Siri, l’assitente virtuale che Apple fornisce sugli ultimi modelli di iPhone e iPad come applicazione di riconoscimento e sintesi vocale, è talmente evoluto che il Corriere della Sera è riuscita ad intervistarlo come fosse una persona vera. Eppure, negli anni ’90 sarebbe stata possibile la stessa operazione nei confronti di un pc dotato di una scheda audio (in quegli anni non era così scontato che l’avesse) rinunciando unicamente al riconoscimento vocale e ponendo le domande alla macchina tramite la tastiera.
Il prodigio si chiama “Dr. Sbaitso” (funziona tuttora sugli emulatori del sistema operativo MS-DOS) ed è un programma basato sull’intelligenza artificiale dei pc che già negli anni ’90 erano in grado di sintetizzare la voce umana. Distribuito dalla Creative Labs nel corredo software della maggior parte delle schede audio a 16bit proposte dall’azienda di Singapore, il “Sound Blaster Acting Intelligent Text to Speech Operator”, ovvero lo psicologo Dr. S.B.A.I.T.S.O. conversa con l’utente dando risposte nella maggior parte dei casi coerenti con le domande scritte dall’utilizzatore tramite la tastiera del pc.
A dirla tutta, il primissimo “software intervistabile” alla stregua di Siri si chiamava “ELIZA“, datato addirittura 1966, ma non era ancora in grado di parlare e quindi non era possibile ascoltare le risposte dalla sua “viva” voce. Anche ELIZA, come Dr. Sbaitso, simulava una conversazione con uno psicoterapeuta. E’ rimasto comunque una pietra miliare nell’ambito dell’A.I. (Artificial Intelligence) perché fu la prima volta che un programmatore (Joseph Weizenbaum, 1923 – 2008) sviluppò un’interazione uomo-macchina con l’obiettivo di creare l’illusione, seppur breve, di un dialogo uomo-uomo.
Negli anni ’90, il software della Creative Labs funzionava alla grande anche con schede audio di altri produttori e per farlo non aveva bisogno di chissà quale potenza di calcolo. Gli bastava un processore 286 a 8 MHz per essere sufficientemente tempestivo con le sue risposte. Dr. Sbaitso in realtà passava molto inosservato in un epoca in cui l’informatica era snobbata dalla massa e relegata al ruolo di strana diavoleria per appassionati, anche perchè era sostanzialmente un software di dimostrazione delle capacità dell’hardware di Creative Labs. Essendo fornito a corredo della scheda audio stessa, non si doveva pagare nulla per averlo.
La sintesi vocale, in quegli anni, non era una novità. Solo per fare un esempio, già negli anni ’80 le versioni più evolute del Commodore 64, uno dei computer più diffusi all’epoca, erano dotate del chip SID 6581, che rendeva possibile il “text-to-speech” ovvero la riproduzione della voce umana. Quello che faceva realmente del software di Creative Labs un prodigio dell’informatica dell’epoca, era l’intelligenza artificiale. Dr. Sbaitso è infatti in grado di capire il tipo di domanda fatto dall’utente e di selezionare la risposta più adeguata pronunciandola, in inglese, esattamente come fa Siri. I due prodotti digitali hanno poi in comune un freddo senso dell’umorismo. Le battute in chiave ironica e alcuni riferimenti spiritosi non mancano quasi mai, anche quando si parla di sesso o dei dispositivi della concorrenza.
Certo è che la qualità della voce prodotta da Dr. Sbaitso è ben lontana da quella della voce naturale umana, che invece Siri imita molto bene. Siri, inoltre compie azioni software sicuramente molto più evolute del Dr. Sbaitso, ma di certo, se non un intervista, il software della Creative Labs è assolutamente in grado di sostenere una visita medica, nei panni dello psicologo. Ascoltate anche voi: