Nonostante tutto, nonostante profughi, carestie, guerre, corruzione, l’Africa corre, e corre veloce e lo si vede soprattutto dalla crescita della telefonia mobile, delle start up, dello sviluppo dell’energia solare e dalle migliaia di piccole storie di villaggi e comunità che cercano riscatto e soprattutto l’istruzione. Mentre in Europa l’interesse per quella parte dell’Africa che sta crescendo da ogni punto di vista è sempre più forte, in Italia l’immagine che presentano i mass media di questo continente così vicino è quasi esclusivamente legato agli sbarchi di rifugiati. Entro questo anno, per esempio, il totale di smartphone supererà i 350 milioni di apparecchi che già ora equivale allo 0,6 del Pil del continente. Internet è diffusa ovunque anche se a macchia d’olio ancora e spesso a costi elevati che grazie ai cinesi e a investitori esteri sta lentamente scendendo.
Ma l’ostacolo maggiore alla crescita del continente – oltre alla corruzione dilagante – è la carenza di elettricità e le start up africane, che hanno attirato nel 2015 più di 186 milioni di dollari, sono focalizzate, oltre che sul digitale, sulla finanza e sull’agricoltura, sulle energie alternative con una spiccata propensione a inventare sistemi solari super efficienti. In Costa d’Avorio per esempio, dove solo il 30% del Paese è servito dall’elettricità, si va diffondendo il ricorso allo zainetto solare che nelle buie notti di molti villaggi o nelle giornate piovose, fornisce la luce a tanti bambini e ragazzi che devono fare i compiti per l’indomani.
E’ accaduto che a Koroukro, la società Solar Pak abbia donato agli studenti-modello 300 prototipi di questo zainetto, dotato di una celletta solare che si carica mentre viene portato sul dorso dallo studente (il sole africano è molto forte) e che fornirà ore e ore di luce ad una piccola lampada collegata con una Usb. Così capita di vedere tre-quattro ragazzi seduti fuori casa ad un tavolo che fanno i compiti, studiano e si interrogano illuminati da un unico zainetto solare. I maestri e i professori hanno dichiarato che gli studenti avevano subito mostrato un rendimento migliore rispetto a quelle dell’anno precedente quando avevano a disposizione prima del tramonto e del buio totale, pochissimo tempo per studiare.
Ora, a Koroukro, stanno spostandosi molte famiglie sia perché c’è la scuola – l’istruzione è il primo sogno delle famiglie africane soprattutto quelle francofone – sia perché si va diffondendo la notizia della disponibilità di questi zainetti che danno luce. E il governo, grazie a finanziamenti della Banca Mondiale e dell’Unicef ha deciso di completare la rete elettrica portando la corrente nella circoscrizione di Koroukro entro due anni. Un giovane inventore del Togo nel frattempo ha realizzato una connessione senza fili molto semplice ma efficace che collega le scuole a Internet bypassando i costosi servizi delle multinazionali delle Tlc. Così l’Africa procede a piccoli e grandi passi verso le tecnologie che potranno diffondere istruzione e cultura.