La tragedia di Ustica fu determinata da una guerra aerea nei cieli italiani. La responsabilità della morte di 81 innocenti va ricercata nella manovra dell’aeronautica francese, complici gli Usa, per uccidere Gheddafi. A salvarlo fu una soffiata di Bettino Craxi che lo mise in guardia e il dittatore libico. Giuliano Amato svela a La Repubblica, intervistato da Simonetta Fiori, la sua ricostruzione di quella terribile notte del 27 giugno 1980. E chiede al presidente francese Emmanuel Macron di squarciare il velo che ha coperto la verità in questi anni e di chiedere scusa all’Italia e alle famiglie dei deceduti.
La tragedia di Ustica: le responsabilità della Francia
«La versione più credibile – afferma Amato nell’intervista – è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno.Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. E il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario».
Giuliano Amato è stato protagonista della politica italiana, più volte ministro e premier. Nel 1986 era vice presidente del Consiglio del governo Craxi e venne incaricato di fare chiarezza sulla strage, dopo che i depistaggi sul “cedimento strutturale” del velivolo erano venuti a cadere e si tentava di sostituirli con la tesi del “cedimento interno a causa dell’ordigno”.
Il ruolo di Bettino Craxi nella vicenda di Ustica
«Fu il presidente del Consiglio Bettino Craxi – ricorda Giuliano Amato nell’intervista a La Repubblica – a chiedermi di occuparmene nell’agosto del 1986. La sollecitazione era arrivata dal presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, su pressione di parlamentari e intellettuali. A quell’epoca navigavamo ancora nel buio». Si dice che Craxi fu infastidito dalla richiesta di Cossiga: ma come, eri tu presidente del Consiglio nel 1980, quando fu abbattuto l’areo, e ora vieni a chiederne conto a me?, domanda Simonetta Fiori. «Io ricordo che Craxi – è la risposta – era insofferente alle mie perplessità sulle tesi dei generali. Andavo da lui per avere sostegno sui fatti che secondo me le smentivano e lui mi diceva senza mezzi termini che dovevo evitare di rompere le scatole ai militari. Poi mi faceva fare, perché questo era il nostro rapporto. Ma non era contento».
Il perché dell’insofferenza di Bettino Craxi è spiegabile: «Avrei saputo più tardi – ma senza averne prova – che era stato Bettino ad avvertire Gheddafi del pericolo nei cieli italiani. Non aveva certo interesse che venisse fuori una tale verità: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio a favore dell’avversario. In fondo è sempre stata questa la sua parte. Amico di Gheddafi, amico di Arafat e dei palestinesi: uno statista trasgressivo in politica estera».
La tragedia di Ustica: l’appello a Macron. “Chieda scusa”
E’ questa la parte più interessante dell’intervista rilasciata da Giuliano Amato a Simonetta Fiori e pubblicata da La Repubblica. Dall’intervista emerge con chiarezza la “ragion di Stato” o di Stati che ha tenuto tutto sotto silenzio e meglio ancora, dice Amato, la “ragion di Nato” che ha impedito di accertare la verità. Le conseguenze di queste affermazioni si vedranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Amato chiede esplicitamente al presidente francese Emmanuel Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica di «togliere l’onta che pesa sulla Francia. E può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione».
Le prime reazioni alle dichiarazioni di Giuliano Amato
“Parole importanti che meritano attenzione”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene sul merito dell’intervista rilasciata dall’ex premier Giuliano Amato. Precisa che “nessun atto riguardante la tragedia del DC9 è coperto da segreto di Stato e nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro”. E conclude: “Chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”.
L’Eliseo sceglie il silenzio: “Nulla da commentare” afferma lo staff di Emmanuel Macron.
Si fa sentire la voce dei familiari delle vittime: la presidente dell’associazione Daria Bonfietti chiede che “Si ponga fine alla tragica menzogna degli Stati”.
Ultimo aggiornamento alle 16:17 del 2 settembre 2023.