Corrono le prime voci sulla tanto attesa riforma finanziaria spagnola. A Madrid domani, venerdì, il Governo presenterà al Consiglio dei ministri il decreto legge in cui sono elencate le misure per mettere in ordine il sistema bancario più compromesso della zona Euro. Il quotidiano El Pais questa mattina ha pubblicato la bozza del decreto, ancora soggetta a modifiche, ma da cui emergono i tratti salienti del provvedimento.
FROB – Il Fondo di ristrutturazione ordinata delle banche (Frob), controllato principalmente dal Banco de España, avrà un nuovo importante (e inquietante) potere, quello di liquidare, “senza il consenso degli azionisti”, gli istituti di credito incapaci di restituire gli aiuti pubblici “in tempi ragionevoli”. Era stata Bruxelles, nel momento della firma del Memorandum of understanding (Mou) per la linea di credito da 100 miliardi di euro, a chiedere che si andasse verso questa direzione. Il Frob determinerà il valore economico dell’ente da liquidare e passerà gli attivi e i passivi a una “banca ponte”, che successivamente verrà venduta. Gli attivi tossici, principalmente legati al mercato immobiliare, passeranno invece alla cosiddetta bad Bank che cercherà di massimizzare il loro prezzo di vendita. La parte che non riuscirà ad essere venduta verrà liquidata e seguirà il quadro normativo vigente. Ma la vera novità è che il Frob non avrà bisogno del consenso degli azionisti né di terzi per procedere alla liquidazione degli attivi.
FONDO SALVA-STATI E BCE – Obiettivo principale del Frob rimane quello di intervenire in soccorso degli istituti in difficoltà. Una banca potrebbe essere ricapitalizzata attraverso titoli dello stesso fondo salva-banche: in questo modo avrà cinque anni di tempo (estendibili fino a sette) per ripagare gli aiuti. Ma il Frob potrebbe scegliere di intervenire con un’iniezione diretta di capitali decidendo se immettere denaro cash o in obbligazioni emesse, a scelta, dal Tesoro di Madrid o dal Fondo salva-Stati. In questo modo la banca in difficoltà potrà utilizzare questi titoli come garanzie in operazioni interbancarie, depositarle nella Bce per ottenere contanti o venderli direttamente sul mercato secondario, soprattutto per quanto riguarda il debito emesso dal Fondo salva-Stati che gode di rating di massimo livello.
BAD BANK – Le incognite intorno alla struttura, al finanziamento e alla gestione della “banca cattiva” lasciano ancora molte perplessità. L’unico esempio con cui si può paragonare la situazione è la Bad bank irlandese. La società nazionale di gestione di attivi, attraverso fondi statali, pagò 32 miliardi di euro per attivi immobiliari da un valore nominale di 74 miliardi. Questo sconto del 56% fu tuttavia insufficiente per generare un guadagno: i prezzi di mercato erano ancora più bassi e la società statale irlandese ha dovuto vendere a prezzi ancora minori riducendo la sua capacità di ripagare lo Stato. Di certo non è l’esempio più opportuno per la Spagna. Questo venerdì gli esperti della Troika si riuniranno a Madrid con i rappresentanti del Governo per decidere come strutturare la Bad bank ma assicurano che “la riunione avrà un carattere meramente tecnico, non ci saranno negoziazioni politiche”. La Spagna deve presentare la normativa sulla Bad Bank “entro fine agosto” e questa dovrà essere operativa a novembre. Ma le domande a cui deve ancora rispondere sono molte: chi saranno gli azionisti della “banca cattiva”? Quale sarà la partecipoazione del Frob? Quali tipi di attivi potranno essere spostati nella bad Bank? Solo quelli immobiliari?
RISPARMIATORI – Nel Mou l’Ue invita il Governo spagnolo a prevedre che azionisti e creditori si assumino le perdite prima di iniettare in una banca ulteriori fondi pubblici. E così il Frob con la nuova riforma dovrà rispettare il principio secondo cui “gli azionisti e i soci degli istituti, secondo le loro partecipazioni, saranno i primi a sopportare le loro perdite”. E “i creditori subordinati delle banche sopportaranno in caso perdite derivanti dalla ristrutturazione o dalle risoluzioni dopo gli azionisti”.
CAMBIO AI VERTICI – Infine sarà decretato un cambio ai vertici del Frob per evitare conflitti di interessi: nessun banchiere potrà più sedere nel direttivo del fondo salva-banche. Era un’altra delle condizioni imposte dall’Ue nel Mou.