I tassi di interesse overnight passeranno da 6,5 al 7,25 per cento, mentre il tasso ufficiale e quello dei prestiti restano fermi rispettivamente a 4,5 e 3,5 per cento. Lo ha annunciato ieri la Banca Centrale della Turchia, chiarendo anche l’obiettivo: fermare la caduta libera della valuta locale, la lira. “Vogliamo sostenere i prezzi e la stabilità finanziaria del Paese”, recita il comunicato ufficiale dell’istituto, citato dal quotidiano turco in lingua inglese Hurriyet Daily News.
La mossa di Ankara arriva dopo la vendita di circa 6,6 miliardi di dollari di riserve in valuta estera e mentre l’inflazione corre sul filo dell’8,3 per cento. I tassi overnight – ovvero il prezzo pagato dalle banche per prendere denaro in prestito da un giorno all’altro – sembrano dunque l’ultima spiaggia. Prima dell’annuncio ufficiale, servivano 1915 lire turche per un dollaro, dopo il valore è sceso a 1908. Una valuta troppo debole mette in secondo piano l’aiuto alle esportazioni e che crea seri problemi di inflazione.
La strategia segue le orme di quanto già fatto da India, Brasile e Indonesia. Non a caso, il Financial Times chiosa “L’innalzamento dei tassi di Ankara rivela il dilemma dei mercati emergenti: scegliere tra inflazione e crescita.