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La Ue boccia l’autonomia differenziata: rischia di aumentare le disuguaglianze e gravare sui conti pubblici

Photo by Sara Kurfeß on Unsplash

La Commissione europea ha stroncato senza mezzi termini il disegno di legge sull’autonomia differenziata appena approvato in Italia. Non solo da Bruxelles è arrivata la procedura d’infrazione per l’eccessivo deficit di bilancio, ma ha anche bocciato la riforma fortemente voluta dalla Lega. Nel suo “Report annuale sulle economie nazionali”, la Ue ha evidenziato che la legge, pur conferendo maggiori poteri alle regioni, manca di un quadro comune per valutare le richieste di competenze aggiuntive. Questo vuoto normativo potrebbe aumentare la complessità istituzionale e portare a un rischio maggiore di disuguaglianze con possibili impatti negativi sulle finanze pubbliche che al momento non godono di buona salute.

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Autonomia, l’allarme della Ue: “Coesione e finanze pubbliche a rischio

Nel suo documento di lavoro accompagnatorio alle raccomandazioni per l’Italia, l’esecutivo europeo ha dedicato un paragrafo critico al ddl Calderoli, riferendosi alla versione approvata dal Senato e confermata dalla Camera. La Commissione ha osservato che, pur concedendo alle regioni fino a 23 competenze aggiuntive con relativa autonomia finanziaria, la legge non fornisce un adeguato meccanismo di valutazione delle richieste regionali. Nonostante il testo preveda “alcune garanzie per le finanze pubbliche, come valutazioni periodiche delle capacità fiscali regionali e requisiti per i contributi regionali al raggiungimento degli obiettivi fiscali nazionali”, Bruxelles teme che l’autonomia differenziata possa esacerbare le disuguaglianze regionali, a causa della limitata copertura dei “livelli essenziali di servizi”. La decentralizzazione delle competenze potrebbe anche comportare costi aggiuntivi per il settore pubblico e privato, rappresentando un rischio per le amministrazioni più povere come quelle del Sud.

Nel contesto dell’attuale panorama economico e delle sfide infrastrutturali del Mezzogiorno, la Commissione sottolinea la necessità di una strategia più coerente e coordinata a livello nazionale per promuovere lo sviluppo regionale e migliorare le capacità amministrative nelle regioni meridionali, critiche rilanciate recentemente anche da enti di ricerca italiani come la Svimez.

Altre raccomandazioni

Nel pacchetto di primavera del semestre europeo per il 2024-2025, la Commissione europea torna a bacchettare l’Italia su diversi fronti che il Paese continua a trascurare. In particolare, ha evidenziato i ritardi persistenti nella revisione delle concessioni balneari e degli estimi catastali, sottolineando che la mancanza di aggiornamenti trasparenti e competitivi continua a essere motivo di preoccupazione. Inoltre, la Ue ha espresso dubbi sulla tempestività degli investimenti previsti dal Pnrr, enfatizzando l’importanza di accelerare l’attuazione per garantire una crescita economica robusta e sostenibile. Al di là delle questioni economiche, sono stati sollevati anche i problemi legati alle sfide demografiche, con un appello all’Italia per mitigare gli impatti negativi a lungo termine attraverso politiche mirate. La riduzione del cuneo fiscale sul lavoro è stata sottolineata come una priorità, insieme alla necessità di riformare il contesto imprenditoriale e migliorare il sistema giudiziario e la pubblica amministrazione.

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Categories: Politica