GLI SGRAVI DI RENZI AL TEST DI PIAZZA AFFARI. PER I BTP SI ANNUNCIA UN’ASTA DA RECORD
Piazza Affari è chiamata stamane a dare il primi voti alle misure varate ieri dal governo. In particolare, si attende la risposta al taglio dell’Irap e le reazioni all’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato, che salirà al 26% dall’attuale 20%. Più difficile valutare l’impatto sul listino dello sgravio fiscale Irpef (1.000 euro netti all’anno) per 10 milioni di italiani che guadagnano meno di 1.500 euro netti al mese, anche se una scossa ai consumi ed al pil, dati i tempi, non guasta.
Anche ieri, del resto, la Borsa italiana si è comportata meglio degli altri listini europei, limitando il ribasso allo 0,25%, assai meno dell’Eurostoxx 600 (-0,80%) e degli altri indici: Parigi -1%, Francoforte -1,3%, Madrid -0,8%.
Ma il vero test ci sarà a metà mattina con l’asta dei titoli di Stato a medio termine per un ammontare tra i 6 e i 7,75 miliardi per cui si prevedono tassi a nuovi minimi storici. A giustificare l’ottimismo, oltre all’esito positivo dell’asta Bot (7 miliardi di titoli a 12 mesi collocati ai rendimenti più bassi di sempre), contribuisce il successo del lancio del nuovo decennale indicizzato, emesso per 4,5 miliardi, con ordini che hanno superato i 10 miliardi di euro. Un altro segnale di normalizzazione, visto che l’ultimo Btpei a 10 anni era stato emesso nell’agosto del 2011, prima della tempesta sullo spread.
Per le offerte di oggi (Btp a 3,7, 15 anni, più la riapertura di un titolo scadenza 2037) la previsione è di un nuovo taglio dei rendimenti: “Ci aspettiamo una riduzione di 30-35 punti base nei rendimenti del 3 e 7 anni, e di circa 45 punti base per il 15 anni (rispetto all’asta di gennaio)” dice in una nota la strategist di Unicredit Chiara Cremonesi. A completare il quadro, però, c’è una nota di segno opposto: sotto la spinta della crisi ucraina torna a salire Bund tedesco (il rendimento scende all’1,59%) e lo spread torna ad allargarsi a 182 punti base.
RIMBALZA L’ASIA, FISCHER ALLA FED
Rimbalzano le Borse asiatiche, dopo il tonfo di martedì. Sale di mezzo punto Tokyo, fa molto meglio Shanghai +1,16%. E’ sceso in campo il premier Li Kequiang in persona per tranquillizzare i mercati sulla tenuta dell’economia cinese. “La crescita – ha detto al termine del plenum del partito – si aggirerà attorno al 7,5%, ma saremo flessibili. L’obiettivo principale resta la creazione dei posti di lavoro”. Il richiamo alla flessibilità è piaciuto ai mercato, rassegnati a registrare nuovi dati in ribasso. L’importante è che il governo dimostri di saper governare la “frenata dolce”.
Poche emozioni nella seduta americana: indice Dow Jones (-0,07%) e S&P 500 (+0,03%) vicini alla parità, Nasdaq in rialzo dello 0,37%. Dopo i cali iniziali alla situazione cinese, il mercato ha recuperato dopo i segnali di progressi negli sforzi diplomatici sull’Ucraina. La novità arriva da Washington. Oggi, davanti al Senato, si presenterà Stanley Fischer, nominato da Obama vicepresidente della Fed. L’economista, già professore di Ben Bernanke e Mario Draghi, avrà un ruolo rilevante nel dopo tapering.
BANCHE, AL TORO PIACE LA PULIZIA
Piacciono ai mercati le pulizie di primavera delle banche italiane. “Se gli istituti italiani avessero adottato questo tipo di pulizia di bilancio un anno fa, la reazione sarebbe stata molto negativa. Oggi l’Italia non è più causa di allarme tra gli investitori stranieri”, spiega Mario Spreafico, responsabile del private banking di Schroeders in Italia.
E così, dopo il test positivo di Unicredit, ieri sono arrivate le conferme:
Banca Popolare di Milano +5,3%. L’istituto di Piazza Meda ha registrato un utile netto di 29,6 milioni, a fronte della perdita da 429,7 milioni dello scorso anno. il consigliere delegato, Giuseppe Castagna, durante la conference call con gli analisti ha sottolineato che Bpm punta ad un common equity tier 1 al 2016 del 12%.
Fidentiis ha alzato il rating da hold a buy fissando il range di valutazione a quota 0,79-0,8 euro. Infine il consigliere delegato, Giuseppe Castagna, durante la conference call con gli analisti ha sottolineato che Bpm punta ad un common equity tier 1 al 2016 del 12%.
Ubi Banca +4,7%. L’istituto ha chiuso il 2013 con un utile netto di 250,8 milioni, in aumento rispetto agli 82,7 milioni del 2012, con il cda che ha proposto all’assemblea dei soci un dividendo di 0,06 euro per azione.
MontePaschi +1,4%. La perdita nel quarto trimestre è stata pari a 920,7 milioni e nella nota di presentazione dei conti, l’istituto ha comunicato che è stato rinnovato l’accordo di pre-underwriting relativo all’aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Ciò che ha sorpreso positivamente il mercato sono stati comunque i margini di interesse e il declino dei costi operativi. L’ad Fabrizio Viola ha inoltre affermato che “dopo le pulizie effettuate nell’ultimo bilancio,è calato il profilo di rischio”.
Più lento il passo dei big. Nomura ha proposto lo switch da Intesa +0,3% (Neutral da Buy) ad Unicredit +0,5% (Buy da Reduce. Intesa +0,3%: Nomura ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Buy.
GENERALI, SI PUNTA SUL DIVIDENDO
Tra le note dominanti della seduta di oggi ci saranno i conti delle Generali +0,49% in un mercato riflessivo. In attesa dei numeri Banca Imi ha alzato il target price sul titolo a 19,35 euro dal precedente 18,70, con rating add. Kepler Cheuvreux ha mantenuto il giudizio attendista (hold) e il target price a 15,70 euro e Mediobanca Securities la valutazione underperform con prezzo obiettivo a 15 euro.
ENEL DA’ LA SCOSSA ALLE UTILITIES
Grande sostegno al mercato anche da Enel +1,3%. Il gruppo ha chiuso il 2013 con un utile netto ordinario di 3,119 miliardi, in aumento del 10,3% rispetto ai 2,828 miliardi del 2012. E’ stato deciso di proporre all’assemblea del 24 maggio (in unica convocazione) un dividendo di 13 centesimi per azione, contro i 15 centesimi nel 2013. Eni -0,7 e Telecom Italia -1,6%.
MAGLIA NERA A TOD’S, IL WHISKY VA DI TRAVERSO A CAMPARI
L’eco delle difficoltà cinesi continua a riflettersi su lusso. Il ribasso più forte è di Tod’s -5,1% dopo le indicazioni deludenti sul 2014, Ferragamo -2,8%, Luxottica -1,6%, Cucinelli -1,8%. Pesanti anche Moncler -4,4% e Yoox -3,5%.
Perde colpi Campari -4% dopo una sospensione per eccesso di scostamento al ribasso: la soietà, che ha presentato ieri i conti, è tra i soggetti che hanno presentato una manifestazione d’interesse per l’acquisizione di Whyte & Mackay, produttore di whisky che fa capo a United Spirits, un deal con un controvalore di circa 350 milioni di sterline (circa 420 milioni di euro). Deboli anche Fiat -1%, World Duty Free -2,2% e Pirelli -2,7%.
MOODY’S PROMUOVE ITALCEMENTI. SALE ERG, SI SGONFIA SARAS
Tra le medium cap da notare:
Erg è salita del 7,18% a 10,9 euro, beneficiando dei conti positivi per il 2013. Secondo Equita Sim, infatti, i dati del quarto trimestre sono stati migliori delle attese grazie alla divisione Power & Gas. Gli esperti hanno inoltre sottolineato come la posizione finanziaria netta sia migliorata di circa 200 milioni. Falck Renew +3,4%. Moody’s ha posto sotto osservazione per un possibile upgrade i rating di Italcementi +4,5% oggi’Ba3′. Le vendite hanno invece sgonfiato Igd -6%, Datalogic -5,8%, Saras -5,5%, Beni Stabili -4,3%.