MONTI ALLA UE DOPO IL GIORNO PIU’ DIFFICILE
BORSA -4,7%, IN CALO WALL STREET E L’ASIA
La missione europea del premier Mario Monti (oggi a Bruxelles da Barroso e Van Rompuy, giovedi vertice con Merkel-Sarkozy) non poteva iniziare in una cornice più drammatica, nonostante la telefonata di auguri di Barack Obama. L’orizzonte finanziario si è ulteriormente complicato: ai focolai di crisi, Italia e Spagna, si è aggiunta la minaccia di un prossimo downgrading della tripla A francese e il fallimento delle trattative per un accordo sul deficit federale Usa.
I MERCATI. In questa cornice i Btp non peggiorano ma restano in zona di grave pericolo: il rendimento dei decennali risulta invariato al 6,62% e lo spread con il Bund si è allargato a 475 punti solo per la corsa del denaro verso i Bund, ormai scesi ad un rendimento dell’1,89% (- 6 pb). Ieri hanno sofferto i titoli di Stato spagnoli: il rendimento dei Bono decennali è salito al 6,48% (spread a 464). La forbice tra i titoli francesi e tedeschi a 10 anni è a 155 punti base. La crisi si è abbattuta con violenza sulle Borse europee, la cui capitalizzazione è scesa di 194 miliardi: a Milano l’indice FtseMib è caduto del 4,7%. La Borsa di Londra ha perso il 2,4%, Parigi -3,2%, Francoforte -3,3% . Profondo ribasso anche a Wall Street: Dow Jones -2,10, S&P –1,86 e pure il Nasdaq in deciso ribasso – 1,92%. In calo anche Tokyo -0,40% e l’Hang Seng di Hong Kong -0,98%.
PREVISIONE. L’annuncio che non verrà abbassato il rating degli Usa ha migliorato gli umori alla Borsa di Tokyo, I futures sullo Standard & Poor’s segnano un timido rialzo (+0,3%). E’ possibile che i listini , dopo la frana di ieri, possano trovare un equilibrio precario. Ma ogni previsione deve fare i conti con l’incertezza generale. Ad aumentare i timori degli investitori hanno concorso le indicazioni negative sull’economia dell’Asia, con un calo dell’export del Giappone e un rallentamento della crescita a Singapore. Tutti i prezzi delle materie prime sono in calo, compreso il petrolio, con il Wti che perde il 2% a 95,7 dollari al barile.
IL PIANO SOROS. L’unico modo per evitare l’implosione dell’eurozona per mancanza di liquidità, scrive George Soros, è dare alla Bce la possibilità di agire come prestatore di ultima istanza. Per aggirare i vincoli statutari e regolamentari la Bce potrebbe prestare denari, in quantità illimitata, attraverso l’Efsf, ovvero il Fondo Salva Stati. “Agendo assieme – spiega il finanziere – Efsf e Bce potrebbero risolvere i problemi di liquidità delle banche con un impegno modesto per gli Stati”. Intanto, in un report dall’eloquente titolo “Gli ultimi giorni dell’euro”, Ubs prevede uno scenario da incubo: Btp e Bonos al 9%, gli Oat francesi al 5%. L’unico antidoto a tanto veleno l’unione fiscale. Ma in tempi rapidi.
IL CONGRESSO USA LITIGA SU TUTTO
MA PER ORA LA TRIPLA A E’ SALVA
L’attività manifatturiera, rilevata dalla Fed di Chicago, va meglio delle previsioni. Intanto il mercato delle case esistenti mostra segni di ripresa : +1,4% ad ottobre. Ma questi dati non limitano la frana di Wall Street in attesa che venisse reso ufficiale il segreto di Pulcinella, ovvero il fallimento delle trattative tra Repubblicani e Democratici sui tagli al budget federale. Le parti sono così distanti, spiega il Washington Post, che non c’è stato accordo nemmeno sulla comunicazione dell’esito delle trattative. I democratici hanno chiesto fino all’ultimo una conferenza stampa comune, i Repubblicani si soni rifiutati di apparire assieme ai rivali. Perciò l’annuncio è stato affidato ad una nota parlamentare uscita solo a Borsa chiusa. Il fallimento delle trattative però non comporterà un abbassamento della tripla A da parte di Fitch e di Moody’s, hanno confermato le due agenzie.
Date le premesse non stupisce che gli operatori abbiano deciso di alleggerire le posizioni in avvio di una settimana “corta”, causa la festività del Giorno del Ringraziamento. Intanto, chi ha ancora Btp o Oat in portafoglio alleggerisce le posizioni. I titoli finanziari, infatti, continuano a soffrire: Bank of America -5% è ai minimi dall’11 marzo 2009.
RADDOPPIANO A 715 MILIARDI I DEPOSITI PRESSO LA FED
LE BANCHE DI TUTTO IL MONDO SI RIFUGIANO NEL DOLLARO
La crisi dell’euro ha innescato la corsa al dollaro, più che mai riserva valutaria incontrastata del pianeta. Dalla fine del 2010 i depositi presso la Federal Reserve sono passati da 350 miliardi a 715 miliardi di dollari. Il downgrading dei t-bond da parte di Standard & Poor’s non ha dunque avuto alcun effetto. Anzi, da allora il dollaro si è rivalutato del 7,2% sulla media delle principali valute. Dieci mesi fa le banche con un deposito superiore al miliardo di dollari erano 22, oggi, nonostante rendimenti pari allo 0,25%, sono salite a 47. Al contrario, il costo per finanziare lo swap di euro in dollari è salito a 139 punti base sopra il livello dell’interbancario europeo.
INTESA, BAZOLI PUNTA SU BRAGGIOTTI
GUZZETTI: “DECISIONE IN TEMPI BREVI”
Giuseppe Guzzetti ha ribadito che la scelta del successore di Corrado Passera avverrà “in tempi brevi”. Ma nemmeno oggi, probabilmente, ci sarà l’attesa fumata bianca. E’ prevista infatti la riunione del consiglio di gestione ma non è stato convocato il consiglio di sorveglianza , presieduto da Bazoli, cui spetta la nomina. Il professore ha preso atto del crescente consenso da parte di alcune Fondazioni (Torino e Firenze, in particolare) sul nome di Marco Morelli, attuale direttore generale della banca dei territori, ma ha in serbo una candidatura esterna di sicuro prestigio e competenza: Gerardo Braggiotti, ad di Banca Leonardo, uno dei banchieri italiani più attivi sulla scena internazionale.
BPM, BONOMI SI AFFIDA A EGON ZEHNDER
SOTTO ESAME 30 DIRIGENTI DI PIAZZA MEDA
Il primo consiglio di gestione della Bpm dopo l’aumento di capitale ha ufficializzato il mandato alla società di cacciatori di teste Egon Zehnder per la valutazione e l’eventuale sostituzione di 30 dirigenti dell’istituto di piazza Meda. E’ la prima decisione dell’era Bonomi, un primo shock per gli equilibri dell’istituto dove finora carriere e nomine di primo piano passavano dalla stanza di compensazione degli Amici. Ora si apre un altro capitolo delicato: la sostituzione del direttore generale Enzo Chiesa, che precederà l’assemblea degli obbligazionisti del 2 dicembre che dovrà modificare i termini del convertendo (da 6 a 2,71 euro, circa dieci volte il valore attuale del titolo), uno dei capitoli più imbarazzanti della gestione passata. Andrea Bonomi, forte dell’asse con Mediobanca (che dovrà ora collocare 150 milioni di inoptato), intende dimostrare a Banca d’Italia che il vento in piazza Meda è davvero cambiato.
AUTO, MATERIE PRIME E BANCHE
ECCO LE VITTIME DEL LUNEDI’ NERO
In Europa le perdite maggiori hanno riguardato i titoli delle materie prime (Stoxx del settore -5,9%), le costruzioni (-3,7%), l’industria dell’auto (-4,8%) e le banche (-3,7%). A Londra hanno guidato i ribassi i due big minerari Rio Tinto -5,8% e Bhp Billiton -4,8%, ma anche la banca Barclays è caduta in ribasso del 5,3%. Banche nel mirino a Parigi (BnpParibas -4,3%) e a Francoforte (Deutsche Bank -4,9%).
Piazza Affari è stata penalizzata dallo stacco del dividendo di alcune società: A2A , Atlantia (acconto 2011), Enel (acconto 2011), Mediobanca , Mediolanum (acconto 2011), Recordati (acconto 2011), Tenaris (acconto 2011), Terna (acconto 2011). Complessivamente lo stacco delle cedole ha pesato per circa lo 0,6% sull’indice FtseMib. Sul listino milanese spicca il ribasso di Finmeccanica , caduta del 6,6%. In settimana, su convocazione del presidente Per Francesco Guarguaglini si terrà il cda della holding. Nella giornata di ieri si sono inseguite indiscrezioni sulle prossime dimissioni dello stesso Guarguaglini ma l’esito del cda della controllata Selex ha offerto indicazioni diverse: l’ad Marina Grossi, moglie del presidente coinvolta nelle indagini sullo scandalo Enav, non si è dimessa.
Sul listino milanese ha pesato la discesa di Eni -3,5% e degli altri petroliferi: Saipem -5,7%, Tenaris -4,1%. Tutte negative le banche: sono scese Unicredit -2,9%, Intesa -5,6%, Ubi-5,2%, Pop Emilia -7,5%. Dopo una serie di oscillazioni, anche PopMilano è caduta in ribasso del 6,8%, MontePaschi -4,9%. Generali è finita in ribasso del 2,4%, una perdita limitata rispetto ai ribassi di Allianz -3,4% e Axa -5%. Telecom Italia ha perso il 4,7%. Pesante ribasso per Lottomatica -7,8%, Tod’s -5,5% e StM -6,3%.
Fiat , nel giorno della disdetta dei contratti con i sindacati per tutti i dipendenti italiani (72 mila in tutto) per procedere alla stipula di un contratto dell’auto, non si è sottratta alla generale caduta dei titoli dell’auto e ha perso il 6,8%.