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L’agenda dei 10 saggi e quella di Monti

Riforma elettorale ed emergenza economica sul tavolo della task force di Napolitano che si riunisce domani mattina per la prima volta – Il Governo Monti si appresta a varare i decreti anti-recessione: sblocco debiti Pa e fondi europei, rinvio Tares e allentamento Patto di stabilità per i Comuni – Le forze politiche tra freddezza e impotenza

L’agenda dei 10 saggi e quella di Monti

La giornata di Pasqua è valsa alle tre principali forze politiche (Pd, Pdl, M5S) a scoprire l’acqua calda e cioè che le due task force volute dal Capo dello Stato non sono risolutive. Ci voleva davvero grande acume per capire quello che era ovvio fin dal primo momento e cioè che le due task force dei 10 saggi voluti da Giorgio Napolitano possono arare il terreno e facilitare la soluzione dei principali problemi programmatici per il futuro governo ma non hanno i poteri per risolvere i nodi politici che hanno finora impedito la nascita del primo esecutivo della nuova legislatura. In realtà la freddezza con cui Pd, Pdl e M5S guardano al lavoro dei 10 saggi nasconde l’irritazione per essere stati ancora una volta presi in contropiede dall’abilità del Presidente della Repubblica che ha trovato il modo di sgelare le tensioni e di guadagnare tempo in vista delle decisioni che dovranno essere assunte sia per l’elezione del Capo dello Stato che per la formazione del nuovo governo.

Ma di che cosa dovranno occuparsi i 10 saggi quando domani si riuniranno in mattinata al Quirinale con Napolitano? Di riforma elettorale e di emergenza economica prima di tutto. Sul versante istituzionale il primo punto in agenda sarà la cancellazione del Porcellum e l’adozione di un nuovo sistema elettorale, eventualmente con un ritorno al Mattarellum che rimetta nelle mani dei cittadini la scelta dei parlamentari e che ridimensioni l’abnorme premio di maggioranza per la coalizione o il partito che vince le elezioni.

Ma insieme alla riforma della legge elettorale, i saggi di estrazione istituzionale proveranno anche a indicare le soluzioni per tagliare i costi della politica e per rivedere il bicameralismo. Sul piano economico invece i saggi si occuperanno principalmente di debiti della Pa verso le imprese, finanziamento della Cassa integrazione e emergenza esodati ma – in linea con gli impegni internazionali ed europei – proveranno anche ad abbozzare la traccia di un possibile programma economico di governo condiviso dalle principali forze politiche.

Contemporaneamente il governo Monti stringerà i tempi per varare i decreti necessari a frenare la recessione e cioè quelli che riguardano lo sblocco dei primi 40 miliardi di debiti della Pa verso le imprese, il rinvio della Tares, l’allentamento del Patto di stabilità dei Comuni e lo sblocco dei fondi strutturali europei cofinanziati dallo Stato italiani per 6-8 miliardi di euro.

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