BOCCATA D’OSSIGENO PER LE BORSE ASIATICHE
SHANGAI IN CALO (-1,4%) MA NON PER I BTP
Boccata d’ossigeno per le Borse asiatiche. I listini hanno messo a segno un discreto recupero sulla scia del rimbalzo del rame e di altre materie prime che hanno consentito a Bhp Billiton di mettere a segno un rialzo del 2,4%. Di rilievo nel Nikkei 225 (+0,7%) il rialzo di Fanuc +3,8%: il costruttore di robot si è ripreso dal crollo (-15%) della settimana scorsa. L’indice Msci Asia Pacific sale dello 0,5%. Non partecipano al rimbalzo né Taiwan -1,7% né la Borsa di Shangai, sotto dell’1,4%; entrambi i mercati erano rimasti chiusi per festività lunedì, giorno di pesanti perdite anche per i mercati asiatici. Nessuna conferma, per ora, alla notizia di acquisti di Btp italiani da parte del fondo sovrano cinese, il Cic. Ma il rimbalzo di Wall Street dopo lo scoop sui colloqui romani dei banchieri di Pechino ha consentito di frenare l’emorragia delle vendite anche in Asia.
I CINESI SBARCANO A ROMA. L’FT RIVELA I COLLOQUI CON TREMONTI
WALL STREET CREDE AL “CAVALIERE BIANCO” ED INVERTE LA ROTTA
Arrivano i cinesi. E’ bastato che il Financial Times lanciasse,nell’edizione online, lo scoop della visita di Lou Jiwei, il responsabile del Cic cinese (200 miliardi da investire), in Cassa Depositi e Prestiti, perché Wall Street venisse colto da sorprendente euforia: l’indice Standard & Poor’s 500 è risalito a +0,7%% dopo aver veleggiato sotto (anche dell’1,6%) per l’intera seduta. E, a sentire gli osservatori, la ragione più importante dello u turn è la speranza che la Cina acquisti “rilevanti” partite di titoli di Stato italiani, su invito di Giulio Tremonti. Il ministro, smessi i panni del paladino anti-Cina, avrebbe chiesto ai rappresentanti del Drago di aumentare glki acquisti di Btp fino a raggiungere una quota del 10 per cento dall’attuale 4. In questo modo l’Italia potrebbe ovviare alla prossima fine degli acquisti da parte della Bce che hanno “carattere temporaneo”. I colloqui prsso la Cassa Depositi e Prestiti ci sono stati, conferma il ministero dell’Economia. Ma l’incontro con i rappresentanti del fondo (che già collabora con il Kwe tedesco e la Caisse francese) era previsto da tempo e non è stato concentrato sull’acquisto dei Bond. La notizia dell’asse Roma-Pechino, vero o presunto che sia, ha comunque fornito l’occasione per un rimbalzo alle piazze finanziarie che danno ormai per altamente probabile il default della Grecia con il rischio di un possibile effetto domino destinato a coinvolgere anche l’Italia.
COLPO GROSSO DI BROADCOM. CHIPS IN RIPRESA (STM COMPRESA)
IN VISTA SPEZZATINO DI MC GRAW HILL E LA QUOTAZIONE DI S&P
In ogni caso, i mercati Usa chiudono tutti in terreno positivo. Il dow Jones a quota 11.069 ( +69 punti pari allo 0,6%), IL Nasdaq a 2,495 punti (più 27 punti o +1,10%) e lo Standard & Poor’s a 1.162 ( più 8 punti o +0,70%)A favorire il rimbalzo della Borsa Usa ha contributo anche la notizia dell’acquisto da parte di Broadcom di Netflix System con una valutazione del 57% superiore ai prezzi di Wall Street. E’ la conferma che le quotazioni, depresse, del mercato azionario possono favorire prossimi deal, a partire dal mondo della tecnologia. L’operazione ha messo le ali ad Intel; in Italia Stm è l’unico titolo del paniere Mib a chiudere in terreno positivo. Ma non sono mancati altri motivi per ravvivare le quotazioni della Borsa Usa: il piano di risanamento di Bank of America, che ha annunciato il taglio di 30 mila dipendenti; la notizia del prossimo spezzatino di McGraw Hill, ormai deciso dal board del colosso Usa. Presto, dunque, verrò quotata Standard & Poor’s.
IL TESORO COLLOCA 11 MLD DI BOT MA IL RENDIMENTO SALE AL 4,1%
ANCORA UN PASSO IN AVANTI DELLO SPREAD SUL BUND: QUOTA 385
Nell’attesa dell’intervento cinese i Btp continuano a vivere giornate turbolente, anzi tremende. Ieri lo spread tra Btp e Bund è salito a quota 385, a poco più di 20 punti dai picchi toccati prima dell’intervento della Bce. A favorire l’allargamento della forbice è stata anche l’ennesima discesa dei rendimenti del bund, scivolati all’1,73%. Ma resta il fatto che il Btp 10, alla vigilia dell’asta odierna, è salito al 5,54% e che il distacco dai Bonos spagnoli si mantiene sui 20 Bp. Ieri il Tesoro ha collocato 11,5 miliardi di Bot, di cui 4 trimestrali e 7,5 con scadenza annuale. L’offerta è stata interamente sottoscritta, ma solo dopo un sacrificio rilevante sul fronte dei rendimenti: 4,1% contro il precedente 2,9 per i titoli a 12 mesi, 1,9% per i trimestrali. Non è una bella notizia in vista dell’asta dei Btp: i Bot, infatti, sono per lo più sottoscritti da privati italiani (soprattutto in frangenti come quello attuale, in cui precipita la propensione al rischio) mentre i Btp 10 sono governati dalla domanda dei grandi operatori. Chissà, forse l’effetto Cina si farà già sentire al momento dell’asta. Nell’attesa di ordini da Pechino, la Bce continua a sostenere i Btp: 13,96 miliardi di compere nella passata settimana, la più intensa.
I MERCATI DANNO AL 96% L’IMMNINENTE DEFAULT GRECO
AFFONDANO LE BANCHE FRANCESI. CHOC NUCLEARE A PARIGI
Et voilà. Sotto la pressione del possibile default della Grecia (che i mercati, visto il livello raggiunto dal Cds, danno per quasi certo al 98%) l’epicentro della crisi si è spostato verso Occidente: prima Atene, poi Roma. Da ieri nell’occhio del ciclone c’è Parigi. Nessuno dubita, infatti, che Moody’s proceda, probabilmente giovedì, al downgrading delle tre grandi pubbliche transalpine, le più esposte verso la Grecia.E così il Credit Agricole ha subito una perdita del 10,64%, Socgen -10,7%. Guida la corsa al ribasso Bnp Paribas-12,35%. Le disgrazie, per giunta, non vengono mai sole: l’incidente nucleare nel Gard, oltre a pesare sui prezzi di Edf (-6,3%) ha contribuito ad intaccare la scarsa fiducia della finanza parigina che non s’illude più di sfuggire alla crisi della periferia d’Europa. Alla fine della seduta la Borsa di Parigi perde il 4,3%, strappando a Milano – 3,8% la poco ambita maglia nera cui Piazza Affari sembrava abbonata nelle giornate più negative. Tiene al contrario la Borsa di Londra -1,4%, nonostante il decollo della riforma bancaria (con la separazione tra banca d’affari e banca commerciale9 che non piace alla City,
A MILANO SOTTO TIRO UNICREDIT (-10%)
ED INTESA GHIZZONI ALL’FT SPIEGA LE STRATEGIE SUL CAPITALE
A Milano – 3,8% comunque, continua la frana del sistema bancario, Il titolo più bersagliato è stato Unicredit -10,)%, seguito da Intesa -9,5%. L’ad di piazza Cordusio, Federico Ghizzoni ha ieri ammesso in un’intervista al Financial Times che è all’ordine del giorno la questione del rafforzamento patrimoniale dell’istituto. Si sta lavorando un po’ in tutte le direzioni, ha spiegato Ghizzoni: emissione di titoli assimilabili al capitale, cessione di asset, operazioni per abbassare la soglia di rischio,.La parola ricapitalizzazione resta tabù, ma ormai si moltiplicano i segnali anche in quella direzione, Intanto, sul fronte degli azionisti libici, Ghizzoni minimizza: quella quota, che i nuovi governanti di Tripoli non hanno intenzione di vender, troverebbe comunque diversi potenziali compratori interessati. Il calo non si è limitato al settore bancario, Al solito perde colpi Fiat -2,9%, preceduta da Finmeccanica -3,3%In pesante calo Mediaset -4,6%, ma anche A2A -4,1% e Saipem -4,6%.