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La stagione dell’amore viene e va. Il film di Stéphane Brizé è convincente e delicato

“Le occasioni dell’amore” di Stéphane Brizé indaga i sentimenti e va in profondità sotto il manto leggero della commedia.

La stagione dell’amore viene e va. Il film di Stéphane Brizé è convincente e delicato

Diceva il grande scrittore inglese Rudyard Kipling che niente è mai chiuso finché non è chiuso nel modo corretto. Sembra che Stéphane Brizé abbia fatto sua la lezione in questo suo ultimo bel film, “Le occasioni dell’amore”, presentato all’ottantesima edizione del Festival del cinema di Venezia e finalmente nelle sale italiane. Guillaume Canet è Mathieu, un attore di successo che si presenta alla reception di una spa sulla costa francese per una settimana di talassoterapia.

È inverno e sembra un po’ fuori stagione (hors saison, come il titolo originale del film) anche lui. È smarrito: la moglie, una giornalista televisiva, è rimasta a Parigi per i troppi impegni e lui a sua volta ha abbandonato la produzione di uno spettacolo teatrale a quattro settimane dal debutto, temendo di non essere all’altezza e di rovinare una brillante carriera cinematografica. 

I toni da principio sono di commedia: il commento musicale e i suoni dello smartphone nel silenzio asettico del sanatorio – notifiche, suonerie, finanche l’audio del gioco di parole Ruzzle – punteggiano le giornate di Mathieu/Canet che scorrono un po’ annoiate tra un massaggio, le pietanze dietetiche servite sotto le cloche e la lettura di un copione. Poi arriva un biglietto: è Alice (interpretata da Alba Rohrwacher, luminosa, bravissima), che vive in paese e che vorrebbe rivederlo.

Erano stati innamorati, quindici anni prima, e la loro storia si era interrotta per l’abbandono di lui. E così, davanti a una tazza di tè, si raccontano di come sono andate avanti le loro vite: lui si lamenta del jazz (lo irrita, sic), dei capelli che si diradano, degli occhiali necessari per leggere; lei lo rassicura che va tutto bene perché, gli ricorda, ha la salute, un figlio, una donna e un lavoro che ama. Lui conviene che non può lamentarsi ma non è poi così convinto.

Lei gli sorride: insegna pianoforte, ha sposato un brav’uomo ed è nata una figlia. Lui ascolta, la guarda. Ma basta per salutarsi civilmente e congedarsi da quello che poteva essere e non è stato? È qui che il film entra nel vivo del confronto relazionale e diventa una delicata indagine sui sentimenti, sulle aspirazioni e sulle verità che non sempre si è capaci di raccontarsi e di raccontare. Siamo più dalle parti de I ponti di Madison County che da quelle di Past Lives. 

Stéphane Brizé ha dichiarato di aver pensato alla Francesca/Meryl Streep del film di Eastwood, scrivendo il personaggio di Alice, una donna che si lascia condizionare dalla paura ma che poi trova il coraggio; e anche di aver sperimentato l’angoscia che coglie Mathieu, all’apice del successo eppure insoddisfatto. Sceneggiato dallo stesso Brizé con Marie Drecker, il film sembra anche l’esito di una riflessione personale che si traduce, cinematograficamente, in una piacevole libertà espressiva.

Trovate divertenti, dialoghi curiosi e due interludi sorprendenti e poetici: una video-intervista all’amica di Alice sui necessari compromessi della vita matrimoniale – sguardo in camera, in dialogo diretto con lo spettatore – e l’esibizione di due chioccolatori (imitatori del canto degli uccelli), che intrattengono gli astanti con un vero concerto di trilli e gorgheggi. Che è come dire battute e controbattute, domande e risposte.

Le figurine dei protagonisti che si stagliano sui marosi dell’Atlantico e riprese in campo lungo dal regista evocano sentimenti feriti e vite un po’ piegate che reclamano attenzione e (impossibili) risarcimenti. Ma, pare dirci Brizé, le scuse si possono porgere e le relazioni crescere attraverso il confronto, con se stessi e con l’altro. Per vivere nuove occasioni, di vita e di amore.

In sala

Titolo originale: Hors saison; Produzione: Francia 2023, Regia: Stéphane Brizé, Sceneggiatura: Stéphane Brizé e Marie Drecker, Montaggio: Anne Klotz, Fotografia: Antoine Héberlé, Musiche originali: Vincent Delerm, Interpreti principali: Guillaume Canet, Alba Rohrwacher, Sharif Andoura, Lucette Beudin.“Le occasioni dell’amore” di Stéphane Brizé indaga i sentimenti e va in profondità sotto il manto leggero della commedia.

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