La seconda ondata di contagi da Covid 19 ha causato un “chiaro rischio di peggioramento, almeno nel breve” dell’economia. Lo ha affermato la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde nel corso di un’audizione davanti alla Commissione economia del Parlamento europeo. Un intervento che arriva nel giorno in cui torna a riunirsi il Consiglio europeo per parlare dei due temi fondamentali dell’ultimo periodo: la pandemia Covid-19 e la Brexit.
“Nel complesso, si prevede che l’economia dell’area dell’euro sarà gravemente colpita dalle ricadute del rapido aumento delle infezioni e dal ripristino delle misure di contenimento, che rappresentano un chiaro rischio di ribasso per le prospettive economiche a breve termine”, ha affermato la numero uno della Bce, spiegando che “dopo un rimbalzo forte ma parziale e disomogeneo della crescita del Pil nel terzo trimestre, le ultime indagini e gli indicatori ad alta frequenza segnalano che l’attività economica dell’area dell’euro ha perso slancio nel quarto trimestre“.
“La recrudescenza delle infezioni da Covid-19 – ha aggiunto Lagarde – sta pesando in particolare sull’attività del settore dei servizi, particolarmente vulnerabile alle misure di distanziamento sociale”, e se l’indice Pmi dice che la produzione manifatturiera ha continuato a migliorare, “l’attività del settore dei servizi si è ulteriormente indebolita ad ottobre”, con conseguenze avvertite soprattutto dai Paesi dipendenti dal turismo e dai viaggi. In più “il significativo rallentamento dei mercati del lavoro e dei prodotti stanno aggiungendo ulteriori pressioni al ribasso. In questo contesto, prevediamo che l’inflazione complessiva rimarrà probabilmente in territorio negativo fino all’inizio del 2021”.
Uno scenario poco incoraggiante di fronte al quale le istituzioni europee sono chiamate a fare la loro parte.
“La sfida principale per i responsabili politici sarà colmare il divario fino a quando i vaccini non saranno in fase avanzata e la ripresa potrà riprendere slancio”, ha detto. Il pacchetto Next Generation EU “deve diventare operativo senza ritardi”, ha aggiunto Lagarde, secondo la quale “le risorse aggiuntive del pacchetto possono facilitare politiche fiscali espansive, in particolare nei paesi dell’area dell’euro con spazio di bilancio limitato. Dovremmo anche garantire disposizioni adeguate per consentire una spesa ben ordinata ed efficace di questi fondi”.
Il messaggio della presidente della Bce non potrebbe essere più chiaro: bisogna sbloccare la trattative sul Recovery Fund ed evitare ulteriori intoppi. Parole che arrivano mentre sta accadendo l’esatto opposto con la Slovenia che ha annunciato il suo sostegno al veto di Ungheria e Polonia sul Recovery Plan, argomento che arriverà sul tavolo del Consiglio Ue di Stasera.
La Bce dal canto suo sembra intenzionata a dare il buon esempio e ad intervenire con tempestività per sostenere le economie dell’Eurozona. Lagarda ha infatti confermato che “nelle prossime settimane il consiglio dei governatori esaminerà attentamente le ultime informazioni incluse le nuove proiezioni economiche che permetteranno di rivalutare le prospettive economiche e i rischi”. Dopo un’attento esame, novità potrebbero arrivare nel corso della riunione di dicembre, quando l’Eurotower “ricalibrerà i suoi strumenti per rispondere alla situazione per favorire una convergenza dell’inflazione verso il nostro obiettivo in modo sostenuto, in linea con il nostro impegno per la simmetria. Sebbene tutte le opzioni siano sul tavolo, il programma di acquisto di emergenza in caso di pandemia (Pepp) e le nostre operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (delle banche – ndr) hanno dimostrato la loro efficacia e possono essere aggiustate dinamicamente per reagire all’evoluzione della pandemia. È quindi probabile che rimangano gli strumenti principali per l’adeguamento della nostra politica monetaria”.
Lagarde ha concluso il suo intervento rispondendo a una domanda dell’eurodeputato Marco Zanni (Lega) sulle parole del presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, che aveva proposto di cancellare il debito contratto dai Paesi con la Banca Centrale. “La mia risposta è molto corta: tutto quello che va in quella direzione è contro i trattati, c’è l’articolo 103 che proibisce quel tipo di approccio e io rispetto i trattati”.