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La Serie A riparte ma è un cantiere aperto: mistero Suarez tra Juve e Inter

FC Barcelona

Tra campionato e mercato. Il weekend che inizia oggi si preannuncia più ricco che mai, alla luce di un calcio che si sdoppia: da una parte quello giocato, dall’altra quello delle trattative. Il primo vedrà l’inizio della nuova Serie A, anche se in formato ridotto: Benevento-Inter, Lazio-Atalanta e Udinese-Spezia, infatti, verranno rimandate al 30 settembre per via degli impegni della scorsa stagione, finita inevitabilmente in ritardo (gli uomini di Conte e Gasperini nelle coppe, quelli di Italiano nei playoff di B). Saranno solo 7 le gare di questa prima giornata, ma ce le faremo bastare: la curiosità è tanta, anche se la pausa è stata decisamente più breve del solito. Si parte con gli anticipi odierni tra Fiorentina-Torino (ore 18) e Verona-Roma (20.45), per poi proseguire domani con Parma-Napoli, Genoa-Crotone, Sassuolo-Cagliari e Juventus-Sampdoria, fino al posticipo di lunedì tra Milan e Bologna. 

Quasi tutto a porte chiuse, eccezion fatta per l’Emilia Romagna, che ieri ha clamorosamente riaperto gli stadi di Parma e Sassuolo (a capienza ridotta), ma tant’è: in questi tempi bui è meglio accontentarsi di quello che si ha, nella speranza di tornare al più presto alla normalità del passato. Molta curiosità, dicevamo, per la Serie A 20/21 e tutte le sue novità, a cominciare dalla Juventus di Pirlo, della quale parleremo meglio domani, a poche ore dal debutto con la Samp. È bene però ricordare che il campionato vero, inteso come a ranghi completi, partirà solo dalle ore 20 del 5 ottobre, momento in cui chiuderà i battenti il mercato. Solo allora avremo realmente il quadro delle partecipanti, attualmente ancora lontane dall’essere definite.

Sono tante le operazioni in cantiere, alcune vicine alla chiusura, altre più distanti, altre ancora nemmeno iniziate, col risultato che i primi due turni, recuperi compresi, saranno piuttosto interlocutori, anche se con punti pesanti in palio. Prendiamo la Roma, attesa dall’anticipo del Bentegodi contro il Verona di Juric: Fonseca dovrà affrontare il match con quel Dzeko che, ironia della sorte, sarà avversario domenica prossima nella super sfida con la Juve. “Adesso è qui con noi e giocherà”, ha tagliato corto il tecnico giallorosso, anche se alla fine il suddetto, evidentemente condizionato dalle voci di mercato (l’operazione diventerà ufficiale lunedì dopo il passaggio di Milik in giallorosso), dovrebbe partire dalla panchina. Un problema che riguarda anche i bianconeri, che domani sera debutteranno senza il nuovo attaccante. 

Presto però avranno Dzeko, mentre impazza il mistero Suarez: l’uruguaiano, nonostante radio-mercato lo desse ormai lontano, si è comunque sottoposto all’esame di italiano in quel di Perugia, preparandosi così a diventare comunitario. Questo ha fatto sì che si tornasse a parlare di lui in Italia, con la Juve sempre in pole, anche se il suo acquisto, unito a quello del bosniaco, metterebbe alla porta Dybala, i cui spazi, a quel punto, sarebbero davvero ridotti. Scenario difficile da realizzare, ecco perché dalla Spagna rilanciano accostando il Pistolero all’Inter: anche qui però si tratta di una notizia “interessata”, visto che l’affare sarebbe subordinato alla cessione di Lautaro Martinez. Al momento non ci sono conferme, di certo però Conte aspetta con ansia i rinforzi promessi.

Al momento sono arrivati solo Hakimi, Kolarov e Pinamonti, mentre non c’è traccia di Vidal (ma la cessione di Godin al Cagliari, perfezionata ieri, dovrebbe sbloccare il tutto) e Kanté, ma neanche dell’esterno sinistro e del difensore centrale. Marotta e Ausilio però, come dichiarato dal presidente Zhang, devono prima vendere e la lista è lunga e complicata (Nainggolan, Perisic e Brozovic su tutti). Cantieri aperti anche per Milan e Napoli, con i rossoneri ancora a caccia di un difensore centrale (Milenkovic), di un centrocampista (Bakayoko) e di un esterno offensivo (Chiesa, anche se il Lione, nella trattativa per Paquetà, ha proposto Depay), e gli azzurri di un regista (Veretout) e un’ala destra (sfumato Under, il sogno è Boga).

Insomma, la Serie A che parte oggi è ancora lontana dalla realtà, ma non per questo meno importante: i punti in palio, infatti, sono veri e non tengono certo conto delle difficoltà di dirigenti e allenatori, alle prese con il mercato più povero, ma non per questo meno scoppiettante, di sempre.  

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