Mossa a sorpresa della Bce che ieri sera ha deciso di fermare i finanziamenti alle banche greche sospendendo la deroga ai requisiti minimi di eleggibilità dei titoli di Stato ellenici. In altri termini, gli istituti greci non potranno più avere liquidità dalla Bce dando a garanzia titoli di Stato del Paese come fatto fino ad ora nonostante la Grecia non abbia un rating Investment grade (condizione di eleggibilità dei titoli).
La deroga era stata introdotta nel 2010 ed era legata alla permanenza della Grecia all’interno del programma di risanamento della Troika, che scade il 28 febbraio ma su cgui, ha spiegato la Bce, “al momento non è possibile presumere una conclusione positiva del processo di revisione del programma”. Il nuovo esecutivo greco appena insediato e guidato da Tsipras ha deciso di non rinnovare i suoi impegni con la troika e a rinegoziare il debito del Paese.
TOKYO CEDE GIA’ OLTRE L’1%
Attesa apertura pesante in Europa La decisione dell’Eurotower, giunta nello stesso giorno in cui il ministro delle finanze Varoufakis ha incontrato Mario Draghi e a Borse chiuse, aumenta la pressione sulla Grecia e sull’Eurogruppo che si riunirà settimana prossima in una riunione straordinaria l’11 febbraio, alla vigilia del vertice europeo a Bruxelles. Ci si attende quindi per oggi una apertura pesante per i mercati europei. Il nervosismo si fa già sentire in Asia dove Tokyo cede oltre l’1%. L’euro è sceso sotto quota 1,14 sul dollaro a 1,1344. Ieri i mercati hanno chiuso contrastati risentendo delle prese di beneficio dopo i rally del giorno prima. Martedì infatti la stessa Atene era balzata di oltre l’11% in scia alle attese di una positiva conclusione sulla rinegoziazione del debito.
PETROLIO GIU’ A ROTTA DI COLLO
Ieri Atene ha chiuso positiva a +0,89%. Milano ha ceduto lo 0,33%, Madrid lo 0,19% mentre Londra è salita dello 0,17%, Parigi dello 0,39% e Francoforte dello 0,19%. Lo spread Btp-bund è risultato in calo a 118 punti base. L’Europa si è mossa prudente in attesa degli esiti del tour del governo greco e ha beneficiato del dato sull’indice Pmi servizi di gennaio che è salito nell’Eurozona a 52,7 da 51,6 di dicembre. Le attese degli analisti indicavano 52,3 punti. L’indice Pmi composito è salito a 52,6 a gennaio dal 51,4 di dicembre, contro attese ferme a 52,2 punti. Anche in Germania l’indice è salito sopra le attese a 54 punti mentre in Italia è salito a 51,2 punti dai 49,4 di dicembre, sopra la soglia di 50 punti ma sotto le stime degli analisti. Il petrolio ha condizionato la seduta dei listini sulle due sponde dell’Oceano con il Wti che è crollato del 5%. Il calo prosegue anche oggi con il Wti che sui mercati asiatici scambia in calo dell’1,94% a 47,51 dollari al barile.
I MARKET MOVER DI OGGI
Negli Usa sul fronte macro sono stati creati 213mila posti di lavoro nel mese di gennaio nel settore privato, secondo le stime Adp, sotto le attese degli analisti di 240mila. Sopra le attese invece l’indice Ism non manifatturiero che si porta a 56,7 punti dai 56,5 di dicembre. Ora il mercato guarda ai dati sulla disoccupazione che saranno diffusi domani. Oggi occhio agli ordini all’industria tedeschi di dicembre attesi nella mattinata e nel pomeriggio ai dati americani su bilancia commerciale di dicembre, alla produttività del quarto trimestre e alle richieste di sussidio settimanali.
BRACCIO DI FERRO TRA PETROLIO E BANCHE POPOLARI SI PRONUNCIANO SULLA RIFORMA
A Piazza Affari ieri sono finiti in fondo al Ftse mi i titoli legati al petrolio e alle utilities: Tenaris peggior titolo con un calo del 3,03%, Snm cede il 2,13 e Saipem l’1,95%, Eni l’1,41% e Terna l’1,28%. Controcorrente le banche con Bper +4,03% e Banco Popolare +3,07%. Popolari ancora sotto i riflettori dopo l’ultimatum di Renzi: il premier si è detto pronto a ricorrere al voto di fiducia sulla conversione in legge del decreto di riforma del settore. Ieri dal Cda di Assopopolari ha preso visione delle ipotesi studiate dal comitato di esperti a cui l’associazione ha affidato il compito di una proposta di autoriforma per arrivare a un percorso condiviso con il Governo. Due gli scenari individuati dagli stessi istituti per “modernizzare il sistema”: il superamento del voto capitano con l’introduzione della ponderazione del voto di capitale, con particolare favore per i soci con possesso azionario limitato/durevole; una più significativa apertura al capitale nella formazione degli organi di governo della popolare cooperativa. Intanto il Mef ha fatto sapere, sul dossier voto multiplo, che non concederà nessuna proroga al termine previsto (scaduto il 31 gennaio, per l’approvazione nelle assemblee straordinarie del voto multiplo con la maggioranza semplice invece del normale quorum dei due terzi). Mps +1,81%. La Consob ha reso noto che Ubs detiene il 2,164% di cui l’1,52% senza diritto di voto.
ENEL RUSH FINALE VERSO LA PRIVATIZZAZIONE. FOSSATI SCENDE SOTTO IL 2% DI TELECOM
Il Tesoro ha deciso di accelerare sul collocamento di una quota del 5-6% di Enel portando avanti l’operazione entro il mese di febbraio per dare un segnale forte sulla volontà di proseguire con le privatizzazioni. Marco Fossati ha comunicato ieri alla Consob di essere sceso all’1,989% dal 5% del capitale ordinario di telecom Italia con vendite frazionate sul mercato di Borsa. Il titolo ieri ha chiuso in calo dello 0,49%. Per Findim la partecipazione non è più ritenuta strategica ma finanziaria.
CORRE MEDIASET GRAZIE ALLA RACCOLTA PUBBLICITARIA
Corre Mediaset +3,64% grazie alle indicazioni fornite dal cfo Marco Giordani di una raccolta attesa tra +2% e +4% nel 2015, dopo l’andamento negativo del 2014, mentre in Spagna le anticipazioni di stampa parlano di un inizio di 2015 con incrementi intorno al 10% che confermerebbero il trend del 2014. Tra i titoli migliori anche Buzzi Unicem +3,19% e Stm +3,03%.