Da Parigi il governatore della Fed Janet Yellen parla con toni da colomba nella sua prima uscita dopo la vittoria repubblicana al Congresso confermando che una politica monetaria di sostegno resta necessaria data la ripresa economica lenta e squilibrata.
Le Borse europee però non riescono a risollevarsi: Milano chiude in calo dello 0,99% mentre lo spread Btp-bund risale a 155 punti base, peggio fa Madrid -1,32% mentre Parigi cede lo 0,89% e Francoforte lo 0,91%. Londra strappa una chiusura in territorio positivo a +0,25%.
In Europa intanto iniziano i commenti alle parole di Draghi da parte dei falchi tedeschi con le dichiarazioni del presidente della Bundesbank Jens Weidmann che ha puntualizzato che la volontà della Bce di ampliare il suo bilancio di mille miliardi di euro è un’ipotesi e non un obiettivo. I mercati si interrogano anche sulla situazione della Commissione Ue, con il presidente Juncker in affanno per lo scandalo fiscale del Lussemburgo.
Anche Wall Street parte incerta e alla chiusura dell’Europa si mantiene debole attorno alla parità: Dow Jones +0,04%, S&P500 +0,04% mentre il Nasdaq cede lo 0,3%. Dagli Usa sono arrivati i dati sul mercato del lavoro. Mentre il tasso di disoccupazione a ottobre è sceso oltre le stime al 5,8% dal 5,9%, il valore più basso dal luglio 2008, i posti di lavoro creati sono stati 214 mila, meno dei 233mila attesi dal consensus. Si tratta tuttavia di un aumento di oltre 200mila unità per il nono mese consecutivo.
Intervenendo alla conferenza presso la Banque de France “Central Banking: The Way Forward”, Yellen ha promesso trasparenza nel comunicare le sue intenzioni ma ha avvertito che la normalizzazione della politica monetaria “potrebbe portare a un incremento della volatilità” nei mercati finanziari. Nessun commento ai dati sull’occupazione di oggi ma il numero uno della Fed ha confermato che una politica monetaria di sostegno resta necessaria.
Dopo le parole della Yellen hanno accelerato gli acquisti sui titoli decennali Usa. Il cambio euro dollaro, dopo essersi brevemente indebolito, ha chiuso in rialzo dello 0,34%, a 1,2417. In giornata l’euro ha toccato il record sul rublo oltre quota 60. Il petrolio Wti recupera dell’1,33% a 78,95 dollari al barile. L’oro sale dell’1,99% a 1165 dollari l’oncia.
A Piazza Affari si confermano le vendite sulle banche, in linea con la generale debolezza del settore in Europa: peggior titolo del Ftse Mib è Unicredit che cede il 3,34%, seguito da Azimut -3,33%, Bper -3,23%, Banco Popolare -2,89%. Giù anche Enel -2,75%.
In rosso, dopo gli acquisti della mattinata, anche Telecom Italia -1,54% che oggi ha pubblicato i conti dove il gruppo indicava migliori prospettive per il mercato domestico dopo anni di difficoltà. Sempre oggi l’ad Patuano ha rilevato di ritenere “obbligatorio esplorare la possibilità di questa opportunità strategica così significativa”, riferendosi a una possibile aggregazione con Oi della controllata Tim Brasil.
In controtendenza in evidenza tra le blue chip, Saipem +4,95%, Prysmian +3,40% che ha pubblicato ieri utili in calo ma ha confermato oggi le stime sui profitti core. Yoox +3,12%, Moncler +2,62%. Conferma i rialzi anche Autogrill +2,38% dopo l’annuncio di ieri di nuove commesse nel Regno Unito.
Acquisti anche sul titolo Telecom Italia che questa mattina ha pubblicato i conti trimestrali in cui ha parlato di migliori prospettive per il mercato domestico (per lunghi anni asfittico). Tra i titoli minori, conferma il balzo Snai +16,51% mentre è crollo per Cattolica Assicurazioni -17,43% dopo l’annunci delle condizioni dell’aumento di capitale da 500 milioni in partenza lunedì.