“E’ FATTA. TELECOM CEDE A CAIRO LA 7”
VIA TWITTER L’ANNUNCIO DI GAD LERNER
Gad Lerner non ha resistito alla tentazione di fare lo scoop. Alle 15, prima della conclusione del cda di Telecom Italia Media (+1,41% a quel momento), il conduttore de “L’infedele” ha twittato: “E’ fatta. Telecom cede La7 a Urbano Cairo” . Il titolo Cairo Communications segna -0,08%.
Salvo smentite è giunta finalmente al capolinea la tribolata trattativa avviata l’estate scorsa ed entratta nel vivo il 6 dicembre scorso. A nulla è servito il tentativo in extremis di Clessidra: il fondo di private equity ha alzato la scorsa settimana l’offerta per i multiplex di una cinquantina di milioni fino ad un tetto di 200 milioni. Troppo poco per Telecom Italia, ferma sulla valutazione dell’advisor Citigroup (tra i 300 e i 400 milioni). Non è escluso che i multiplex digitali possano essere espropriati in futuro per mettere all’asta le frequenze, come è successo con la gara per Lte e come accadrà a breve con altri due mux, inizialmente destinati a un beauty contest. Ma in quel caso, secondo la valutazione dei vertici di Telecom, il governo dovrà riconoscere a TiMedia almeno quei 350 milioni investiti dalla società nelle frequenze e nell’infrastruttura delle piattaforme digitali. Ben di più, insomma, di quanto offerta da Clessidra.
Ha avuto così facile gioco Cairo, che pure aveva perduto l’esclusiva sulla sorte de La 7. In giornata, in occasione della conference call sui dati di Telecom Italia Media, si avranno i particolari di un accordo complicato e costoso per Telecom, che ha comunque la soddisfazione di essersi liberata di una fonte non indifferente di perdite. Il presidente del Torino, invece, si carica sulle spalle una sfida impegnativa nonostante i benefits garantiti dall’accordo: La 7 srl viene consegnata a Cairo ripulita da 63 milioni di debiti infragruppo più un aumento di capitale a carico del venditore di 95 milioni. Nelle ultime ore dovrebbero esser stati superati altri due scogli: la pubblicità che Telecom Italia garantirà ancora all’emittente e lo sconto sull’affitto dei multiplex chiesto da Cairo. Sarà interessante, infine, capire se l’imprenditore alessandrino è riuscito a cancellare o ridimensionare la clausola del lock up che gli impone di detenere a 7 per almeno 18 mesi, pena una penale salata. Cairo, che non ha alcuna intenzione di uscire dalla tv che ha appena acquistato, non intende privarsi di una via d’uscita nel caso che il risanamento della rete si riveli troppo oneroso per le forze di self made man, l’unico editore italiano in crescita in un momento di pesante quaresima per i Big del settore-