Per il 65% delle famiglie italiane il proprio reddito è inferiore al necessario, mentre cersce la percentuale dei nuclei che non riescono a coprire i consumi. A lanciare l’allarme è Bankitalia, all’interno di due studi che si riferiscono alla situazione di fine 2010. In crisi soprattutto giovani e affittuari, per i quali si registra un incremento ancora maggiore.
Nell’Inchiesta mensile sulla fiducia dei consumatori appare evidente la difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare qualcosa, a causa della flessione di reddito disponibile. La crisi, inoltre, avrebbe allargato il divario nella distribuzione della ricchezza. La “quota di ricchezza netta detenuta dal decile più ricco – si legge nello studio di Bankitalia – è risalita tra il 2008 e il 2010 dal 44 al 46,1%, così come quella posseduta dall’ultimo quartile è aumentata dal 54,9 al 58,3%
Il “tasso di risparmio delle famiglie consumatrici è sceso dal 12,1% al 9,7%”, tra il 2008 e il 2010, contro il 23,8% del 1991, mentre sale la percentuale di nuclei con risparmio negativo, “aumentata di quasi tre punti fra il 2008 e il 2010, fino al 22%.
Nel 2010 la percentuale di famiglie che, in caso di perdita del lavoro, avrebbe una ricchezza dinanziaria sufficiente per vivere a livello della linea di povertà per almeno 6 mesi è del 9%. Una quota che sale al 15% per i giovani e al 26% per gli affittuari.