Contrastanti i segnali sull’economia europea: meglio l’industria, frenano i servizi. Un’indicazione per Christine Lagarde che, in occasione del suo esordio alla testa del direttorio della Bce, ha chiesto ai governi di rilanciare gli investimenti.
Piazza Affari (+0,23%) si avvia al weekend in terreno positivo, in linea con Francoforte (+0,25%). Meglio Parigi (+0,33%) e Madrid (+0,50%). Perde più un punto percentuale Londra nonostante la sterlina debole. Il Btp tratta a 1,18% (+1 punti base).
Christine Lagarde ha affermato che la strategia della Bce sarà presentata “a breve”. Nel frattempo l’ex presidente del Fmi la lanciato un robusto messaggio politico: occorre investire di più, ma anche completare l’Unione Economica e Monetaria. Occorre “cambiare gioco – ha detto – non solo per la nostra stabilità e prosperità, ma anche per quelle dell’economia globale”. Naturalmente questo richiede “un modo di pensare diverso sull’Europa. E certamente non sarà facile”. Comunque, ha ribadito, Francoforte farà la sua parte, continuando a sostenere l’economia e a rispondere ai rischi futuri pur monitorando gli effetti collaterali della propria politica monetaria accomodante. Poi Lagarde si è rifatta, citazione curiosa per un banchiere centrale, a San Francesco: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso, diceva il santo, vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
Tornando alla prosaica legge dei numeri, i mercati hanno preso atto dell’andamento contrastanti degli indici Pmi. L’indice manifatturiero della zona euro, in novembre sale a 46,6, da 45,9 di ottobre, il consensus si aspettava 46,4. Ha sorpreso in positivo soprattutto la Germania, dove l’indice è tornato sui livelli di cinque mesi fa. Al contrario, l’indice Pmi servizi, scende a 51,5 da 52,2: gli economisti si aspettavano un miglioramento a 52,4.
Il negoziato Cina – Stati Uniti resta fermo, anche se dovrebbe ripartire a Pechino nei prossimi giorni: stamattina il presidente Xi Jinping ha ribadito che la Cina è disponibile a lavorare con gli Stati Uniti, ma solo sulla base di un rapporto di rispetto reciproco.
L’oro è in rialzo dello 0,4% a 1.471 dollari l’oncia.
Il petrolio Brent consolida le posizioni, a 63,9 dollari il barile (-0,1%). Le scorte degli Stati Uniti sono scese in modo rilevante provocando qualche timore aggiuntivo sul lato offerta: Iraq ed Iran rischiano di perdere produzione, nel caso le ribellioni e le proteste proseguano.
A Piazza Affari brillano gli energetici: Eni +0,46%, Saipem +1,03%. Tenaris +2%.
Fumata nera per l’ultimo tentativo per trovare l’accordo tra Mediaset e Vivendi. Il gruppo del Biscione non ha chiesto un rinvio dell’udienza prevista oggi. A questo punto Mediaset convocherà un’assemblea a metà gennaio per approvare i nuovi termini della fusione che darà vita a Mediaset For Europe. Il titolo resta in rialzo del 2,54%.
Mediobanca Securities promuove stamane Exor (+0,85%) dopo l’Investor Day. Poco mossa Fca, Cnh +1,62%,
Tra i finanziari, Intesa (-0,1%) dovrebbe chiudere entro la fine dell’anno la dismissione di tre miliardi di euro di crediti deteriorati. RBC alza il target price così come ha fatto per Unicredit (-0,2%). Tonfo di Bper Banca (-2,5%).
In salita il risparmio gestito: Azimut +1%, Fineco Bank +1,9% (Ubs ha avviato la copertura con un Buy), Poste italiane +1%.
Ancora un salto in avanti per Safilo (+4%).