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La spesa sanitaria in Italia: ecco come stanno realmente le cose tra evoluzione storica e sfide future. Analisi Osservatorio Cpi

Osservatorio Conti Pubblici Italiani ha analizzato la spesa pubblica per la sanità in Italia dal 1960 al 2024 e le sue previsioni future. Ecco cosa ci aspetta e quali sono le criticità

La spesa sanitaria in Italia: ecco come stanno realmente le cose tra evoluzione storica e sfide future. Analisi Osservatorio Cpi

La spesa pubblica per la sanità in Italia ha conosciuto profonde trasformazioni nel corso degli ultimi cento anni. Tra il 1960 e il 2024, il rapporto tra spesa sanitaria e Pil ha vissuto diverse fasi, alternando periodi di crescita, contrazioni temporanee e stabilizzazioni, influenzato da fattori economici, innovazioni tecnologiche, decisioni politiche e cambiamenti demografici. Dopo il picco raggiunto durante la pandemia da Covid-19, la spesa sanitaria è tornata ai livelli del 2019, attestandosi al 6,3% del PIL nel 2024 (pari a 137,9 miliardi di euro).

Le più recenti previsioni della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) indicano che nei prossimi decenni la spesa sanitaria tornerà a crescere, principalmente a causa dell’invecchiamento della popolazione. Entro il 2060, la quota di spesa destinata agli ultraottantenni raddoppierà, mentre quella per le fasce più giovani diminuirà. Queste, però, previsioni non prendono in considerazione fattori cruciali come l’evoluzione tecnologica e gli effetti del cambiamento climatico sulla salute pubblica.

È quanto emerge da un approfondimento dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani a firma di Carlo Cignarella.

L’andamento storico: tra crescita e contrazioni

Tra il 1960 e la fine degli anni ’80, la spesa sanitaria pubblica in Italia è quasi raddoppiata in rapporto al PIL, raggiungendo il 6%. Il fenomeno è stato comune a tutti i Paesi avanzati e dovuto principalmente a:

  • L’introduzione di nuove tecnologie mediche, che hanno migliorato la qualità delle cure ma ne hanno aumentato i costi.
  • Un sistema di finanziamento poco rigido, con le regioni che potevano superare i limiti di spesa contando sull’intervento dello Stato centrale.

Negli anni ’90, l’ingresso dell’Italia nell’Unione Economica e Monetaria ha imposto un freno alla crescita della spesa sanitaria. Il rispetto dei parametri di Maastricht ha costretto il governo a rimuovere il cosiddetto soft budget constraint, cioè la garanzia di copertura degli sforamenti di bilancio da parte delle regioni. La stretta ha portato a una riduzione della spesa sanitaria rispetto al Pil tra il 1992 e il 1997.

Dal 1999, con l’adozione dell’euro e il calo della spesa per interessi sul debito pubblico, la spesa sanitaria ha ripreso a crescere fino al 2010, quando ha toccato un nuovo picco, anche a causa della crisi finanziaria globale. Successivamente, tra il 2011 e il 2019, il rapporto spesa/PIL è diminuito, riflettendo misure di contenimento della spesa pubblica. La pandemia del 2020 ha rappresentato un’eccezione temporanea, con un incremento significativo delle risorse destinate alla sanità, seguito da un ritorno ai livelli pre-pandemia nel 2024.

Le proiezioni per il futuro: crescita trainata dall’invecchiamento

Le previsioni della Rgs indicano che, a partire dal 2030, la spesa sanitaria tornerà a crescere fino al 2055-2060, stabilizzandosi successivamente. Questa crescita sarà determinata principalmente da fattori demografici:

  • La popolazione ultraottantenne aumenterà dall’8% nel 2024 al 14% nel 2070.
  • La spesa destinata agli ultraottantenni salirà dal 1,3% al 2,5% del PIL, raggiungendo un terzo della spesa totale.
  • La quota di spesa per la popolazione più giovane (0-64 anni) diminuirà, mentre resterà stabile per la fascia 65-79 anni.

La spesa sarà destinata per il 90% alle cure delle cosiddette patologie acute (che comprendono tutte le prestazioni sanitarie, anche quelle non gravi). Crescerà più rapidamente, però, la spesa per i servizi di long term care (LTC), cioè l’assistenza sanitaria a lungo termine per persone non autosufficienti, rivolti soprattutto agli anziani.

Le criticità delle previsioni: tecnologia e cambiamento climatico

Le proiezioni della RGS sono basate esclusivamente sull’evoluzione demografica, ma non tengono conto di altri elementi che potrebbero influenzare la spesa sanitaria in modo significativo:

  • L’innovazione tecnologica: nuove terapie e strumenti diagnostici avanzati potrebbero far aumentare i costi sanitari più del previsto, come è accaduto negli ultimi decenni nei Paesi avanzati. Secondo l’OCSE, la spesa sanitaria potrebbe crescere molto più rapidamente di quanto stimato dalla RGS.
  • Il cambiamento climatico: eventi climatici estremi, ondate di calore e nuove malattie legate all’ambiente potrebbero aumentare la domanda di cure, incidendo sui costi sanitari. Le persone anziane sono particolarmente vulnerabili agli effetti diretti (morti e infortuni) e indiretti (patologie legate a stress termico e qualità dell’aria) del riscaldamento globale.
  • Le politiche di investimento nella sanità: la necessità di rendere il sistema sanitario più resiliente agli shock futuri potrebbe richiedere ulteriori investimenti in personale, digitalizzazione e innovazione organizzativa.

Quali sfide per il futuro?

Per garantire un sistema sanitario efficiente ed equo nei prossimi decenni, sarà essenziale adottare strategie adeguate per far fronte alle nuove sfide. Alcuni aspetti chiave includono:

  • Rafforzare il sistema sanitario con investimenti mirati, sia in infrastrutture che in risorse umane.
  • Migliorare l’efficienza del settore sanitario, ad esempio attraverso la digitalizzazione e l’introduzione di modelli di assistenza innovativi.
  • Pianificare politiche di finanziamento sostenibili, per evitare che la crescita della spesa sanitaria metta sotto pressione il bilancio pubblico.

La tendenza demografica indica che la domanda di cure continuerà a crescere almeno fino al 2060, rendendo indispensabile un adeguamento della spesa sanitaria. Tuttavia, le future scelte politiche e l’evoluzione tecnologica giocheranno un ruolo fondamentale nel definire il livello di spesa necessario e la sua sostenibilità nel lungo termine.

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