Nuovo taglio dei tassi, il quarto da giugno, da parte della Banca centrale europea che ha portato il tasso sui depositi al 3%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15%, quello sui prestiti marginali al 3,40%.
Ad attirare l’attenzione degli investitori non è tanto la sforbiciata, data per scontata da (quasi) tutti, ma la formula utilizzata per comunicarla. Nel comunicato del consiglio direttivo non c’è più alcun riferimento all’impegno a “mantenere i tassi su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, anche se l’attuale politica monetaria “permane restrittiva”.
“La decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte, sottolineando che la scelta di tagliare è stata presa all’unanimità e che, prima di decidere, i banchieri centrali hanno discusso anche di un eventuale taglio da 50 punti. Rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un taglio da mezzo punto percentuale su cui puntano le scommette degli investitori a gennaio Lagarde ha risposto: “Non ci penso davvero”, aggiungendo che “le cose cambiano nel tempo, in funzione dei dati” e “molte cose si chiariranno nei prossimi mesi, non nelle prossime settimane”.
“Il Consiglio direttivo – si legge nella nota – è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
Lagarde: “Processo disinflazionistico ben avviato”
La Bce ha ritoccato le sue stime d’inflazione, nonostante il lieve aumento di novembre (al 2,3% dal 2% di ottobre).
Secondo le nuove previsioni, l’inflazione si attesterà al 2,4% nel 2024 (da 2,5% di settembre), al 2,1% nel 2025 (da 2,2%) e mantenendo l’1,9% per il 2026. La stima sul 2027 è 2,1%. Nel mese di novembre, secondo l’Eurostat, l’inflazione si attesterebbe al 2,3%, in leggero rialzo rispetto al mese precedente, ma in linea con le attese.
Un quadro positivo che ha spinto la Banca centrale ad affermare che “il processo disinflazionistico è ben avviato”. I rischi sull’inflazione, ha spiegato Lagarde nel corso della tradizionale conferenza stampa a Francoforte, sono più simmetrici del passato e la possibilità che l’inflazione si allontani dall’obiettivo in discesa è quindi più elevato.
“Non è ancora una vittoria sull’inflazione”, ha detto la presidente della Bce, evidenziando che quella “interna ha registrato una flessione ma resta elevata principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo”.
La Bce taglia le stime di crescita, Lagarde: “Le attività economiche stanno rallentando”
Tornando alle previsioni, l’Eurotower ha inoltre rivisto nuovamente al ribasso le stime di crescita, con una nuova sforbiciata rispetto alle previsioni di settembre.
Secondo le “staff projections” la crescita si fermerà allo 0,7% nel 2024, (da 0,8% di settembre), a 1,1% nel 2025 (da 1,3%) e dell’1,4% nel 2026 (da 1,5%). La stima sul 2027 è di 1,3%.
“I nostri esperti si attendono ora una ripresa economica più lenta di quanto indicato nelle proiezioni di settembre – si legge nella nota della Bce – gli indicatori basati sulle indagini congiunturali segnalano una contrazione nell’attuale trimestre”.
“L’economia è cresciuta in maniera superiore alle attese nel terzo trimestre ma gli ultimi dati macro indicano che le attività economiche stanno rallentando”, ha detto Lagarde, evidenziando che “i dati più recenti indicano una protratta contrazione del settore manifatturiero e una crescita più modesta nel settore servizi oltre che una maggiore debolezza rispetto alle attese nelle esportazioni”. A condizione che non si registrino tensioni commerciali, le esportazioni daranno un contributo positivo alla ripresa economica”, ha continuato la numero uno dell’Eurotower. In risposta alla domanda se la Bce non potrebbe stimolare la domanda con un allentamento monetario più deciso, la numero uno della Bce ha detto:”Sono tentata di rispondere che la domanda andrebbe fatta a qualcun altro. Il nostro obiettivo è la stabilità dei prezzi, ognuno deve fare il sul lavoro” e “gli Stati membri, in particolare nell’area euro, devono rispettare le regole di governance che si sono dati facendo allo stesso tempo un consolidamento di bilancio e misure che rilancino la crescita”.
“I rischi per l’economia rimangono orientati al ribasso”, ha proseguito Lagarde, secondo cui “l’Europa potrebbe risentire in particolare da tensioni commerciali che potrebbero pesare sulle esportazioni dell’area”. Il riferimento è alle tariffe punitive minacciate in campagna elettorale da Donald Trump.
Lagarde sulla competitività: “Fondamentale seguire le proposte di Draghi”
Nel corso della conferenza stampa a Francoforte, la presidente della Bce ha affermato che “è fondamentale dare prontamente seguito, con politiche strutturali concrete e ambiziose, alle proposte di Mario Draghi per una maggiore competitività europea e a quelle di Enrico Letta per il rafforzamento del mercato unico”.
Lagarde ha aggiunto che “l’attuazione piena, trasparente e immediata del nuovo quadro di governance economica dell’Ue aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/Pil”.