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La Ue concede l’extra-time all’Italia, l’oro brilla, il dollaro scende

Firstonline

Dollaro giù, oro ancora su. La marcia d’avvicinamento al G20 di fine settimana procede all’insegna della cautela. E le Borse, poco mosse, stanno a guardare. Si spera in un riavvicinamento tra Usa e Cina, ma non si nutrono troppe illusioni. Sul piatto resta la minaccia di ulteriori tariffe doganali per 300 miliardi di dollari di prodotti cinesi. Il rappresentante degli affari commerciali americani, Robert Lighthizer, e il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, hanno parlato al telefono con il vicepremier cinese Liu He lunedì. Nessun dettaglio è emerso sulla sostanza della telefonata.

TRUMP INSISTE PER IL TAGLIO DEI TASSI. OGGI PARLA POWELL

Intanto sale ancora la tensione con Teheran, colpita ieri da nuove sanzioni Usa. Donald Trump, però, riserva le sue bordate alla Fed: “Nonostante una Fed che non sa quel che fa – è stato la sua ultima esternazione – che ha alzato i tassi troppo in fretta e ha varato una stretta monetaria su larga scala da 50 miliardi di dollari al mese, stiamo per archiviare il miglior mese di giugno nella storia degli Stati Uniti”. È sempre più probabile, a questo punto, un taglio dei tassi Usa.

Il pressing ha avuto l’effetto di irrobustire lo yen e di spingere l’euro a 1,1407 ai massimi da tre mesi. La moneta comune è salita dell’1,5% in cinque giorni. Oggi il governatore della Fed, Jerome Powell, terrà il suo discorso su economia e politica monetaria al Council on Foreign Relations a New York.

NISSAN-RENAULT ANCORA LONTANE

Deboli le Borse asiatiche. Soffrono i listini cinesi (-1,8%); il settore tecnologico (-1,5%) frena Hong Kong (-0,5%). Poco mossa Tokyo (-0,2%). All’assemblea di Nissan, ancora in corso, non c’ è stato l’avvicinamento delle posizioni con Renault. “Vogliamo proseguire la collaborazione – ha detto il ceo Saikawa – ma alla pari”.

LA CINA PUNISCE FEDEX (-2,7%)

Sul fronte dei dazi da segnalare le scuse di FedEx a Pechino che accusa lo spedizioniere Usa di aver manipolato apparecchi Huawei spediti in America. “È stato un equivoco”, sostiene FedEx. Ma le sanzioni sembrano inevitabili; il titolo a Wall Street ha perduto il 2,7%.

L’oro avanza come un rullo compressore. 1.438,6 dollari l’oncia stamane, ai massimi dal maggio 2013.

Contrastato l’andamento del petrolio. In lieve ribasso il Brent a 64,86 dollari(- 34 centesimi). Sale il Wti a 57,90 dollari (+47 cents)

DEBOLE WALL STREET. SOROS: PIÙ TASSE PER I RICCHI

Seduta d’attesa anche per Wall Street: S&P 500 -0,17% a 2945,35 comunque vicina al record storico. Dow Jones -0,03%, Nasdaq -0,32%.
Un gruppo di miliardari americani, tra cui George Soros e il cofondatore di Facebook Chris Hughes, hanno pubblicato una lettera aperta in vista delle elezioni del 2020 per chiedere una tassa sui super ricchi

EFFETTO CEDOLE SU PIAZZA AFFARI (-0,5%)

La discesa del dollaro mette sotto pressione I listini europei dopo tre settimane di rialzo le Borse sono attese a un avvio debole. Dopo una giornata in pallido rosso anche per Piazza Affari, allietata dall’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina. Intanto dalle minute riunione dello scorso 5 giugno è emerso che la Commissione Ue potrebbe concedere all’Italia tempo fino a gennaio, invece di ottobre, per procedere alle modifiche della politica di bilancio.

Indice bugiardo ieri in Piazza Affari. Il listino archivia la seduta con un ribasso dello 0,49% a quota 21.284,10 punti.ma ad influenzare il dato è stato lo stacco della cedola di sei blue chips. Al netto dei dividendi la perdita è limitata allo 0,2%.

Hanno pagato il dividendo Exor (-0,07%), Poste Italiane (-2,94%, ma +1,76% al netto della cedola), Hera (-3,53%), Prysmian (-3,8%), Snam (-3,38%) e Terna (-2,18%). Per Tim l’effetto cedola si è limitato alle risparmio (-2,18%).
A completare il quadro del paniere principale l’esordio tra le blue chip di Nexi (-0,77%).

L’INDICE IFO E DAIMLER FRENANO FRANCOFORTE

Si indeboliscono anche le altre Borse europee, reduci da tre settimane di rialzo. Parigi arretra dello 0,40%, Madrid –o,38%. Fuori dall’Eurozona Londra +0,12%.

Francoforte -0,6%. il dato tedesco Ifo sulle aspettative del mese di giugno, che si è attestato a 94,2, sotto le previsioni pari a 94,6 e il dato precedente di 95,3. A piegare il listino tedesco è stato il tonfo di Daimler – 4%. Il gruppo ha tagliato le prospettive sugli utili per il 2019. Il margine di gruppo, prima degli interessi e delle tasse, di quest’anno dovrebbe essere al livello dell’anno scorso, ha detto la società contro una stima precedente di “un leggero aumento”.

SPREAD A 247 PUNTI, OGGI L’ASTA DI CTZ E BTPEI

Il secondario italiano ripiega nel finale, dopo una seduta positiva. Il rendimento del decennale ha chiuso a 2,16% dal 2,13% dell’avvio, riportandosi sui livelli di chiusura di venerdì. Hanno sofferto le scadenze più brevi, sostanzialmente stabile il trentennale.
La forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestato a 247 pb dai 243 dell’avvio e i 245 della precedente chiusura.

Gli operatori attendono le aste di fine mese di questa settimana, partendo oggi da Ctz e BTPei, domani i Bot per concludere giovedì con i titoli a medio-lungo: il Tesoro metterà a disposizione degli investitori tra 4,75 e 6 miliardi di euro in titoli di Stato a medio lungo. Nel dettaglio, saranno offerti 1,75-2,25 miliardi del Btp 5 anni luglio 2024, 2,25-2,75 miliardi del Btp 10 anni 2029 e tra 750 milioni e 1 miliardo del Ccteu.

CONTINUA IL VOLO DI LEONARDO, BRINDA CAMPARI

A Piazza Affari la miglior blue chip è stata Leonardo +2,68%: jv Space
Alliance, in cui è la società è azionista insieme ai francesi di Thales sta preparando un’offerta per la canadese Mda Corporation attiva nel settore spazio e difesa controllata dall’americana Maxar con un fatturato di circa 1 miliardo di dollari.

Tra i titoli migliori spicca Campari (+2,5%). Atlantia guadagna il 2,1%, recuperando in parte il ribasso di venerdì quando ha ceduto oltre il 4%. Equita conferma ‘buy’ sulle azioni, perché ritiene che il nuovo sistema di tariffe dovrà essere negoziato con gli operatori.

Raccolta Telecom Italia risp (+2,2%) sotto i massimi, in un mercato che tiene lo spread tra i due titoli ai minimi, sulle attese per la conversione con le ordinarie, possibile prima mossa dopo l’atteso accordo sulla governance tra Vivendi ed Elliott. Le Tim ordinarie cedono il 2,18%.

Fca -0,3% alla vigilia dell’assemblea di Nissan.

DEBOLI LE BANCHE, MEGLIO IL GESTITO

Bancari deboli frenati dai tassi bassi. Unicredit lascia sul terreno l’1,66%, peggiorando dopo che Reuters ha scritto che la banca ha messo in stand-by una possibile offerta su Commerzbank.

Più brillante il risparmio gestito: Banca Mediolanum sale del 2,29%, Azimut +0,93%.

SOFFRE TOD’S, TRACOLLA BIESSE

Tra i titoli peggiori Tod’s (-5,6%): Credit Suisse ha tagliato il giudizio a Underperform da Neutral e il target price a 32 euro da 38 euro.

Biesse (-20%) ha lanciato un profit warning sui conti 2019: vede ricavi tra 680-690 milioni e un ebitda tra 62-65 milioni. Perdono terreno anche Prima Industrie (-4%), Trevi (-4%), Esprinet (-4%) e Ovs (-3%).

Infine, fermento sugli immobiliari come Risanamento (+0,7%) e Aedes (+3,24%), effervescenti ancor prima del via libera alle Olimpiadi invernali per Milano e Cortina nel 2026, possibile miccia di un boom del settore immobiliare.

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