“Non c’è alcun impegno” sulla strada da seguire per il taglio dei tassi, anzi sarà “un percorso accidentato”. Lo ha ripetuto più volte Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa successiva al meeting di giugno nel quale la Bce ha tagliato i tassi dello 0,25%. “C’è una forte possibilità che una fase di moderazione dei tassi sia iniziata”, ha riconosciuto, aggiungendo però che ai livelli attuali “la politica monetaria rimane restrittiva”. Insomma, per il momento la Bce ha solo ridotto la stretta, ma per parlare di un vero allentamento ci vorrà del tempo. “Dipenderà dai dati” ha ribadito la presidente della Bce nel giorno in cui gli esperti dell’Eurotower hanno alzato le stime sull’inflazione.
Lagarde sul taglio dei tassi: “Non siamo entrati in una fase di riduzione”
“Abbiamo deciso di tagliare i tassi oggi perché la nostra fiducia nel percorso futuro dell’inflazione è cresciuta nell’ultimo mese”, ha detto Lagarde in conferenza stampa a Francoforte. “Abbiamo analizzato le due fasi che abbiamo attraversato – ha spiegato – la prima fase ha visto un robusto e rapido aumento del costo del denaro con 10 rialzi consecutivi da luglio 2022 a settembre 2023. Poi è iniziata una fase di attesa fino a oggi e se guardo indietro a queste fasi, abbiamo ridotto in ogni fase l’inflazione della meta’.
L’economista francese ha inoltre sottolineato la fiducia del consiglio sull’attendibilità delle proiezioni dello staff Bce. “Sulla base di questa solidità delle proiezioni abbiamo deciso di tagliare i tassi ma lo abbiamo fatto con la premessa che rimarremo dipendenti dai dati e decideremo di meeting in meeting”.
Quali dati hanno convinto la Bce? “Sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati”, ha detto la presidente. Insomma, dopo tre anni di stretta e a otto anni di distanza dall’ultimo taglio era giunta l’ora di tagliare i tassi, una decisione condivisa da tutti i governatori tranne uno. Non c’è dunque, anche se per un soffio, la tanto agognata unanimità.
“Non possiamo dire che siamo entrati in una fase definita di riduzione del costo del denaro. È molto probabile ma rimarremo strettamente dipendenti dai dati e sappiamo che ci saranno ostacoli lungo il percorso“, ha avvertito Lagarde aggiungendo che siamo ancora in una fase di politica monetaria restrittiva sebbene con il taglio odierno leggermente meno dei mesi precedenti. “I prossimi mesi continueranno a essere complicati“, ha ribadito.
Lagarde sulle prossime mosse della Bce: “La velocità e la tempistica della riduzione rimangono incerte”
“La velocità e la tempistica della riduzione del livello di stretta monetaria rimangono incerte”, ha continuato la numero uno della Bce, evidenziando che per i prossimi mesi ci si attende “un percorso accidentato” in quanto l’inflazione si sta dimostrando più vischiosa del previsto soprattutto per quanto riguarda la crescita dei salari, specialmente in paesi come la Germania.
“Il Consiglio direttivo – ha detto – è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché è necessario a conseguire questo fine”.
Lagarde su inflazione e salari
Le nuove stime della Bce parlano di un’inflazione al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, mentre sull’inflazione core si prevede un 2,8% nel 2024, 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.
“L’inflazione fluttuerà su livelli attuali per il resto dell’anno”, ha dichiarato da Francoforte la numero uno della Banca Centrale europea, aggiungendo che poi i prezzi dovrebbero iniziare a scendere. “Malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”, ha aggiunto.
Parlando dei salari, Lagarde ha spiegato che la crescita prenderà un percorso discendente “soprattutto nel corso del 2025″, ma sul breve termine i salari rimarranno in una crescita superiore alle attese iniziali e questo sta determinando un aumento dei prezzi nel settore dei servizi.
Per quanto riguarda il Pil invece, dopo trimestri di stagnazione, nel primo trimestre di quest’anno il prodotto interno lordo dell’Eurozona è cresciuto dello 0,3% con un’espansione del settore dei servizi e una stabilizzazione della manifattura su livelli bassi. “Un sostegno all’economia arriverà dalla crescita dei salari e dal contributo del commercio estero”, ha aggiunto .
La reazione dei mercati
Audrey Childe-Freeman di Bloomberg Intelligence ha sottolineato che nel comunicato della Bce non c’è un tono abbastanza da “colomba”, anzi quello di oggi è stato definito “un taglio da falco”, mentre Mark Wall, capo economista per l’Europa di Deutsche Bank, ha spiegato che la Banca centrale europea “ha probabilmente fornito meno indicazioni di quanto ci si potesse aspettare su ciò che verrà dopo” questo primo passo.
“La traiettoria futura dell’allentamento monetario resta incerta, dato il momentum positivo registrato di recente dagli indicatori relativi all’inflazione e all’attività economica, oltre ai commenti cauti della BCE”, riassume Goldman Sachs, mentre secondo Sylvain Broyer, capoeconomista Emea di S&P Global Ratings, sembra “improbabile che la Bce effettui più di due tagli dei tassi in solitaria prima che la Fed inizi quest’anno”. Inoltre, prevede “che le riduzioni dei tassi della Fed si protrarranno fino al 2026, ben oltre il completamento dei tagli da parte della Bce”.
Commenti che sembrano condivisi dai mercati, che si muovono – prudentemente – di conseguenza. Dopo la conferenza stampa di Lagarde l’euro rimane sostanzialmente stabile a quota 1,088 sul dollaro, mentre lo spread tra Btp e Bund sale di due punti rispetto a poche ore prima, da 129 a 131 punti base, con il rendimento sul decennale italiano benchmark al 3,86%.
Viaggiano in rialzo, ma senza strappi, le Borse, con il Ftse Mib che sale dello 0,87% a 34.808 punti, realizzando la miglior performance d’Europa trainato dall’accelerazione dei titoli bancari. Francoforte segna infatti +0,38% come Parigi, Madrid è in rialzo dello 0,66%, Amsterdam dello 0,44%.