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La Spezieria dei Papi passa al 3D

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Ha ragione il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini quando parla di sviluppare le nuove tecnologie per valorizzare il patrimonio artistico italiano. La strada, in verità, è quasi obbligata per rendere fruibile anche a distanza siti e gallerie che hanno necessità di crescere nel web. Bisogna metterci dei soldi, pero’, e individuare percorsi e professionalità che sappiano tenere il passo con l’avanzare delle tecnologie. In dimensione 3D torna, per esempio, la Farmacia dei Papi nella chiesa di Santa Maria della Scala a Trastevere. E’ la più antica Spezieria d’Europa, impedita per molto tempo alle normali visite. Solo gruppi ristretti di persone ne avevano l’accesso. Sarà possibile, invece, ammirarla senza andarci, grazie ad un lavoro che ha coinvolto tre Università.

Un gruppo interdisciplinare di Italia, Spagna e Portogallo ha ricostruito il sito estremamente accattivante, molto sostenibile, con le nuove tecnologie. Le tre Università Ca’ Foscari di Venezia, Évora (Portogallo) e Valencia (Spagna) hanno usato laser, fotogrammi e strumenti d’avanguardia per rilievi non distruttivi su tutto quanto è conservato nel cuore di Roma. Li’ dove fino alla metà del secolo scorso i Frati Carmelitani Scalzi, raccoglievano e custodivano piante e farmaci provenienti da tutto il mondo. Un luogo speciale dove le ricchezze naturali diventavano sostanze benefiche – spesso salvifiche- ancorché destinate ad “eletti”. C’è, quindi, un valore attuale naturalistico alla base della ricostruzione tridimensionale. Comprendere i segreti officinali sparsi per il mondo raccolti e incamerati in un gioiello barocco molto caro ai Papi. I Pontefici per lo più ignoravano le pozioni, le ricette e le sostanze medicamentose custodite nella vicina Spezieria utili a loro ed agli altri porporati. Ma sapevano di avere a disposizione un eccellente armamentario naturale. Stregonerie e alchimie erano confinate in altri ambiti della Chiesa, non avrebbero mai potuto essere esposte.

Alla base del lavoro c’è il progetto Roma Hispana che oltre a fondi pubblici ha avuto il sostegno anche dell’azienda Aboca. Le tecnologie adoperate sono dell’Enea che li ha concessi al team per studiare lo stato di conservazione di tutto cio’ che serviva allo Stato Vaticano. Erbari, ricette, documenti e qualche “mistero” svelati nella dimensione moderna attraverso risoluzioni submillimetriche. Nel lavoro si è andati anche oltre gli aspetti farmacologici, allorquando sono stati indagati dal punto di vista architettonico la sala delle vendite e il prezioso archivio. “Il modello completo -dice Roberta Fantoni, responsabile Tecnologie di ENEA- avrà anche l’obiettivo di determinare lo stato di conservazione del bene e pianificare eventuali interventi di recupero”. In pratica la digitalizzazione e la virtualizzazione della Spezieria per superare anche le barriere architettoniche dello spazio. Un po’ scienziati, un po’ ghostbusters, i ricercatori hanno messo l’occhio persino nella stanza dei veleni. “ Qui sono stati analizzati circa 100 campioni per capire se il contenuto di queste boccette corrispondeva a quanto scritto nelle etichette e se si fossero verificate alterazioni nel corso del tempo che potessero aver portato a una minor capacità di trattamento o a un aumento della tossicità di queste sostanze”, spiega Catarina Pereira del Laboratorio Hercules dell’Università di Évora. Uno scrupolo scientifico e salutistico, viene da dire, a beneficio postumo dei Papi. Ce ne renderemo conto quando tutto sarà visibile dal divano di casa.

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Categories: Arte