O la va o la spacca. Il Milan di Gattuso si prepara a una domenica importantissima, per il suo presente e, soprattutto, per il suo futuro. La sfida in casa del Torino (ore 20.30) è uno snodo cruciale per la corsa al quarto posto e la vittoria della Roma sul Cagliari, con sorpasso annesso, la rende ancor più delicata. Inutile dire che l’avvicinamento al match è stato tutt’altro che sereno: colpa della Coppa Italia e dell’ennesimo passo falso di questa strana stagione rossonera. Strana sì, perché se i risultati ottenuti e il gioco espresso farebbero pensare a un fallimento, c’è poi il contraltare della classifica, perfettamente in linea con gli obiettivi d’inizio stagione. Gli errori commessi dunque non si sono ancora rivelati decisivi, è chiaro però che i bonus non sono infiniti e che questa sera, contro un avversario caricato a mille dalla prospettiva di poter agganciare (e superare in virtù degli scontri diretti) proprio il Milan, Gattuso non può più sbagliare.
“Nei momenti di difficoltà abbiamo sempre avuto l’anima, oggi ci sta mancando – ha riconosciuto il tecnico rossonero. – Si può anche giocar male ma con la sofferenza ed il cuore uscirne, oggi invece tutto questo ci manca. Ci siamo impantanati su questa cosa, dobbiamo essere uniti, non pensare al nostro orticello, ma ragionare come una testa sola. A Torino giocheremo per la maglia, la carriera dei giocatori e tutto l’universo Milan”. Parole forti, di chi sa di essere davvero arrivato al momento decisivo della stagione. Dal quarto posto passerà molto del futuro rossonero e anche del suo, per quanto siano ormai in molti a pensare che le strade si separeranno a prescindere dal risultato finale. “È da luglio che dite che me ne devo andare – ha glissato il diretto interessato. – Sento troppe chiacchiere, sul mio futuro e su quello dei giocatori: ora però basta, è il momento di pensare solo al Milan”.
E al Torino, ovviamente, perché la partita odierna ha tutta l’aria dello spareggio. Gattuso, dopo l’esperimento fallito del 3-4-3 anti-Lazio, tornerà all’antico (e amato) 4-3-3 con Donnarumma in porta, Conti, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez in difesa, Kessie, Bakayoko e Paquetà a centrocampo, Suso, Cutrone e Calhanoglu in attacco, con Piatek clamorosamente in panchina per scelta tecnica. “Mi fido poco del Milan, una squadra molto forte che domani farà la partita della vita – ha tuonato Mazzarri. – Noi dovremo farla più di loro, per la nostra crescita e per la nostra gente”. Il tecnico granata sa che da questa gara passa una chance, forse irripetibile, per giocarsi un posto in Champions, e vuole sfruttarla nel migliore dei modi con il solito 3-5-2 che vedrà Sirigu tra i pali, Izzo, Nkolou e Moretti nel reparto arretrato, Aina, Meité, Lukic, Rincon e Ansaldi in mediana, a supporto della coppia offensiva composta da Berenguer e Belotti.
Spettatrici interessatissime della sfida l’Atalanta di Gasperini (impegnata domani contro l’Udinese), la Lazio di Inzaghi (a Genova contro la Samp alle 18) e la Roma di Ranieri, tornata al quarto posto in solitaria grazie al successo di ieri contro il Cagliari. Un 3-0 senza repliche quello dell’Olimpico, addirittura stretto alla luce delle numerosissime occasioni create, tra cui spiccano una traversa (Pastore), un palo (Dzeko) e svariati miracoli di Cragno. Che i giallorossi avessero molte più motivazioni dei rossoblu si sapeva, ma visti i tanti passi falsi stagionali era lecito avere qualche dubbio sull’approccio della Roma e sulla sua maturità. La risposta, evidentemente positiva per Ranieri, è arrivata in meno di 10’ quando i giallorossi si sono ritrovati in vantaggio addirittura di due gol grazie a Fazio (5’) e al redivivo Pastore (8’). La via verso il quarto posto si è così trasformata in un’autostrada e se l’Olimpico ha dovuto attendere l’86’ per festeggiare il 3-0 (Kolarov), è solo per via di sfortuna e imprecisione, non certo per la resistenza di un Cagliari evidentemente sazio.
A regalare ulteriori emozioni al popolo romanista ci ha poi pensato Totti, autore di una dichiarazione pro Conte che autorizza i sogni di gloria. “Antonio è uno dei migliori d’Europa e su di lui ci sono grandi squadre – ha spiegato il Capitano. – Quando puoi avere un allenatore così forte poi hai più possibilità di vincere, uno così non dico che avrebbe carta bianca ma tutto per far bene sì. E aggiungo che la scelta non dipenderà dal quarto posto…”. Parole che fanno pensare a una trattativa molto calda, altrimenti perché rischiare di illudere una piazza calda come Roma? E quelle successive di Ranieri (“sarei ben felice di vedere Conte su questa panchina, anzi andrei addirittura a prenderlo all’aeroporto!”) vanno ancor più in quella direzione. Che però non dipenda dal quarto posto è tutto da vedere: ecco perché Torino-Milan può davvero spostare il destino di molti.