“Tassi restrittivi, finché necessario”. Un messaggio che la presidente della Bce Christine Lagarde ripete ormai da mesi come un mantra. La Bce ha mantenuto invariati i tassi per la terza pausa consecutiva nel ciclo di rialzi iniziato a luglio 2022 e ribadisce il suo approccio dipendente dai dati, inflazione in primis, anche alla luce delle nuove tensioni in Medio Oriente. Fin qui nessuna sorpresa, ma gli addetti ai lavori guardano soprattutto alle parole della numero uno della Banca centrale europea. La domanda è sempre la stessa, quand’è che Francoforte sarà pronta a tagliare i tassi? Parlare di tagli è ancora “prematuro” per Lagarde e il consiglio direttivo, rilanciando una possibile sforbiciata durante l’estate. Le decisioni continueranno ad essere prese “riunione dopo riunione”.
Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
Lagarde: “L’economia è debole ma in ripresa nel corso del 2024”
“È probabile che l’economia della zona euro sia stagnante nell’ultimo trimestre del 2023 e debole nel primo del 2024”, spiega Lagarde. Tuttavia, in mezzo a ciò, emergono indizi positivi di una possibile ripresa nel corso dell’anno.
Il mercato del lavoro rimane robusto, con il tasso di disoccupazione che raggiunge il suo livello più basso dal lancio dell’euro, attestandosi al 6,4% a novembre. Nonostante ciò, si osserva un rallentamento nella domanda di lavoro, riflessa in un numero inferiore di annunci per posti vacanti.
Per garantire una prospettiva economica durevole, spiega la numero uno della Bce, si consiglia ai governi di ridurre gradualmente le misure di sostegno energetico per evitare pressioni inflazionistiche future. Sono necessarie politiche fiscali e strutturali mirate per potenziare la produttività e la competitività.
Lagarde: “Prosegue calo inflazione”
A dicembre, l’inflazione ha raggiunto il 2,9%, principalmente a causa di alcuni cambiamenti fiscali che hanno influenzato i prezzi dell’energia. Tuttavia, il rialzo è stato meno intenso del previsto. La tendenza generale è una riduzione dell’inflazione, con il costo degli alimenti che è sceso al 6,1% e l’inflazione dei servizi rimasta stabile al 4%.
“Prevediamo un calo ulteriore dell’inflazione quest’anno, mentre si attenuano gli effetti dei rialzi energetici passati e delle sfide nella catena di approvvigionamento”, ha spiegato Lagarde aggiungendo che “la politica monetaria restrittiva continuerà a influenzare la domanda”.
Inoltre, sempre a dicembre, le aspettative di inflazione sono diminuite, soprattutto a breve termine, mentre quelle a più lungo termine si mantengono intorno al 2%.
Rischi al ribasso per la crescita economica
I rischi afferenti alla crescita economica dell’area dell’euro persistono, inclinandosi verso il basso. Possibili effetti più incisivi della politica monetaria, una economia mondiale più debole o un rallentamento ulteriore del commercio globale potrebbero impattare negativamente la crescita. Le tensioni geopolitiche, come la situazione in Medio Oriente e il conflitto russo-ucraino, costituiscono fonti significative di rischio, minacciando la fiducia delle imprese e delle famiglie e perturbando il commercio globale. Al contrario, una crescita superiore potrebbe verificarsi se gli aumenti dei redditi reali generassero una spesa più elevata del previsto o se l’economia mondiale crescesse oltre le attese.
Rischi al rialzo per l’inflazione
L’incremento delle tensioni geopolitiche, specialmente in Medio Oriente, potrebbe portare a un aumento dei prezzi dell’energia e dei costi di trasporto a breve termine, con possibili impatti sull’economia globale. L’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo se i salari o i margini di profitto si dimostrassero più resistenti del previsto. Tuttavia, un’inattesa frenata della domanda a causa di una politica monetaria più stringente o di un contesto economico globale in deterioramento potrebbe portare a sorprese al ribasso nell’inflazione. Le aspettative di mercato ridimensionate sui prezzi del petrolio e del gas potrebbero anche contribuire a una diminuzione più rapida dell’inflazione a breve termine.
Condizioni Finanziarie
I tassi di interesse di mercato sono rimasti relativamente stabili dall’ultima riunione. La politica monetaria restrittiva continua a influenzare le condizioni di finanziamento, con una leggera diminuzione dei tassi sui prestiti alle imprese a novembre, mentre i tassi sui mutui ipotecari sono leggermente aumentati. Tuttavia, il clima di tassi elevati ha contribuito a una riduzione della domanda di credito, soprattutto nel settore immobiliare e degli investimenti. Nonostante un miglioramento leggero nella dinamica del credito, il complesso rimane debole, con un rallentamento nei prestiti alle imprese e una crescita contenuta nei prestiti alle famiglie.