L’onda lunga della Banca Centrale Europea prosegue la sua corsa stamane sui mercati asiatici, in attesa delle mosse degli altri governatori centrali. Gli stimoli monetari annunciati a Francoforte hanno messo le ali alle Borse asiatiche. Tokyo mette a segno un rialzo dell’1,4%. Sono molto positivi i dati relativi all’industria leggera e pesante diffusi stanotte: gli ordini di macchinari sono saliti in gennaio del 15%, sette volte più del previsto.
Ancor più euforici i listini cinesi: Hong Kong+1,3%, Shanghai +2,6%, Shenzhen +4%. Continua intanto la marcia verso il basso del costo del denaro in Giappone: stamane il titolo a dieci anni tratta a -0,019%. Domani si riunirà la Bank of Japan: non si attendono annunci clamorosi dopo la recente decisione di adottare tassi negativi. Sotto i riflettori mercoledì anche il board della Bank of England (improbabili novità sui tassi, fermi da 84 mesi) e, sempre a Londra, il varo del Budget a pochi mesi dal voto sul Brexit. Si riunisce anche la Banca Nazionale Svizzera.
FED, AUMENTI SOLO A GIUGNO. PECHINO OTTIMISTA
Ma l’evento clou della settimana sarà il vertice della Fed che culminerà giovedì sera nella conferenza stampa di Janet Yellen. Non sono previsti cambiamenti sui tassi, ma il presidente potrebbe confermare, alla luce dei buoni dati dell’economia Usa, l’intenzione di proseguire il graduale aumento del costo del denaro già a partire da aprile o a giugno. Importante, a questo fine, il dato sull’inflazione core: previsto un aumento dello 0,2%.
Per ora prevale, in tutti le banche centrali, la preoccupazione di non disturbare la ripresa dei listini dopo il drammatico avvio del 2016 finanziario. Lo sforzo ha coinvolto anche la Cina, dove nel week end sono scesi in campo i massimi dirigenti dell’economia per rassicurare i mercati: il Paese, ha detto il governatore della People’s Bank of China Zhiu Xiaochuang, è in grado di raggiungere i target di crescita fissati per il 2016 senza procedere a svalutazioni competitive dello yuan.
Sulla stessa linea il neo presidente della Consob di Pechino, Liu Shiyu che ha sottolineato come le autorità puntino alla “stabilità” (promessa implicita di nuovi sostegni), e Shang Fulin, cui fa capo la supervisione sul sistema bancario, che ha annunciato una sorta di bad bank: le agenzie di rating, ha detto, sottovalutano la forza del sistema.
Tanto ottimismo non trova conferma nei dati sulla produzione industriale e sull’andamento dei consumi, ma arrivano anche segnali incoraggianti dal mercato immobiliare. La Cina, per ora, sembra in grado di centrare l’obiettivo del 6,5% di crescita annua. Lo yuan, intanto, stamane cede lo 0,1%.
A favorire un decollo positivo della settimana finanziaria contribuisce il trend del petrolio, ancora in lieve rialzo dopo il rally dell’ultimo mese (+47%). Il Brent tratta stamane a 40,43 dollari (+0,1%), il Wti a 38,42 (+0,2%). Domenica prossima si incontreranno a Mosca alcuni dei maggiori produttori di greggio, Opec e non Opec, per studiare un congelamento coordinato della produzione.
SUI LISTINI PER ORA NON PESA LA SCONFITTA DELLA MERKEL
Le vere incognite per i mercati arrivano dal fronte politico. I risultati delle elezioni in alcuni laender tedeschi (Sassonia Anhat, Renania Palatinato e Baden Wurttemberg) hanno decreto una pesante sconfitta per Angela Merkel, bocciata dal rifiuto della politica dell’accoglienza, che non potrà non avere conseguenze sulla politica dell’Eurozona. In Usa, la tensione per la corsa alla Casa Bianca ha raggiunto livelli inusuali nella recente storia politica.
FUTURES AL GALOPPO: PARIGI +3%, FRANCOFORTE +3,3%
I mercati finanziari europei, comunque, sembrano pronti a confermare la ripresa innescata venerdì dagli stimoli della Bce. I futures segnalano una partenza lanciata sia a Parigi (+3%) che a Francoforte (+3,3%). Stabile Londra (+0,1%). L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 ha chiuso l’ultima seduta in rialzo del 2,6%, annullando i ribassi precedenti (+0,1% l’indice Eurostoxx) . La performance da inizio anno è ancora negativa: -6,4%.
Affollata di banche, la Borsa di Milano è quella che ha reagito meglio, Piazza Affari ha chiuso la quarta settimana consecutiva positiva con un guadagno in cinque giornate del 3,8%, che riduce a -11,3% la perdita da inizio anno. Bene venerdì anche gli altri listini: Parigi+ 3,2%, Francoforte +3,5%, Madrid +3,6%. Per la quarta settimana di fila chiudono con il segno più gli indici di Wall Street: Dow Jones +1,2%, S&P+1,1%. Nasdaq +0,7%. Dai minimi dell’11 febbraio scorso l’indice S&P ha recuperato l‘11%: il fantasma della recessione non spaventa più.
Più problematico l’andamento del cambio euro/dollaro. Nonostante la forte iniezione di liquidità l’euro si è addirittura rafforzato salendo dal cross di 1,100 di venerdì 4 marzo. Stamane la monera unica tratta a 1,1157, in calo sul dollaro. Dopo la spallata della Bce il rendimento del Btp decennale è sceso all’1,32%, da 1,46% del venerdì precedente, mentre lo spread si è ridotto a 105 punti base.
ARRIVANO I CONTI DI INTESA, ENI, FINMECCANICA E GENERALI
E’ in programma oggi il Cda sui conti di Tod’s: la società di Diego Della Valle uscirà dal Ftse Mib in occasione della prossima revisione del paniere. Domani toccherà a Intesa, seguita mercoledì da Finmeccanica e Saipem; il giorno seguente sarà il turno di Eni e Telecom Italia, mentre venerdì 18 marzo sarà la volta delle Generali. Oggi appuntamento con i conti anche per Cir, Credem, Safilo e Saras.
PIAZZA AFFARI, AL VIA LA STAR CONFERENCE
Domani e mercoledì si terrà a Milano lo Star Conference, la parata dei titoli di uno degli indici più solidi di Borsa Italiana. Negli stessi giorni diverse “stelle” annunceranno i risultati: Acotel, Aeroporto Bologna, Ascopiave, B&C Speakers, Finnat, Be Think, Bolzoni, Cad It, Cairo, Dada, Fisia, Fiera Milano, Mutui on Line, Ima, Irce, Isagro, Landi Renzo, Marr, Saes Getters, Servizi Italia, Tamburi, Tesmec, Terni Energia.
INWIT, LA SETTIMANA DECISIVA
Scade oggi il termine per la presentazione delle offerte su Inwit, la società delle torri di Telecom Italia contesa fra Ei Towers (controllata da Mediaset) e la cordata F2i-Cellnex.
Entro metà settimana si dovrà fare una scelta: se la strategia di Telecom rimarrà quella delineata finora, cioè cedere Inwit per ridurre il debito, probabilmente si andrà verso la vendita a Cellnex-F2i del 45%, rispetto alla quota attuale del 60%. Telecom rimarrebbe in minoranza ma avrebbe speciali diritti sulla governance del gruppo.
L’offerta di Ei Towers prevede invece che Inwit acquisti un migliaio di torri tlc dalla stessa controllata del Biscione (operazione cui il Cda di Telecom ha dato parere favorevole). Ei Towers, a sua volta, diventerebbe partner di Inwit comprandosi il 25% della società. In questo modo Telecom, pur scendendo al 35% di Inwit, manterrebbe il controllo.
Ma non è questa l’unica ragione per guardare all’ex monopolista delle tlc. Il mercato è chiamato ad esprimersi sul nuovo passo in avanti di Vivendi, salita al 24,9% del capitale, nonché sugli sviluppi dell’affaire Orange: per il residente Giuseppe Recchi non c’è assolutamente nulla in vista, ma le continue avances alla società italiana di Stéphane Richard, pdg di Orange, benedette da François Hollande (e registrate con favore da Matteo Renzi) hanno introdotto un nuovo elemento di appeal al titolo, che venerdì ha segnato un rialzo del 5,5% (ma da inizio anno resta un calo del 9%).
GENERALI, PER L’ITALIA SPUNTA IL NOME DI CIMBRI
Vigilia calda anche per Le Generali. E’ ormai ufficiale che giovedì prossimo Philippe Donnet sarà nominato nuovo ad del gruppo. Altrettanto certo che al suo fianco ci sarà il direttore generale Alberto Minali, cui sarà delegata la finanza. Ma i giochi per l’Italia, la più importante controllata del colosso assicurativo, non sono ancora fatti.
Il Cda si trova di fronte a due ipotesi: o puntare sulle energie interne anche per Generali Italia o chiamare un manager da fuori. Negli ultimi giorni i soci Mediobanca e Caltagirone sembrano propendere per questa seconda soluzione, anche per bilanciare l’influenza di Donnet, che è da sempre vicino a un azionista di peso come Vincent Bollorè, e stanno pensando a una chiamata clamorosa come quella di Carlo Cimbri, attuale numero uno del gruppo concorrente Unipol.
Altri soci e lo stesso Donnet (che giovedì sarà anche cooptato nel cda di Generali), sono invece orientati per una soluzione interna. In questo caso i candidati più accreditati sono Andrea Mencattini e Davide Passero.
ANSALDO STS: TERMINA L’OPA, MA LO SCONTRO CONTINUA
Termina oggi l’Opa obbligatoria di Hitachi Rail Italy Investments su Ansaldo Srs. Ma è quasi impossibile che oggi cali il sipario sul duello tra Hitachi e Finmeccanica da una parte e i soci attivisti che contestano il prezzo fissato dalla Consob dop il loro ricorso: 9,899 euro (contro il 9,5 iniziale), assai al di dotto di quanto chiesto da alcuni azionisti di minoranza (15 euro). Venerdì le adesioni erano pari al 5,374% dei titoli oggetto dell’offerta.