X

La vaghezza della Fed genera incertezza sui mercati: gli effetti sui bond e sui corporate bond

Se la decisione di lasciare i tassi invariati in settembre era sostanzialmente di consesus, più sorprendente nell’ultima riunione del FOMC sono state le parole piuttosto da colomba della Yellen: il mercato si aspettava o un’azione hawkish (rialzo anticipato) e poi un discorso molto morbido per gettare acqua sul fuoco, oppure al contrario un’azione dovish (hold) ma un discorso ben più determinato verso una chiara indicazione di rialzo entro l’anno. 

Benché ovviamente il rialzo dei tassi da qui a dicembre sia tutt’altro che escluso, le indicazioni della Fed sono state piuttosto vaghe inserendo di fatto nel processo decisionale anche l’input del contesto globale; volendo un po’ forzare l’interpretazione si potrebbe dire che la Fed, guardando strettamente al suo mercato di riferimento, sarebbe già nelle condizioni di far partire il processo di normalizzazione mentre la scelta di temporeggiare dipende più da fattori “esogeni” (leggi Cina).

Se il rally dei tassi è facilmente comprensibile con il decennale US tornato all’indomani dell’annuncio della Fed a 2.15% e il due anni a 0.67 % dopo un’escursione in area 0.80%, meno ovvia e’ stata la prima reazione ribassista del mercato azionario.
Un aspetto è sicuramente la rinnovata incertezza (ad oggi le probabilità implicite su ottobre sono in area 18% e su dicembre appena 46%.) sicuramente non gioca a favore della propensione al rischio: sull’altro fronte una Fed in dovish hold è una certificazione della fragilità e difficoltà del momento, messaggio automaticamente tradotto dai listini azionari nel violento movimento al ribasso di oggi.

In mezzo tra bond e equity c’è tutto il mondo del credito che, pur soffrendo il riflesso della volatilità dell’azionario, beneficia della prospettiva di un mondo dove i tassi sembrano destinati a rimanere lower for longer; i corporate bond dovrebbero uscirne in maniera positiva con una particolare attenzione che però va prestata alla parte più bassa del range di credito dove le società più levereggiate rischiano di soffrire in un mondo “condannato” ad una crescita sempre più asfittica.

Related Post
Categories: Risparmio