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La Turchia spaventa i mercati e manda ko Piazza Affari

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Il crollo della lira turca, che oggi è arrivata a perdere fino al 20% contro il dollaro, travolge i mercati e innesca una fuga dalle banche europee che penalizza in primo luogo Piazza Affari. Per Milano la chiusura è in maglia nera, -2,51%, 21.090 punti. Sprofonda Unicredit -4,73%, la più esposta verso Ankara con una quota del 40,9% di Yapi Kredi (-5,88%, a Istanbul). Le vendite si abbattono anche su Intesa -3,65%, Ubi -3,08%, Banco Bpm -1,97%. Fuori del comparto s’inabissa Stm, -5,06%, titolo peggiore della seduta, a causa del reduce sul settore dei chip in arrivo da Morgan Stanley. Male Leonardo -2,96%. Nessuna big cap oggi è in verde, contiene le vendite Unipol, -0,24%, dopo la trimestrale.

Per vedere una performance brillante bisogna guardare lo Star, dove i conti premiano Datalogic, +4,59%. Le tensioni internazionali si abbattono pesantemente anche sulla carta italiana. Il rendimento del decennale arriva a 2,99%, mentre lo spread con il Bund schizza ai massimi da due mesi, 267.20 punti base, + 5,2%. Sul primario stamane il Tesoro ha collocato 6 miliardi di Bot a 12 mesi, con un rendimento dello 0,679%, il massimo dal gennaio 2014, in rialzo di 34 punti base dall’asta di luglio. In forte ascesa la domanda (1,79 volte il rapporto di copertura).

Se Milano piange, il resto del mondo non ride. Wall Street viaggia in ribasso e l’Europa chiude in profondo rosso: Francoforte -1,96%; Parigi -1,59%; Madrid -1,61%; Londra -0,99%; Zurigo -1,15%. A questa narrazione, già allarmante, si aggiunge oggi il raddoppio dei dazi Usa su acciaio e alluminio turchi, mentre il presidente turco Erdogan chiede ai propri connazionali di cambiare le loro riserve di valuta straniera e oro in lire turche e avverte che risponderà a chi ha avviato una guerra economica contro il paese.

L’euro s’indebolisce contro tutte le principali valute e tocca i minimi da un anno contro il dollaro. Al momento il cambio è in area 1,141 (-0,96%). A innescare una fuga dalla moneta unica potrebbero essere le preoccupazioni della Bce riferite dal Financial Times. Secondo il quotidiano della City le banche più esposte in Turchia, oltre a Unicredit, sono la spagnola Bbva (-5,55% a Madrid) e la francese Bnp Paribas (-2,99% a Parigi) e la banca centrale europea avrebbe paura del rischio contagio; la situazione non è critica ma viene monitorata da vicino. Le vendite penalizzano anche Deutsche Bank (-4,08% a Francoforte). Gli istituti tedeschi, secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali, sono esposti per 17,4 miliardi di dollari in Turchia, un ammontare poco al di sopra di quelli italiani (16,9 miliardi) ma significativamente più bassi di quelli francesi (38,4 miliardi)  spagnoli (82,3 miliardi).

La seduta è positiva invece per il petrolio. Sceso ieri sui minimi di sette settimane, il greggio sta rimbalzando al Nymex. Il contratto settembre avanza dell’1,6% a 67,86 dollari al barile, massimi di giornata. L’Agenzia internazionale dell’energia ha alzato le stime della crescita della domanda globale di greggio nel 2019 di 110mila barili al giorno a 1,5 milioni di barili, pur avvertendo che ci sono rischi dati dalle tensioni commerciali in corso e da cambiamenti degli equilibri sulle forniture. Si apprezza anche il Brent, 72,89 dollari, +1,14%.

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