Nella fioritura di consuntivi che caratterizza questo periodo dell’anno merita di essere ricordata la Relazione dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), attivo presso la Consb che ne sostine l’attività e giunto al suo secondo anno di operatività.
1824 i ricorsi ricevuti, di cui 1408 quelli ammessi con oltre 1650 decisioni assunte e 33,5 milioni di euro di risarcimenti complessivamente riconosciuti: sono questi i numeri che balzano agli occhi anche ad una prima lettura superficiale della Relazione.
Apparentemente il numero dei ricorsi pervenuti all’ACF non si discosta da quello dell’anno precedente. Ma va subito precisato che nel 2017 l’operatività dell’Arbitro fu fortemente condizionata dal numero rilevante (circa il 40% del totale ) dei ricorsi inoltrati dagli azionisti delle due banche venete; pertanto, depurandolo di questa componente straordinaria, il dato del 2018 risulterebbe in forte crescita (60%) a testimonianza del successo riscosso da questo strumento appartenente alla famiglia degli ADR (Alternative Dispute Resolution) .
Osserva in proposito con una punta di malcelato orgoglio il Presidente di ACF, Giampaolo Barbuzzi,: “ si tratta di risultati positivi, che danno il senso di un progressivo consolidamento del ruolo assegnato all’ACF, di organismo incaricato di risolvere controversie tra risparmiatori retail e intermediari autorizzati, in caso di violazione da parte di questi ultimi degli obblighi di diligenza, correttezza, trasparenza ed informazione nella prestazione dei servizi d’investimento nei confronti della clientela”.
In questo ambito – aggiunge Barbuzzi – “ di particolare rilievo è stata, l’attività svolta sul finire del 2018 in attuazione del cd. decreto milleproroghe, che ha consentito a poco meno di 1.000 risparmiatori coinvolti nelle note vicende che hanno interessato le due banche venete, poste in liquidazione coatta amministrativa a giugno 2017, e le quattro banche risolte a fine 2015 di ottenere un ristoro immediato, in quanto vittime di misselling (vendita fraudolenta), per un controvalore complessivo di circa 30 milioni di euro”.
Sul piano qualitativo va sottolineato come il perimetro delle decisioni assunte da questo Collegio arbitrale, composto di 5 membri, spazia dalle questioni di rito a quelle concernenti la sua competenza; dalle questioni di legittimazione a quelle legate ai limiti del suo potere cognitivo; dalle questioni concernenti l’istruzione probatoria a quelle preliminari di merito; dalle questioni di merito in termini di obblighi di condotta a quelle relative al danno risarcibile .
Un ampio panorama, dunque, di cui danno preciso conto le pagine di questa Relazione con spunti decisamente interessanti, delineando sentieri decisionali che, in alcuni casi, ripercorrono quelli già esplorati dalla giurisprudenza tradizionale; in altri casi, invece, forniscono spazi e supporti di riflessione a inedite future soluzioni giurisprudenziali .
Un rapido accenno va anche fatto alle criticità riscontrate attraverso la concreta operatività dell’ACF e che si possono fondamentalmente distinguere in due categorie: esterne all’Arbitro, o interne all’ACF.
Sul primo versante, da un lato è stato spesso riscontrato un adempimento più formale che sostanziale alle norme di comportamento, che obbligano l’intermediario ad una condotta ispirata a fornire il migliore servizio possibile al cliente; dall’altro lato, quello della clientela, è stato parimenti individuato un atteggiamento prevalentemente passivo fino al momento in cui non si ha la percezione di un qualcosa che non sta andando per il verso giusto. Sovvertendo queste due tipologie di comportamenti, è facile intuire che si ridurrebbe drasticamente il numero dei casi controversi e dei successivi ricorsi.
Quanto alle criticità di natura interna all’Arbitro, probabilmente, la più rilevante riguarda la necessità di un suo potenziamento per far fronte in modo ancora più efficace e tempestivo ai volumi di ricorsi presentati. Un’ esigenza, già avvertita dopo il primo anno di operatività e che è stata anche ribadita nelle pagine del recente Piano Strategico Triennale 2019-2012 della Consob.
Spostando, poi, l’attenzione ai primi dati del 2019, anche il trend del primi 3 mesi, contrassegnato da un significativo incremento del flusso dei ricorsi in entrata, conferma per Barbuzzi che “la costituzione dell’ACF ha consentito di intercettare una domanda di tutela in una sede stragiudiziale ampiamente diffusa e ramificata su tutto il territorio nazionale, considerato che sono pervenuti ricorsi da risparmiatori residenti in tutte le regioni del nostro Paese”.
Un importante riconoscimento, in definitiva, della preziosa funzione di questo presidio di legalità offerto agli investitori nell’ottica di uno sviluppo del mercato finanziario italiano ancor più efficace e nel segno di un’equilibrata composizione degli interessi espressi dai suoi molteplici attori.