Se c’è un ambito nel quale l’Italia mette tutti in fila, è quello dell’agricoltura. Non tanto per la qualità, in molti casi indiscussa dei nostri prodotti, e nemmeno per la riconosciuta varietà dei nostri terreni e delle nostre coltivazioni, ma soprattutto per la sostenibilità. Con 569 tonnellate per ogni milione di euro prodotto infatti, l’agricoltura italiana emette il 46% di gas serra in meno della media Ue 28, e fa decisamente meglio di Spagna (+25% rispetto al nostro Paese, a 715 tonnellate), Francia (che inquina quasi il doppio, 1.059 tonnellate), Germania (+118% a 1.090 tonnellate) e Regno Unito (che quasi triplica il dato, a 1.486 tonnellate).
I dati sono stati calcolati e resi noti attraverso il dossier “L’Italia in 10 selfie”, un’iniziativa promossa da Fondazione Symbola, Assocamerestero e Unioncamere e che per questa specifica parte dell’inchiesta ha utilizzato anche dati Coldiretti. L’Italia inoltre ha il minor numero di prodotti agroalimentari con residui di pesticidi (0,48%), inferiore di sette volte rispetto ai prodotti francesi e di quasi 4 volte di quelli spagnoli e tedeschi. Con 64.210 produttori biologici il nostro Paese è campione del settore, seguito da Spagna (36.207) e Francia (32.264). Non solo: siamo anche sesti al mondo per ampiezza delle superfici a biologico (1,8 milioni di ettari). Ed è pure grazie a questi primati che il valore aggiunto per ettaro in Italia è più del doppio della media Ue 28 e di Germania, Francia e Spagna, e quattro volte quello del Regno Unito. Risultati che si devono anche ai giovani: sono 55.331 le imprese agricole condotte da under 35, dato che pone l’Italia al vertice in Europa. Rispetto alla media, le aziende agricole dei giovani hanno fatturati più elevati (+75%) e più occupati (+50%).
Non è comunque quello agricolo l’unico primato italiano nell’ambito della tutela dell’ambiente. Il dossier della Fondazione Symbola infatti individua anche quello nell’economia circolare: con 307 tonnellate di materia prima per ogni milione di euro prodotto siamo secondi tra i gradi Paesi Ue per uso efficiente di materia, dietro il Regno Unito (236 t, economia trainata però dalla finanza) ma davanti a Francia (326), Spagna (360) e Germania (408). L’Italia è leader europeo per dematerializzazione dell’economia: per ogni kg di risorsa consumata genera 4 euro di Pil, contro una media Ue di 2,24 euro e un dato della Germania di 2,3 euro.
L’Italia con il 76,9% è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, più del doppio della media Ue (36%) e meglio di Francia (53,6%), Regno Unito (43,6%), Germania (42,7%), Spagna (36,1%). Con il 18,5% di materia seconda sui consumi totali di materia l’Italia è leader tra i grandi Paesi europei per tasso di circolarità dell’economia. Una sostituzione di materia che comporta un risparmio pari a 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 58 milioni di tonnellate di CO2 .