Alla fine è arrivata la grande, non poco tormentata, pace di Natale. All’apertura dei mercati, infatti, è stato reso noto l’ “accordo di principio” tra Edf e i soci italiani per la spartizione degli assets di Foro Buonaparte. Edf acquisirà il 50% di Transalpina d’Energia (cassaforte del 61,3% di Edison), controllata da Delmi, la holding dei soci italiani, a un prezzo basato su una stima del valore delle azioni Edison a 0,84 euro, poco sopra la quotazione di venerdì scorso (0,83 euro).
In parallelo, Delmi rileverà il 50% di Edipower detenuto da Edison e il 20% detenuto dalla svizzera Alpiq rispettivamente per 600 e 200 milioni, salendo così al 70% della ex genco. Il restante 30% della società sarà detenuto per il 20% da A2A e per il 10% da Iren.
Al diffondersi della notizia, Edison perde in Borsa l’1,2%, mentre A2A segna un incremento dell’1.63%, seguita da Iren +1,30%. L’accordo, raggiunto con l’attiva collaborazione del ministro Corrado Passera, prevede del resto che la Consob dia il via libera all’Opa residuale a un prezzo che non sia superiore a 0,84 euro per azione. Sfuma perciò l’interesse speculativo per il titolo, cosa che spiega in la reazione negativa di Piazza Affari. Sarà interessante, a questo punto, verificare l’impatto dell’accordo sui conti di Tassara.
La società di Romain Zaleski, esposta per più di 3 miliardi nei confronti di un pool bancario capitanato da Banca Intesa, ha in carico il 10% di Edison a 1,49 euro per azione. Di qui i problemi del presidente Pietro Modiano. Se Tassara aderirà all’Opa, in bilancio dovrà essere iscritta una minusvalenza di almeno 350 milioni si un valore di carico di 777,2 milioni. L’alternativa, cioè non cedere all’Opa, è solo teorica.
Non solo Tassara si è impegnata a dismettere le partecipazioni in portafoglio per rientrare dell’esposizione debitoria entro il 2013, ma il valore strategico del pacchetto Edison, ormai in mano ad Edf all’80%, è svanito. Facile prevedere una stretta finale attorno agli equilibri della finanziaria cui non resta che sperare in una vendita a buone condizioni della banca polacca, anche se di questi tempi anche a Varsavia sono più numerosi i venditori che le banche interessata a comprare.
Intanto, il mercato fa già i conti in vista della prossima super utility del Nord. Il progetto caldeggiato, tra gli altri, da Passera prevede il merger tra A2A, EdiPower e Iren per dar vita ad una grande utility energetica cui dovrebbe collaborare Mediobanca.