Condividi

La sanità specchio delle nuove povertà italiane. Si spendono 23 miliardi ma 4 milioni di famiglie rinunciano alle cure

La spesa sanitaria a carico dei cittadini aumenta e cosi anche il numero di coloro che rinunciano a curarsi. I dati del Banco Farmaceutico sono un vero allarme sociale

La sanità specchio delle nuove povertà italiane. Si spendono 23 miliardi ma 4 milioni di famiglie rinunciano alle cure

La spesa farmaceutica è la parte oscura del bilancio delle famiglie italiane. Non la vede chi non vuole vederla, ma c’è. In un anno più di 460 mila persone (7 residenti su 1.000) hanno chiesto aiuto alle strutture convenzionate con il Banco Farmaceutico. Le strutture sono più di 2 mila in tutta Italia ed hanno fornito gratuitamente farmaci e cure a chi non avrebbe potuto permettersele. La richiesta e la risposta di solidarietà, in sostanza, ha visto crescere quel fenomeno che va sotto il nome di povertà sanitaria. È invisibile ? Non per chi si prodiga per reprimerlo. È lo stesso Banco Farmaceutico a diffondere dati allarmanti, cresciuti in un anno dell’8,43%. A far emergere un universo umano intollerabile in una libera economia. I numeri sono anche contenuti nel libro “Tra le crepe dell’universalismo. Disuguaglianze di salute, povertà sanitaria e Terzo settore in Italia (ed. il Mulino) presentato alla Camera dei Deputati e dovrebbero, davvero, svegliare la politica dalla pigrizia sui veri e urgenti interventi su sanità, territori, ambiente, prevenzione.

Il welfare che non c’è

Il Banco Farmaceutico è nato nel 2000 con il sostegno di Opere Sociali e Federfarma, per aiutare coloro che hanno bisogno di assistenza e aiuti di ogni tipo. La platea dei bisognosi si allarga paurosamente di mese in mese e lo “scarto”- secondo la definizione di Papa Francesco- avanza muto sotto la retorica della ripresa economica declamata dal governo che in sei mesi ha registrato un PIL di + 0,4%. Il bisogno di cure sanitarie non corrisposte dal Servizio Sanitario Nazionale si somma alla povertà energetica, all’indolenza di migliaia di persone (anche giovani) nel raccogliere le sfide della modernità e delle tecnologie, perché prive dei mezzi necessari. Evidentemente i bonus e i sussidi a pioggia, antitesi di un nuovo welfare da connettere alla transizione digitale ed ecologica, hanno soddisfatto solo populisti e improvvisi agitatori. Per il settimo anno consecutivo, la spesa farmaceutica delle famiglie è aumentata, ma la quota a carico del Servizio Sanitario è diminuita. Certo, il Paese invecchia ma le dispute su cosa fare per arrestare la decadenza sociale, ancorché poco comiche, somigliano sempre più a quelle tra Peppone e Don Camillo. Ricordiamo che nel 2023 la spesa sanitaria delle famiglie è stata di 23,64 miliardi di euro, con circa 1 miliardo in più rispetto all’anno prima. Ma 11 miliardi sono stati pagati interamente dalle famiglie.

I nuovi poveri

Ma chi sono i poveri sanitari ? Sono prevalentemente uomini e persone in età adulta tra i 18 e i 64 anni. Le loro condizioni di salute riflettono esattamente lo specchio di chi si rivolge al Banco Farmaceutico, con patologie che hanno cause diverse e dove quelle ambientali sono tutt’altro che rare, in zone inquinate, retrovie di sotto o iper sviluppo. I malati acuti (65%) superano in misura consistente i malati cronici (35%) ma lo Stato poco protettivo presenta il proprio volto anche a chi povero non è. Le difficoltà, dice chi è impegnato nel Terzo settore, riguardano, infatti, anche le famiglie non povere. L’Istat ha rilevato che 4 milioni e 422 mila famiglie in un anno hanno limitato la spesa per visite mediche e accertamenti preventivi. Circa 700 mila sono in condizioni di povertà assoluta e 3 milioni 744 mila sono famiglie non povere. Hanno acciacchi e disturbi legati all’età, al lavoro, alla condizione abitativa, alla qualità ambientale. Anche questi numeri irrompono nella competizione politica nazionale con i partiti della sinistra a sostenere una battaglia sacrosanta. Da quanto tempo la parola indigente è uscita dal linguaggio della politica ? Eppure quasi il 40% delle famiglie ha rinunciato completamente – almeno per una volta- a cure mediche, perché troppo costose. Non è questo un allarme sociale ? I farmaci e le cure oscurate condannano un pezzo di Paese. La spesa sanitaria va contenuta a cominciare dalle Regioni e dalle asimmetrie economiche e gestionali ? Per un Paese che invecchia e lascia milioni di persone bloccate dal costo a proprio carico delle prestazioni, queste domande non dovrebbero nemmeno porsi. Ma è il punto a cui siamo arrivati. Con la popolarità di chi finge di non vedere.

Commenta