza ormai a essere praticata dai più. Forse bisognerebbe cominciare a scriverne, in modo leggero e ironico, come fece a proposito della stupidità il celebre storico economico Carlo M. Cipolla, nel classico “Allegro, ma non troppo”.
I due saggi che compongono il nuovo agile pamphet (“L’arte dell’imprudenza. Dialoghi e lettere segrete”) di Franco Botta, raffinato intellettuale ed economista dell’Università di Bari, segnalano bene, attraverso un’ironia condita dalla passione civile, come l’imprudenza abbia guadagnato spazio e consenso anche in Puglia, una regione nota per l’essere stata a lungo abitata da un popolo di formiche. “Oggi anche in questi luoghi sono l’imprudenza e il coraggio a dominare e sulla scena abbondano quanti amano il rischio” si legge nel risvolto di copertina.
I due saggi utilizzano la forma del dialogo e delle lettere per argomentare, come si usava nel Settecento facendo uso della immaginazione. L’autore pensa infatti – come Martha Nussbaum – che la letteratura abbia la capacità di condensare in poche righe ciò che di solito richiede pagine e pagine.
Molte delle persone di cui si parla in queste pagine esistono e sono note, altre invece sono frutto d’immaginazione. Sia i dialoghi che le lettere non avrebbero dovuto avere alcuna circolazione. Vicende casuali hanno invece consentito che i primi venissero registrati e le seconde salvate in un computer, trovando spazio sui giornali e ora in questo piccolo volume che merita davvero di essere letto.