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La sfida italiana per le terre rare parte dal Lazio? C’è il primo impianto di recupero

L’annuncio del primo centro di recupero italiano è l’inizio della competizione. Le prospettive per milioni di tonnellate di materie ricavate da prodotti usati

La sfida italiana per le terre rare parte dal Lazio? C’è il primo impianto di recupero

Il bisogno di materie prime critiche scatenerà concorrenza tra i Paesi europei nei prossimi dieci, quindici anni. L’Europa politica ha preso coscienza della necessità di organizzare domanda e offerta riducendo le importazioni. L’orizzonte è spostato sul fronte industriale. L’Italia che è uno dei Paesi più sbilanciati nell’import, presto avrà il primo centro di recupero dei materiali pregiati. Il sistema del recupero dei componenti è tra i più interessanti e innovativi. Si inserisce in un circolo virtuoso che non dissipa risorse.

Un annuncio in questo senso è arrivato dalla società Itelyum Regeneration che ha un sito a Ceccano e che presto diventerà il primo centro in Italia per recupero di materie rare. Le prenderà da motori elettrici a fine vita e hard disk. Lo schema di lavorazione prevede la produzione di neodimio, praseodimio e disprosio. In natura sono terre rare, ma la società mette in campo il riciclo chimico dei magneti esausti. I prodotti vecchi verranno disassemblati per ricavare le sostanze preziose.

Materie prime critiche, recupero e guadagni

I numeri attesi sono alti. Si parla di mille tonnellate all’anno di rotori elettrici smontati e di duemila tonnellate di magneti permanenti. In questo modo si recuperano circa 500 tonnellate all’anno di acidi da rifiuti elettronici. I guadagni saranno buoni perché sul piano commerciale lo sbocco di questo processo è l’automotive elettrico.

La ricerca delle materie rare suscita perplessità ed obiezioni degli ambientalisti per le modalità di ricerca sui territori. Il business mondiale effettivamente ha toccato montagne e sottosuolo in varie parti del mondo. L’esperimento laziale tecnicamente non rientra nel campo delle esplorazioni. La società ci tiene a comunicarlo. “Itelyum è capofila di un progetto all’avanguardia”, dice Marco Codognola, amministratore delegato. Mettiamo insieme le migliori competenze Made in Italy. L’economia circolare e la sostenibilità fanno parte del nostro Dna”. La competizione può partire. E ha buoni propositi.

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