“È da una vita che sento parlare di investimento sostenibile solo in termini di trading e di convenienza finanziaria o di beneficenza. Ma così facendo spesso viene meno la coerenza tra le scelte di vita e l’investimento”. Parla così Claudia Segre, figura ormai “storica” (nonostante l’età) del mondo del risparmio e dell’investimento, presidente della Global Thinking Foundation, il pensatoio che da tempo si dedica ad un’impresa titanica: l’alfabetizzazione degli italiani, grandi risparmiatori (almeno finora) ma spesso sprovvisti delle basi minime per tutelare i propri denari. Ma esiste una chiave per accelerare la maturazione del pubblico dei risparmiatori: valorizzare il ruolo delle donne, così riducendo l’ulteriore gap di genere.
Per questo motivo la crescita della sensibilità Esg, acronimo che sta per Environmental, Social and Governance, ovvero dell’approccio sostenibile agli investimenti, deve passare dal ruolo centrale della donna. Meglio se con il concorso delle “donne al quadrato”, ovvero quella trentina di docenti donne che, con il concorso di Global Thinking, aiutano in tutta Italia altre donne offrendo le loro competenze gratuitamente a donne che vivono un momento di difficoltà legato alla crisi economica, che affrontano “situazioni familiari complesse, che vogliono assumere un ruolo da protagoniste consapevoli rispetto alle proprie scelte di vita, che desiderano rimettersi in gioco sul piano professionale”.
È questa la cornice in cui si è sviluppato il dibattito della Terza Conferenza Annuale della Fondazione, dedicata al tema “Alfabetizzazione finanziaria come acceleratore degli investimenti Esg”, una giornata di studi che ha visto, tra gli altri, il contributo di Gregorio De Felice, chief Economist di Banca Intesa, e dell’industriale Enrico Falck, presidente di Falck Renewables, oltre alla presenza di un nome mitico del settore, Robert Rubinstein, fondatore e presidente del TBLI Group, il pioniere della finanza sostenibile che dal 1996 anima un forum di investitori, gestori e promotori di iniziative di finanza eco sostenibile a livello globale, diffondendo l’idea che senza l’adeguato supporto della sostenibilità il progresso economico “rischia di essere un autogol”. Di qui la “Triple Bottom Line” per costruire un ecosistema che, oltre a connettere le comunità in giro per il mondo con una trentina di eventi all’anno, ha sviluppato un network per raccogliere energie e capitali attorno a progetti attorno all’inquinamento, alla previdenza ed in genere al business sostenibile. Un ruolo “evangelico” ma che culmina anche nel sostegno ad iniziative specifiche (di grande interesse i nuovi insediamenti “puliti” in Giappone.
Gli esempi virtuosi in Europa non mancano, come dimostra l’esperienza di Falck Renewables, che per policy ha spalmato sui territori i vantaggi garantiti dagli incentivi per le rinnovabili (“Oggi – ha detto il presidente – la sfida sta nei margini da conquistare nei servizi”). L’Italia, come dimostra l’analisi di Gregorio De Felice, non ha eccezione.