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Lady Huawei arrestata in Canada: gli Usa vogliono l’estradizione

FIRSTonline

Wanzhou Meng, vicepresidente e cfo di Huawei, nonché figlia di Ren Zhengfei, fondatore del colosso cinese delle tlc, è stata arrestata mercoledì in Canada. La manager deve affrontare una richiesta di estradizione in arrivo dal Dipartimento per la Giustizia degli Stati Uniti, il soggetto che accusa la società di aver venduto prodotti e servizi di alta tecnologia all’Iran, paese sottoposto a embargo.

La Cina ha chiesto al Canada di rilasciare Wanzhou. Venerdì è prevista l’udienza in cui il giudice deciderà se rilasciarla su cauzione.

Huawei, uno dei più grandi produttori cinesi di telefonini, è da tempo finita nel mirino delle autorità americane per timori legati alla sicurezza: l’acquisto e l’uso di telefonini Huawei, infatti, è stato vietato nelle agenzie governative.

Tuttavia il nuovo blitz di Washington ha un peso particolare, perché è stato deciso all’indomani dei colloqui a Buenos Aires tra Donald Trump e Xi JingPing e minaccia di mandare in frantumi qualsiasi ipotesi di accordo sui dazi tra le due superpotenze.

Di qui la reazione dei mercati: l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen arretra dell’ 1,7%. Fanno peggio Hong Kong (-2,7%) e Taipei (-2,4%). In forte ribasso anche il Nikkei di Tokyo (-2,2%) ed il Kospi di Seoul (-1,8%).

Lo yen, valuta rifugio per l’Asia, si apprezza su dollaro a 112,6. Lo yuan della Cina si indebolisce: cross su dollaro a 6,87 da 6,83.

AGGIORNAMENTO

Huawei, in merito all’arresto del cfo Meng Wanzhou, ha precisato che “in occasione di un suo viaggio d’affari è stata provvisoriamente detenuta dalle autorità canadesi a nome degli Stati Uniti d’America – che ne chiedono l’estradizione – per far fronte ad accuse non specificate del distretto orientale di New York”.

All’azienda sono state fornite “poche informazioni riguardo le accuse” e la società “non è a conoscenza di alcun illecito da parte della signora Meng”.

Huawei afferma di “rispettare tutte le leggi e le regole dei Paesi in cui opera, incluse quelle in materia di controllo delle esportazioni delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e dell’Ue. Siamo fiduciosi che le autorità canadesi e statunitensi raggiungeranno senza dubbio una conclusione corretta e imparziale”.

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Categories: Finanza e Mercati