“Un Centrosud arso dalla siccità, dove sono a rischio asset economici importanti quali l’agricoltura e il turismo”. Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi, l’organizzazione dei bacini idrici è esplicito. Il bollettino della sua associazione dice che senza interventi urgenti e adeguati alla situazione fra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura del Centrosud. “Va assunta consapevolezza, a ogni livello”. Parla a tutti Gargano, anche perché poche ore prima di diramare il bollettino, il New York Times ha pubblicato in prima pagina una foto del dramma che si vive in Sicilia. Più di 1 milione di persone da settimane hanno l’acqua razionata, i turisti stanno scappando e nelle strade delle città si vedono file di persone con le taniche.
Governo e Regione siciliana vengono attaccati su più fronti mentre la ministra Daniela Santantchè se la prende incredibilmente con il New York Times: “Inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia” ha scritto su X. Fa finta di non capire, la ministra? “L’approssimazione del Governo sull’emergenza siccità è imbarazzante. Sono mesi che segnaliamo le difficoltà di famiglie, agricoltori e imprese. Il Sud è in ginocchio”, risponde Enzo Amendola del Pd.
I dati parlano da soli e ci sarebbe poco da commentare se non che il tema è sottovalutato. Nell’ultimo question time alla Camera è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale con 20 milioni di euro. Nicola Dell’Acqua nominato Commissario straordinario per interventi urgenti ha davanti un quadro tinte fosche. Su larga parte della Sicilia Orientale il deficit pluviometrico supera il 60% su base annua. 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile e altri 6 hanno disponibile meno di un milione di metri cubi e 4 meno di due milioni. Al governo siedono come ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, a lungo presidente della Regione Siciliana e Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, che a parte le dichiarazioni alla Camera, della Sicilia ha a cuore solo il collegamento del Ponte.
Invasi a secco in tutto il Sud
Un’evidenza dello stato delle cose da Roma in giù è l’invaso di Occhito tra le regioni Molise e Puglia, a servizio dell’agricoltura del Tavoliere pugliese. La struttura in 8 giorni ha visto ridursi i volumi di oltre 15 milioni di metri cubi. È preso ad esempio di un disastro molto annunciato, è il dito in una piaga storica dell’Italia. Tutti i programmi di potenziamento e ristrutturazione, passati per un’infinità di autorità per motivi spesso indecifrabili, non hanno mai raggiunto lo scopo della prevenzione. Non si riesce a rendere l’acqua un affare mediante investimenti che possono essere recuperati. Al Nord la situazione generale in questi giorni è meno drammatica, ma i fiumi sono sotto le portate storiche. Soltanto il Piemonte ha un surplus idrico. Nei due terzi del paese sembra che la battaglia contro la siccità sia data per persa. Vi influisce l’inerzia della politica. Confagricoltura dice che le misure annunciate da Salvini vanno bene e non è una notizia confortante per il quadro che inquieta milioni di persone.
Nel luglio più caldo della storia, si aspettavano piani di emergenza territoriali. Non di rado ci sono ma sono redatti a uso e consumo dei convegni e delle campagne elettorali. In altre due Regioni simbolo c’è stanchezza e pessimismo. In Basilicata in una settimana le dighe hanno rilasciato 12 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua. Negli invasi della Campania è disponibile la metà dell’acqua dell’anno scorso. “Il clima è cambiato – aggiunge Massimo Gargano – e necessita un nuovo modello per il territorio, dove resilienza non può che accompagnarsi con manutenzione, infrastrutture e innovazione”. Una speranza da tramutare in realtà.