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La Roubaix esalta Van Avermaet: pavé amaro per Sagan e Boonen

Al Velodrome di Roubaix festeggia solo Greg Van Avermaet che vince per la prima volta la classica-monumento del pavé. Peter Sagan, solo 38esimo, impreca alla jella che lo sta perseguitando da settimane e che anche ieri lo ha fermato per una foratura quando stava per distaccare i rivali diretti, con un’accelerata delle sue. Anche la favola e la carriera di Tom Boonen, che correva l’ultima sua Roubaix, si chiude senza il botto, anzi un po’ mestamente, un 13esimo posto senza infamia e senza lode, avendo così fallito il sogno della quinta vittoria per inseguire la quale il fuoriclasse belga aveva rimandato l’addio al ciclismo dopo essere stato beffato in volata da Mathew Hayman nell’edizione 2016.

Boonen, gagliardo per tre quarti di gara, ha perso le ruote dei primi, facendosi trovare impreparato nel momento decisivo della corsa, quando Van Avermaet ha allungato sulle pietre arcigne del Carrefour de l’Arbre, tirando diritto come una locomotiva nella nuvola di polvere del pavé, seppur marcato dal ceco Stybar (compagno di squadra di Boonen) e dall’olandese Langeveld. Ormai era una partita a tre anche se l’attendismo per studiarsi in vista della volata al Velodrome permetteva ai primi due inseguitori, l’italiano Gianni Moscon (splendida la sua prima Roubaix!) e il belga Jasper Stuyven di agganciare il terzetto di testa proprio negli ultimi cento metri dello sprint finale dominato da Van Avermaet che regolava nell’ordine Stybar, Llangeveld, Stuyven e Moscon. Per Van Avermaet, olimpionico di Rio, si allunga la striscia di successi in questa stagione, cominciata con la Het Nieuwsblad e proseguita con la doppietta all’E3 Harelbeke e alla Gand-Wevelgem.

Il leader della Bmc si conferma il corridore più in forma e vittorioso di questo inizio di stagione, praticamente inattaccabile e imbattibile, un’autentica bestia nera per Sagan. Nemmeno una doppia caduta a metà gara che avrebbe fuori corsa molti altri, ha frenato la potenza e voglia di successo di questo belga, che a trent’anni è salito di diritto nell’Olimpo del ciclismo delle grandi classiche di primavera.

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Tags: Ciclismo