16 anni e 362 giorni. Segnatevi questi numeri, perché da martedì notte scandiscono un nuovo record nella storia del calcio. Con il gol (e che gol!) alla Francia, infatti, Lamine Yamal è diventato il giocatore più giovane ad aver segnato tra Europei e Mondiali superando un certo Pelé, il cui primato durava dal 1958 (17 anni e 239 giorni). Nessuno, è bene sottolinearlo, si sogna di paragonare il baby talento del Barcellona a un mostro sacro come O Rey, ma l’accostamento è tutt’altro che blasfemo: se trascini la Spagna a una finale europea prima ancora di aver compiuto 17 anni, del resto, il sospetto che tu possa rientrare nella categoria dei “fenomeni” è piuttosto fondato.
Gol, assist e giocate da urlo: la Spagna ai piedi di Lamine Yamal
Il mondo del calcio si era già accorto da tempo delle sue straordinarie doti, ma da martedì i riflettori sono letteralmente impazziti. Yamal non ha solo segnato un gol bellissimo e storico, ha addirittura trascinato la sua Nazionale a una finale attesa da 12 anni, mostrandosi decisivo proprio come un veterano. Non male per un ragazzo del 2007, nato a Matarò (97 km da Barcellona) da padre marocchino e mamma guineana, che fino a un anno fa giocava nell’Under 19 spagnola e che ora fa la differenza nell’Europeo dei “grandi”.
Un simile salto non è per tutti, anzi si può dire che è cosa piuttosto rara: ecco perché la Roja si sfrega le mani, consapevole di avere in casa un probabile futuro Pallone d’Oro. Mundo Deportivo e Sport, quotidiani di Barcellona, parlano solo di lui, mentre i madrileni Marca e As, in linea con una rivalità troppo forte per essere anche solo scalfita, preferiscono celebrare il collettivo, la sostanza però non cambia: questo nuovo ciclo della Spagna (anche se non è ancora detto che sia vincente) si basa anzitutto su di lui e Nico Williams, simboli di un calcio multiculturale che avanza ovunque, tranne che da noi.
Il Barça se lo gode: clausola da 1 miliardo e “clasico” con Mbappé stravinto
Grandi meriti, ovviamente, sono del Barcellona, ancora una volta pioniere nel marcare il territorio e, soprattutto, lanciare in prima squadra un baby talento. Le big italiane faticano a convocare i ragazzini più promettenti, il Barça invece, nonostante le pressioni di un club obbligato a vincere, non si fa problemi a farli giocare titolari, tanto che Yamal, 17 anni sabato (a proposito: auguri!), ha già 52 presenze e 7 gol tra Liga, Champions League e coppe varie.
Il discorso si proietta poi sulla Nazionale, visto che Lamine si è presentato all’Europeo con 7 partite e 2 gol, saliti poi rispettivamente a 13 e 3. Un talento così non nasce spesso, ma è fondamentale coltivarlo sin dagli albori, senza farsi condizionare troppo dalla carta d’identità: a Barcellona lo sanno bene, non a caso gli hanno rinnovato il contratto fino al 2026 in tempi non sospetti, fissando però una clausola rescissoria da un miliardo di euro, come a dire “non provate nemmeno ad avvicinarvi”.
Il prezzo, al netto di ingaggio e commissioni, è più o meno quello pagato dal Real Madrid per Mbappé, uscito distrutto dal confronto: l’Europeo di Kylian è stato indubbiamente condizionato dalla rottura del setto nasale, ma l’eliminazione ad opera proprio di Yamal, futuro competitor nella Liga, è perlomeno simbolica.
In Catalunya se la ridono, come dimostra il post pubblicato sui social poche ore dopo la partita, nel quale si sottolineano gli avvenimenti più importanti del 2007: la realizzazione del primo iPhone, il quarto titolo a Wimbledon di Venus Williams, l’inizio e la fine di serie cult come Big Bang Theory e I Soprano, la nascita di Lamine Yamal, 22 anni dopo Cristiano Ronaldo, 20 dopo Messi, 9 dopo Mbappé.
Tecnica sopraffina e futbol vertical: ecco come Yamal ha cambiato la Roja
Ma che giocatore è Lamine Yamal? Il gol alla Francia lo hanno visto tutti, ma dietro c’è molto di più. Xavi e De La Fuente, gli ultimi due ad averlo allenato, hanno speso parole importantissime per lui, il primo definendolo “un calciatore che può segnare un’era”, il secondo “un ragazzo toccato dalla bacchetta magica di Dio, indubbiamente diverso dagli altri”.
Esterno offensivo mancino, ama partire da destra e rientrare sul piede preferito, per scagliare bolidi come quello dell’altra sera, ma anche per servire assist al bacio ai compagni di turno. La qualità migliore è certamente il dribbling in velocità, ma chi lo conosce bene ne sottolinea anche il coraggio di provare giocate difficilissime, senza però scivolare (almeno per ora) nell’arroganza. Un mix fantastico che ha cambiato il gioco della Spagna: la qualità, in alcuni casi addirittura sopraffina, non è mai mancata, ma Yamal l’ha arricchita con una verticalità sconosciuta negli ultimi tempi, trasformando il gioco (a tratti) stucchevole della Roja in un cocktail esplosivo. Domenica sapremo se sarà anche vincente, ma di una cosa possiamo essere certi: c’è un nuovo “sceriffo” nel mondo del calcio, deciso a scrivere pagine di storia per molto, moltissimo, tempo.