CLINT EASTWOOD STA CON MARCHIONNE. S&P NO
FITCH BOCCIA LE BANCHE ITALIANE, POPOLARE SUPERSTAR
Non c’è più spazio per modifiche di sorta. Perciò, cara Grecia, tocca a te decidere: o firmi o non se ne fa niente. Ecco il messaggio, ben poco diplomatico che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno lanciato in conferenza stampa ai partiti greci, restii a dare il via libera a nuovi sacrifici a tre mesi dalle elezioni.
Oggi, intanto, scatta lo sciopero generale di 24 ore proclamato dai sindacati. Ma l’ultimatum, in pratica, è stato rinviato: si continua a trattare sia con gli sherpa della Ue che con i creditori privati. La Grecia, nel frattempo, ha annunciato il taglio di 15 mila statali. Intanto dal vertice di Merkozy spunta un’idea. Una parte dei nuovi fondi destinati alla Grecia non verrebbero versati direttamente ad Atene ma accantonati in un fondo a protezione dei creditori. Il fondo provvederà a garantire i bond di Atene. Ma la Ue potrà al contrario interrompere i versamenti ad Atene nel caso non vengano rispettate le richieste di Bruxelles. E’ un’ipotesi meno invasiva della nomina di un commissario per Atene, ma il risultato sarà lo stesso.
Negli ultimi scambi lo spread dei Btp decennali viaggia a 373 punti base, in deciso calo dai 390 bp sfiorati stamane in apertura. Il rendimento del Btp 10 anni è fissato al 5,58%. Lo spread a 2 anni si è fissato a 272 pb per un rendimento del 2,90%, minimo da metà giugno.
Gli indici di Wall Street proseguono in moderato ribasso, frenati dall’incertezza sull’esito delle trattative per la ristrutturazione del debito greco. Il Dow Jones ha perduto lo 0,57%, lo Standard & Poor’s 500 lo 0,13% e il Nasdaq segna -0,13%. Venerdì scorso il listino tecnologico aveva segnato il massimo dal dicembre 2000. Anche in Asia pesa l’ombra della crisi greca. Il calo dell’euro condiziona i titoli dei grandi esportatoti a Tokyo -0,33% ma ancor di più a Shanghai che accusa un calo del 2%. Secondo gli analisti è in arrivo una nuova ondata di interventi della Bank of Japan per frenare la rivalutazione dello yen.
La spada di Damocle del default di Atene ha frenato lo sprint delle Borse europee ma non il recupero dei titoli di Stato. A Milano l’indice Ftse/Mib ha ceduto lo 0,30%, stabile Francoforte -0,03%, più pronunciato il calo del Cac parigino -0,66%
Negli ultimi scambi lo spread dei Btp decennali viaggia a 373 punti base, in deciso calo dai 390 bp sfiorati stamane in apertura. Il rendimento del Btp 10 anni è fissato al 5,58%. Lo spread a 2 anni si è fissato a 272 pb per un rendimento del 2,90%, minimo da metà giugno.
Nuovo rally per Fonsai (+31,32%) e Unipol (+30,33%) insieme a Premafin (+24,06%). Forte, ma meno evidente il rialzo della Milano (+5,8%). Il via al consorzio di garanzia per gli aumenti di capitale non basta a spiegare secondo gli operatori l’interesse sui titoli, oggi rimasti a lungo sospesi al rialzo: tornano così a essere citate, accanto a motivazioni tecniche, ipotesi di mani forti in acquisto. Tra gli indiziati continua ad emergere il nome di Axa, il colosso transalpino che vuole accrescere la sua presenza sul mercato italiano.
L‘agenzia di rating Fitch, dopo aver tagliato il proprio giudizio sull’Italia lo scorso 27 gennaio, ha deciso di declassare anche Banca Mps, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Banco Popolare e Iccrea holding che controlla oltre 400 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. La decisione dell’agenzia di rating cade alla vigilia dell’esame dell’Eba. Domani e giovedì l’agenzia discuterà dei piani di ricapitalizzazione presentati dalle banche europee per raggiungere il livello di capitale richiesto. Ma solo a marzo si deciderà se ritenere validi i numeri di settembre oppure rifare i conti sulla base dei nuovi livelli degli spread dei titoli di Stato e del lancio dell’Esm, il nuovo fondo salva-Stati. A detta di Mario Draghi le richieste di operazioni sul capitale dovevano essere effettuate non prima, come è avvenuto, ma solo dopo il varo del nuovo meccanismo Ue.
Intanto il Banco Popolare +4% ha sbancato Piazza Affari grazie all’annuncio dell’offerta di riacquisto di obbligazioni proprie fino a 4 miliardi. Se l’operazione, come è probabile, andrà in porto, il Banco Popolare porterà a casa un capital gain potenziale di 500 milioni circa ad un miglioramento di 50 punti base del Core Tier 1 (indice di solidità patrimoniale), che salirà al 7,50%. Altri istituti, fa rilevare un recente studio di Exane Paribas, potrebbero seguire l’esempio della banca di Pierfrancesco Saviotti.
L’annuncio di Banco Popolare arriva del resto poche settimane dopo il lancio di una medesima operazione da Unicredit per 3 miliardi di euro. Banca Intesa ha annunciato ieri sera il prossimo varo di un’operazione analoga, resa possibile dal fatto che Banca d’Italia una decina di giorni fa ha eliminato il vincolo di dover emettere titoli uguali o di qualità superiore, prima di richiamare un’obbligazione del genere dal mercato. Ora si attendono iniziative simili da parte di Ubi e Banca Mps.